BOIELDIEUJ, François-Adrien
Nacque a Rouen il 15 dicembre 1775. I suoi studî musicali, diretti dall'organista della cattedrale, Broche, furono altrettanto penosi quanto superficiali. Il B. non studiò né il contrappunto né la fuga e apprese da autodidatta tutto ciò che sapeva. Era nato musicista, e per di più musicista di teatro. Pianista distinto, cominciò la sua carriera col comporre alcuni lavori di musica da camera, che ebbero grande successo; seguirono le sonate per pianoforte, i concerti per arpa, il trio per piano, arpa e violoncello, ed altro ancora. Il numero di opere teatrali del Boieldieu è grandissimo. Le più riuscite sono: Zoraime et Zulnare (1798), Beniowski (1800), Le Calife de Bagdad (1801), Ma tante Aurore (1803). Queste ultime due opere gli procurarono fama.
Il 19 marzo 1803 sposò la ballerina Clotilde Mafleuroy, che doveva renderlo molto infelice. Nello stesso anno accettò l'offerta dello zar Alessandro, e si recò a Pietroburgo, dove fece rappresentare con successo parecchie sue opere. Ritornato in Francia nel 1811, diede alle scene nel 1812 il Jean de Paris, che riportò un brillante successo. Seguì il grazioso Nouveau seigneur de village e poi la Fête du village voisin.
Membro dell'Istituto nel 1817, l'anno dopo fece rappresentare il Chaperon rouge. Durante i sette anni seguenti, non scrisse se non opere di circostanza prive d'interesse artistico, lavorando con calma a La Dame blanche; la prima rappresentazione fu data nel dicembre 1824, mentre Rossini trionfava su tutta la linea, e costituì un vero avvenimento artistico. Boieldieu aveva saputo guardarsi dall'imitazione del grande maestro italiano, conservando la tradizione dell'opera buffa francese del sec. XVIII. Musica semplice, ingenua, fresca, sempre espressiva e che si adatta mirabilmente alle situazioni del libretto.
Il B. aveva conosciuto soltanto il favore del pubblico: nel 1829 l'insuccesso della sua opera Les deux nuits gli portò un fortissimo colpo. Si ammalò gravemente, e presto si trovò anche rovinato dalla caduta della monarchia, che lo privò della sua pensione. Quando il nuovo governo gliela reintegrò, era troppo tardi: il B. moriva l'8 ottobre 1834.
Il B. si può dire il degno successore di Monsigny e di Grétry. La Dame blanche è uno dei capolavori più significativi che il genere dell'opera buffa abbia prodotto in Francia. È nota l'ammirazione di Riccardo Wagner per questo spartito così pieno di vita e di colore.
Bibl.: A. Pougin, B., sa vie, ses œuvres, ecc., Parigi 1875; G. de Saint-Foix, Les premiers pianistes parisiens: B., in Revue musicale, VII (1926).