MODIGLIANI, Franco
Economista, nato a Roma il 18 giugno 1918. Ha compiuto i suoi primi studi presso l'università di Roma dove si è laureato in giurisprudenza; trasferitosi nel 1939 negli Stati Uniti, si specializzò presso la New School social research di New York. Naturalizzato nel 1946, fu professore dal 1949 al 1952 presso l'università dell'Illinois, poi fino al 1960 presso il Carnegie Institute of Technology. Insegna attualmente economia e finanza al Massachussetts Institute of Technology. Ha ricevuto prima dall'università di Chicago (1967) poi da quella di Lovanio (1974) la laurea ad honorem. Membro dal 1973 dell'Accademia Nazionale delle Scienze, è stato presidente nel 1962 dell'Econometric Society e nel 1976 dell'American Economic Association. Consulente, nel periodo 1964-72, del Segretario del Tesoro degli Stati Uniti e dal 1966 del Comitato dei governatori del Sistema di riserva federale, ha presieduto i lavori per l'elaborazione del modello econometrico Federal Reserve Board-MIT dell'economia americana.
Professore nel Massachussetts Institute of Technology, M. è stato ed è attualmente una delle voci più autorevoli e ascoltate tra gli economisti contemporanei: rigoroso nelle analisi, poliedrico nei campi d'interesse, sensibile nell'affrontare alla base i problemi economici più sentiti, capace soprattutto, col suo prestigio, d'influire sull'opinione pubblica.
Col suo articolo del 1944 (Liquidity preference and the theory of interest and money), seguendo le orme di J.R. Hicks, ricondusse l'eresia keynesiana a un semplice caso specifico, importante dal punto di vista teorico ma di scarsa rilevanza pratica; soprattutto dimostrò che le conclusioni di Keynes erano derivabili, piuttosto che dalla teoria della preferenza per la liquidità, dall'assunzione di salari rigidi in un tipico modello walrasiano, fornendo così la base di quella che sarà poi chiamata la "sintesi neoclassica". Sempre in questo articolo è da sottolineare l'analisi delle condizioni che garantiscono il raggiungimento di una posizione di equilibrio in un processo dinamico: "la stabilità richiede - dice M. - che l'inclinazione della curva IS [il luogo dei punti di equilibrio nella parte reale del sistema] sia algebricamente più piccola della curva LL [luogo dei punti di equilibrio per la parte monetaria]".
Giova infine ricordare, tra i suoi principali contributi, l'analisi della funzione del consumo sviluppatasi con la teoria del "ciclo vitale" attraverso cui, fra l'altro, viene messa in evidenza la sensibile influenza del saggio d'interesse sui consumi (a volte maggiore che sugl'investimenti). Da qui l'importanza della politica monetaria anche se in misura minore di quanto sostenuto dai neomonetaristi.
Pubblicazioni principali: Liquidity preference and the theory of interest and money, in Econometrica, 1944; Tbe cost of capital, corporation finance and the theory of investment, in The American economic review, 1958; Planning production, inventories and work forces, Prentice-Hall 1960; The monetary mechanism and its interaction with real phenomena, in Review of economics and statistics, 1963; Monetary policy and consumption, in Consumer spending and monetary policy: the linkages, Boston 1971; Inflation, rational expectations and the term structure of interest rates, in Economica, 1973; Mercato del lavoro, distribuzione del reddito e consumi privati, Bologna 1975.