FACCIO, Franco
Musicista, nato a Verona, di umile famiglia, il 5 marzo 1840, morto nel frenocomio di Monza il 21 luglio 1891. Allievo dapprima dall'organista Bernasconi, compì in seguito la sua educazione artistica sotto la guida del Ronchetti-Santoviti e del Mazzuccato, presso il Conservatorio di Milano. Amicissimo del Boito, compose con lui le cantate Il quattro giugno e Le sorelle d'Italia (rispettivamente del 1860 e del 1861) e con lui ebbe una borsa di studio per l'estero e prese parte alla campagna del '66. Grandi discussioni sollevò l'opera I profughi fiamminghi (Milano 1863) per le sue dichiarate tendenze novatrici. Né questa opera, né l'altra che le tenne dietro, Amleto (Genova 1865), né le varie musiche non teatrali (una Sinfonia, un Quartetto, pagine per canto, Intermezzi per la Maria Antonietta del Giacometti) procurarono al F. una fama pari a quella da lui ottenuta attraverso una bella carriera di direttore d'orchestra. Insieme col Mariani, il F. può essere posto fra i maggiori interpreti italiani del secolo scorso, e a lui molto dovettero i maestri del tempo, dal Verdi ai minori.