FRANCOFORTE sul Meno (ted. Frankfurt am Main; ricordato per la prima volta nel 794 col nome di Franconofurd "punto di passaggio dei Franchi"; A. T., 53-54-55)
Importante città tedesca nel distretto di Wiesbaden dell'Assia Nassau (provincia prussiana), nona per numero d'abitanti, centro di una vastissima regione economica e uno dei maggiori centri commerciali della Germania. È posta a 91 m. s. m. sulle due rive del Meno inferiore, 35 km. dallo sbocco di esso nel Reno, dove il fiume si restringe in corrispondenza delle ultime pendici dell'Odenwald permettendo un facile passaggio (Furt), presso la confluenza nel Meno della Werra e del Kinzig, al limite settentrionale dell'alta Pianura Renana. Difesa dai venti del nord dal Taunus e dal Vogelsberg la città ha clima mite (temperatura annua 9° 6; media gennaio −0°,2; media luglio 18°,5; precipitazioni 613 mm.).
Il centro è sorto nel Medioevo per la sua situazione commerciale molto favorevole, dovuta al fatto che qui mettevano capo le vie di Magonza (basso Meno), della Franconia (alto Meno), dell'Assia (lungo il Kinzig), del Wetterau (Nidda), della Germania di NO. (Lahn). Sullo sviluppo più recente ebbe influenza la canalizzazione del Meno (1866), che ha permesso l'accesso a navi stazzanti fino a 1000 tonn., la costruzione del porto fluviale (1886, Westhafen; 1912, Osthafen; merci scambiate, 700 mila tonn. nel 1895, 1,5 milioni nel 1905, 3 milioni nel 1928, compresi i sobborghi) e della rete ferroviaria, ma soprattutto l'aggregazione alla Prussia (1866); dal 1919 in aprile e ottobre sono state riprese le fiere tradizionali.
Lo sviluppo topografico della città è chiaramente riconoscibile dalla pianta. La parte più antica è sulla destra del Meno e s'appoggia a questo nel tratto limitato dall'Unter- e Obermainbrücke; da quest'ultimo la Lange Strasse (limite orientale della città antica) conduce a nord verso la Zeil (un tempo mercato di cavalli), nella parte attualmente più animata della città. Verso ovest la Zeil è continuata ora dalla Kaiserstrasse (fino alla grandiosa stazione ferroviaria); invece la Neue Mainzer Strasse nel suo tratto più prossimo al fiume limita a ovest la città del sec. XII, avente per asse principale l'Alter Markt e per principali monumenti il Palazzo imperiale e il Duomo. Un allargamento successivo (sec. XIV) verso nord ha circa raddoppiato l'area e ha fatto comprendere la città entro le odierne Neue Mainzer Strasse, Hochstrasse, Bleichstrasse, Seilerstrasse; le mura del sec. XVI (abbattute nel 1806: le piazze ricavate nei punti più larghi conservano il nome Tor "porta") comprendevano appunto questa zona. Sulla sinistra del Meno, già contemporaneo alla città antica, era sorto il sobborgo di Sachsenhausen, unito ora con sei ponti alla riva destra. A differenza della maggior parte delle altre città renane, Francoforte aveva aspetto cittadino già alla fine del sec. XVIII; i materiali più comuni della parte antica sono un'arenaria rossastra e lastre di scisti. L'ultimo sviluppo è successivo al 1866; verso nord-est nel 1877 è stato aggregato il sobborgo di Bornheim, verso nord-ovest nel 1895 quello di Bockenheim; verso est essa è ormai a contatto con Offenbach, città dell'Assia.
Gli abitanti da 40 mila nel 1800, 76 mila nel 1861, 91 mila nel 1872, sono poi aumentati a 139 mila nel 1880, 288 mila nel 1900, 415 mila nel 1910, 433 mila nel 1919 e 458.422 nel 1925; con le più recenti aggregazioni (Höchst, Griesheim, Schwanheim, Fechenheim) sono passati a 549 mila, in maggioranza protestanti (183 mila cattolici e 30 mila ebrei).
Le facili comunicazioni spiegano la sua importanza commerciale, accresciuta anche da privilegi; fiere periodiche furono istituite già nel 1240; più tardi ebbe importanza la numerosa colonia ebraica, alla quale si deve il sorgere di potenti banche (Rothschild). Alla fine del sec. XV era uno dei mercati mondiali più frequentati. Più recente è lo sviluppo industriale (tessili, macchine, automobili, apparecchi elettrici e di precisione, prodotti chimici, cuoio), che ha trovato posto soprattutto nei quartieri occidentali. Francoforte è anche centro di studî (università dal 1912) e possiede notevoli collezioni naturalistiche (Senkenbergsche Stiftung); assai noto anche il Palmengarten, una grandiosa serra.
Monumenti e musei. - Il Duomo, fortemente restaurato dopo l'incendio del 1867, lascia intravedere ben poco della complessa storia della sua costruzione. La decorazione policroma dell'interno è in stile neo-gotico. La maggior parte dei begli altari gotici, tra cui vanno menzionati quello della Madonna nella cappella della navata trasversale a sud (circa 1440), e l'altare maggiore della stessa epoca, provengono da altre chiese e da altri luoghi della Germania. Il chiostro (secoli XIV e XV) fu assai rimpicciolito nel sec. XIX. All'esterno della navata trasversale a nord trovasi la copia di un grande gruppo della Crocifissione (1509) di Hans Backoffen di Magonza (le sette figure originali si conservano al basso della torre).
In origine al posto dell'odierno duomo di S. Bartolomeo sorgeva la chiesa di S. Salvatore consacrata da Ludovico il Germanico nell'anno 852, sui cui fondamenti s'innalzò il primo edificio in stile gotico (1250-1300); esso era appena finito, quando dovette essere ampliato per potervi eseguire le cerimonie dell'elezione dei re. Nel corso del sec. XIV fu costruito l'edificio a tre navate di uguale altezza, in forma di croce, che servì di base ai restauri del sec. XIX. Il coro è costruito in puro stile gotico (1338); vicino ad esso, a sud, si trova la cappella delle elezioni, edificata nel 1355. Il corpo centrale del tempio era in origine più basso. Nel 1415 si diede principio alla costruzione della torre occidentale; alla direzione dei lavori fu preposto Madern Gertner dal 1415 al 1430, e, dopo un'interruzione di 50 anni, Hans Ingelheim (1483). La lanterna e la cuspide furono compiute solo nel 1881.
La chiesa dell'Ordine Teutonico, a una sola navata, incorporata all'edificio barocco dell'ordine stesso, è in stile gotico del sec. XIV, con belle pitture murali del medesimo secolo e del seguente. Al sec. XIII risale la chiesa dei domenicani, assai modificata in seguito. La chiesa di S. Leonardo, a navate di uguale altezza, di stile gotico tardo, racchiuide notevoli frammenti di una costruzione dell'ultimo periodo romanico accresciuta (principio del sec. XVI) con le ampie navate laterali. La chiesa di Santa Maria (Liebfrauenkirche), dei secoli XIV-XVI, possiede molti altari interessanti del sec. XVIII; il portale del sud-est ha un bel timpano con l'Adorazione dei Magi (circa 1420). La piccola chiesa di S. Nicola, che un tempo apparteneva al palazzo imperiale e dal sec. XV era cappella municipale, presenta con le sue adiacenze un aspetto originale sul Römerberg. È un edificio gotico asimmetrico a due navate con un campanile, a oriente, di cui una parte è romanica, mentre la lanterna e la cuspide sono del 1840. La chiesa di S. Caterina (1678-1681), che ha servito più volte di modello per templi protestanti, possiede da tre lati tribune di due piani. D'importanza soprattutto storica per avervi seduto la Dieta Nazionale nel 1848 e 1849, è la chiesa di S. Paolo (1789-1833) di forma ovale, costruita da Liebhardt e da Hess il Vecchio. Tra i molti edifici moderni meritano speciale menzione: la sinagoga, la chiesa evangelica di S. Luca con interessante decorazione pittorica di W. Steinhausen, e la bella e vigorosa chiesa cattolica di S. Bonifacio.
La città di Francoforte è ricca di edifici civili d'ogni epoca, purtroppo in gran parte deturpati da ridicoli restauri del sec. XIX. Di quel complesso inorganico che ha il nome di Saalhof, antico palazzo reale edificato da Ludovico il Pio (822), la parte più vecchia è la cappella romanica (sec. XII); ma oggi la parte più importante è formata da una costruzione a tre piani (1717). L'antica sede del consiglio comunale - il Römer - con la sala imperiale (secoli XIV e XV), fu ampliata in diverse epoche e nel secolo XIX rimodernata in modo eccessivo. Relativamente meglio conservata è la facciata, a tre frontoni, che dà al Römerberg la sua impronta romantica: nel mezzo è la casa del Römer propriamente detta con una bella sala a pianterreno (anteriore al 1405), a destra la casa Löwenstein (rimaneggiata nel 1597) e a sinistra la casa Altlimpurg con una magnifica scala esterna nel cortile (1627). Tra gli edifici borghesi medievali, che nella città antica si raggruppano attorno al Duomo e al Römer, meritano di essere ricordati: la poderosa Casa dei Drappieri, in pietra (fine del sec. XIV), ora museo storico; l'abitazione patrizia dei Braunfels (eretta nel 1350 e rimaneggiata nel 1695); e soprattutto la cosiddetta Casa di Pietra, (1464), tuttora ben conservata, ad eccezione del pianterreno. All'epoca del Rinascimento la città aveva quasi soltanto edifici costruiti in legno e muratura su pianterreni di pietra con grandi arcate: begli esempî se ne hanno nella doppia casa dell'Angelo grande e dell'Angelo piccolo (1502), nel Römerberg, nella Bilancia d'oro (1624) al Mercato Vecchio, e nel palazzo Silberberg (1595) sulla Limpurgstrasse. Le pitture sulle facciate, comunissime nel sec. XVII, sono scomparse tutte. Begli esempî di edifici di stile barocco o rococò sono: il Brüsseler Hof (1717), il palazzo Lichtenstein sul Römerberg (1725) e la casa dove nacque Goethe, del 1755, notevoli soprattutto per la comoda disposizione degli ambienti e anche interessanti storicamente. Il tipo degli hôtels parigini è ben rappresentato a Francoforte dal palazzo Thurn e Taxis (1732-1741), progettato dal celebre architetto francese Robert de Cotte, mentre in stile classicheggiante sono costruiti il palazzo Passavant-Gontard (circa 1800) e la biblioteca civica di J. F. Hess il Giovane (1828). Il sec. XIX ha distrutto molte cose belle coi restauri eseguiti senza criterio; tuttavia la parte più stretta della città vecchia offre anche oggi un aspetto singolarmente pittoresco. Molte strade e angoli sono rimasti intatti con le loro alte case sporgenti in fuori, costruite in legno e muratura. La nuova città del sec. XX va divenendo sempre più il centro delle moderne correnti architettoniche. Vi sono già numerosi e ottimi saggi di edifici per abitazione, pel commercio, per l'industria, che appartengono a quanto di meglio è stato fatto in Germania nel dopoguerra.
L'Istituto Städel, fondato nel 1816 in seguito a un lascito testamentario, è oggi uno dei maggiori musei germanici, e possiede un'importante raccolta di quadri e di disegni delle antiche scuole fiamminga, tedesca, olandese e italiana, tra cui sono noti soprattutto il Giardino del Paradiso, d'un anonimo maestro renano (prima metà del sec. XV), la Madonna di Lucca di Jan van Eyck e l'Accecamento di Sansone di Rembrandt, dipintí di Bartolomeo Veneto, del Botticelli, del Correggio, del Crivelli, ecc. A questo istituto è annessa la Galleria municipale di quadri moderni, principalmente delle scuole tedesca e francese, e di scultura moderna. Il Liebighaus contiene una pregevolissima collezione di plastica antica, soprattutto tedesca, dal principio del Medioevo fino al barocco e al rococò, e il Museo storico municipale ha raccolte importanti per la storia della civiltà e dell'arte di Francoforte, tra l'altro quadri notevoli tolti da chiese e da conventi della città, mobili, vetri e ceramiche. Esiste inoltre un ottimo museo d'arte industriale, un museo etnologico, una collezione d'antichità giudaiche, una scuola d'arte industriale e una di belle arti annessa all'Istituto Städel. (V. tav. V).
Storia. - La città deve la sua origine e il suo sviluppo alla sua posizione. Per la difesa del fiume fu infatti costruito già dai Romani un forte sull'antica isola del Meno. Sul posto di questo forte, venne costruita nell'età merovingica una villa regia, la cui posizione è ignota. La costruzione regia fu il nucleo attorno a cui si andò formando una colonia, che prese subito un tale sviluppo che Carlomagno poté tenervi nel 794 la sua celebre dieta imperiale. Utilissima certo Francoforte fu, per la sua posizione, sia a Carlomagno nelle guerre contro i Sassoni, sia anche ai suoi successori. Soprattutto volentieri vi si tratteneva Ludovico il Germanico.
Nel sec. XII Francoforte divenne la sede delle elezioni dei re tedeschi, ma non ancora della loro incoronazione, che aveva invece luogo, fino al sec. XVI, in Aquisgrana. La prima elezione fatta a Francoforte (1146) fu quella di un erede al trono, che poi non pervenne a regnare; nel 1152 vi fu eletto Federico Barbarossa. Tra gli altri, vi fu anche eletto, nel 1212, Federico II, che fu largo di favori verso la città, da lui innalzata alla dignità di città libera. Appunto dell'età degli Svevi è un altro palazzo (der Sallhof), la topografia del quale pure non si può indicare con precisione. La consuetudine, che faceva di Francoforte la sede dell'elezione, fu legalmente sancita nel 1356 nella bolla d'oro di Carlo IV. Dal sec. XVI, elezione e incoronazione avvennero, entrambe, a Francoforte; l'ultima incoronazione vi ebbe luogo nel 1792.
Sino alla fine del sec. XVIII queste elezioni erano per tutto l'Occidente un avvenimento politico importante. Goethe, il figlio più celebre di Francoforte, ci ha lasciato in Wahrheit und Dichtung una descrizione dell'incoronazione e delle curiose usanze popolari sul Römerberg, dove veniva arrostito allo spiedo un bue e il vino colava da una fontana.
L'importanza economica di Francoforte andò sempre più crescendo dai tempi degli Hohenstaufen. Così Francoforte divenne presto una delle città più importanti dell'impero, accrescendo la sua prosperità e la sua influenza politica con la sua condotta saggia e generalmente pacifica. Rimase fedele fino all'ultimo agli Hohenstaufen; ma poi aderì (1256) alla Lega delle città del Reno, per assicurare la pace, di cui essa aveva bisogno specialmente per le sue fiere sempre più fiorenti. Minacciata fu invece la sua floridezza dai disordini e dalle lotte nell'età della Riforma. Francoforte aderì nel 1530 alla dottrina di Lutero e, nel 1546, alla Lega di Smalcalda. Non mancarono disordini di carattere sociale nell'interno della stessa città; nel 1612 si ebbe il famoso sollevamento di Vincenzo Fettmilch, che fu soffocato nel sangue dai paesi vicini. Durante la guerra dei Trent'anni Francoforte fu tenuta occupata per più anni da Gustavo Adolfo di Svezia, che voleva acquistarla per la Svezia insieme con la vallata del Meno. In seguito, durante la stessa guerra, la occuparono a lungo i Francesi, che vi ritornarono durante le guerre della Rivoluzione, la prima volta col generale Custine nel 1792, e la seconda volta con il Kléber nel 1796. Dal 1806 al 1813 la città rimase sotto la sovranità di Napoleone I, che la consegnò nel 1810 all'ex-arcivescovo di Magonza e la incorporò nella Lega renana. Nuova importanza acquistò nel 1815 grazie al Congresso di Vienna, che la fece sede dell'Assemblea federale germanica, cioè dell'autorità centrale della nuova Unione tedesca. Francoforte divenne nello stesso tempo di nuovo libera città imperiale e rimase tale fino al 1866. In questo stesso periodo si verificò lo straordinario sviluppo delle case bancarie di Francoforte, soprattutto della casa Rothschild.
La rivoluzione tedesca del 1848 ebbe per un certo tempo delle grandi conseguenze per Francoforte, dove risiedeva il reggente dell'impero, l'arciduca Giovanni d'Austria, e dove nella chiesa di S. Paolo teneva le sue sedute il parlamento tedesco (v. sotto). Nel 1866 i Prussiani vittoriosi occuparono Francoforte e sciolsero l'assemblea; Francoforte perdette la sua libertà e fu incorporata alla Prussia, sotto il cui dominio essa fiorì maggiormente. A Francoforte fu firmato il trattato che mise fine alla guerra del 1870-71 tra Francia e Germania (v. franco-prussiana, guerra).
Il parlamento di Francoforte. - Dopo la caduta di Napoleone, gli stati tedeschi avevano creato con atto 8 giugno 1815 il Deutscher Bund (v.). Ad esso i liberali tedeschi, le cui fila si andavano di continuo ingrossando, si erano sin da principio mostrati ostili perché non lasciava partecipare il popolo al governo, e chiedevano, invece, la creazione di un istituto parlamentare. Tale richiesta aveva ricevuto una formula concreta nei parlamenti del Baden e dell'Assia sino dal 1831, ma si dovette giungere ai moti rivoluzionarî del 1848 per indurre le autorità centrali a cedere alle pressioni liberali, forti segnatamente negli stati del Sud. Un parlamento preliminare (Vorparlament), tenutosi in Francoforte dal 30 Marzo al 3 aprile 1848, ebbe incarico di espletare gli studî del caso, e formulò la proposta di assegnare un deputato per ogni cinquantamila abitanti, da eleggere a suffragio universale egualitario. Le elezioni indette portarono a una maggioranza dei liberali moderati, che annoveravano gli uomini più in vista del tempo; e il nuovo parlamento (o meglio, assemblea nazionale) fu inaugurato a Francoforte il 18 maggio 1848, designando quale primo suo presidente H. von Gagern, il quale, proveniente dal centro destro si adoperò a far precisare i poteri provvisorî dell'autorità centrale, e a conciliare le opposte tendenze della destra (gelosa tutrice delle prerogative dei singoli stati) e della sinistra (democratica-repubblicana). Vicario del Reich fu eletto l'arciduca Giovanni d'Austria, le cui funzioni dovevano esplicarsi a mezzo di un ministero responsabile verso il parlamento.
Compito principale dell'assemblea era di elaborare una costituzione, che fosse ispirata ai principî dell'eguaglianza sociale e della libertà, e che lasciasse sussistere gli stati singoli, ma li subordinasse a un potere statale di ordine superiore, rappresentato, questo, da una potestà imperiale ereditaria, con ministero responsabile, e un Reichstag o parlamento. Importante era anche di decidere se la Prussia o l'Austria dovesse collocarsi a capo del nuovo Reich, e ne derivò lunga controversia. Essa fu decisa da Vienna dove la nuova costituzione elaborata dallo Schwarzenberg (marzo 1849) escludeva la partecipazione dell'Austria alla Lega tedesca.
L'assemblea di Francoforte offrì allora la corona imperiale a Federico Guglielmo IV di Prussia, che la ricusò perché offerta da un parlamento derivato dalla rivoluzione, senza il libero assentimento degli altri principi germanici (5 aprile 1849). Con quel rifiuto fu segnata la fine dell'assemblea stessa, impotente a far accettare ai singoli sovrani la costituzione elaborata, a meno di nuove rivoluzioni, alle quali le masse non erano più proclivi. Dove rivolte parziali furono tentate, le truppe ebbero facile sopravvento; una gran parte dei deputati fu richiamata dai rispettivi governi e la parte rimanente si trasferì a Stoccarda, per esservi definitivamente disciolta dal governo del Württemberg il 18 giugno 1849.
La costituzione elaborata a Francoforte ebbe però grande influenza sull'elaborazione della successiva costituzione della Confederazione della Germania del Nord, sulla costituzione dell'Impero (1871), e, ancora maggiormente, su quella repubblicana, dell'11 agosto 1919, oggi in vigore.
Bibl.: C. Wolff e R. Jung, Die Baudenkmäler in Frankfurt am Main, Francoforte s. M. 1896-1914; J. F. Boehmer, Codex diplomaticus Moenofrancofurtanus. Urkundenbuch der Reichstadt Frankfurt am Main, nuova ed. a cura di Fr. Lau, voll. 2, Francoforte s. M. 1901-1905; A. Horne, Geschichte von Frankfurt, Francoforte s. M. 1903; P. F. Schmidt, Frankfurt am Main, Lipsia 1907; H. Weirsäcker e A. Desoff, Kunst und Künstler in Frankfurt am Main in 19. Jahr., Francoforte s. M. 1907-1909; H. Jelkmann, Die St. Pauluskirche in Frankfurt am Main, Francoforte s. M. 1913; C. M. Kaufmann, Der frankfurter Kaiserdom, Monaco 1914; H. Traut, Der Römer und die neuen Rathausbauten zu Frankfurt am Main, Francoforte s. M. 1926 segg.; O, Ruppersberg, Frankfurt. Das Buch der Stadt, Francoforte s. M. 1924; Das neue Frankfurt, in Monatsh. f. die Fragen der Grosstadtgestaltung, Francoforte s. M. 1927, G. Schönberger, Beiträge zur Baugeschichte des F. Domes, Francoforte s. M. 1927; Statistisches Jahrbuch der Stadt, I: 1911-1928, Francoforte s. M. 1929; F. Bothe, Geschichte der Stadt Frankfurt, 3ª ed., Francoforte s. M. 1929; Z. Adler e K. Weinhausen, in Wasmuths Lexikon der Baukunst, II, Berlino 1930, pp. 510-14.