ALFANO, Franco
Nacque a Napoli, o meglio a Posillipo, come egli amava precisare, l'8 marzo 1876. Iniziò assai presto lo studio della musica, prendendo lezioni private di pianoforte, prima da un modesto maestro, poi da Alessandro Longo. Il 1°, dic. 1891 entrò come alunno esterno al conservatorio di San Pietro a Majella, dove, sempre continuando gli studi con il Longo, seguì il corso di armonia tenuto da Camillo De Nardis e quello di contrappunto di Paolo Serrao. Nel novembre 1895 lasciò il conservatorio per perfezionarsi all'estero. Recatosi a Lipsia, fu ammesso alla scuola di composizione di Salomon Jadassohn e studiò anche il violino con Hans Sitt. A Lipsia compose la sua prima opera teatrale, Miranda, non rappresentata. Frattanto, iniziava l'attività di concertista di pianoforte, in Germania, in Polonia e in Russia. Nel novembre 1898 andò in scena con buon successo allo Stadttheater di Breslavia la sua seconda opera, La fonte di Enschir. Nell'estate del 1899 si trasferì a Parigi, dove, rispettivamente nel 1900 e nel 1901, fece rappresentare alle Folies-Bergères i balletti Napoli e Lorenza: Napoli ebbe centosessanta repliche, Lorenza fu interpretata da Cléo de Mérode. Ma la fama vera e propria venne al giovane compositore con l'opera Risurrezione, di cui egli scrisse i primi due atti a Parigi, il terzo a Berlino, il quarto a Mosca e a Napoli. Musicando il soggetto tolstoiano, adattato a libretto da Cesare Hanau e Camillo Antona Traversi, l'A. si allineava con la corrente verista italiana, pur mostrando alcuni segni premonitori di una sua futura evoluzione. Risurrezione, rappresentata per la prima volta al teatro Vittorio Emanuele di Torino il 30 nov. 1904 sotto la direzione di Tullio Serafin, fu accolta con grande favore e fu presto ripresa in Italia e all'estero; da allora l'opera ha avuto più di mille rappresentazioni. Negli anni successivi l'A. appare impegnato in un processo di affinamento delle sue qualità musicali, di cui sono testimonianza la Suite romantica del 1909 e la Prima Sinfonia del 1910. Quanto al teatro, dopo Il principe Zilah composto nel 1907, è da ricordare L'ombra di Don Giovanni del 1913, nella quale si nota un acuito interesse per i valori orchestrali. La notorietà raggiunta dal compositore gli procurò nel 1916 la nomina a direttore del liceo musicale di Bologna, dove fu anche insegnante di composizione sino al 1923. Nel 1920 l'A. completava l'opera La leggenda di Sakuntala, su libretto ricavato da un dramma del poeta indiano Kalidāsā, che, se non raggiunse la popolarità di Risurrezione, rappresentò il massimo sforzo da lui compiuto nella ricerca di una più elevata forma di teatro lirico. L'opera, che andò in scena il 10 dic. 1921, al teatro Comunale di Bologna, diretta da Tullio Serafin, ottenne vivo successo e fu ripresa in diversi teatri italiani e stranieri. Nel 1923 l'A. lasciò Bologna e passò, anche qui come direttore e professore di composizione, al liceo musicale di Torino, dove restò sino al 1939. Nel 1925, su designazione di Arturo Toscanini, gli fu affidato l'incarico di terminare la partitura della Turandot di Giacomo Puccini, rimasta incompleta in seguito alla morte dell'autore: incarico assolto con grande impegno e lodevole risultato. Nel 1936 ottenne un altro successo in campo teatrale con il Cyrano de Bergerac, rappresentato al teatro dell' Opera di Roma, sempre sotto la direzione di Tullio Serafin. Dal 1940 al 1942 fu sovrintendente al teatro Massimo di Palermo e dal 1947 al 1950 direttore del liceo musicale Rossini di Pesaro. A questo periodo appartiene l'ultimo lavoro teatrale dell'A., Il dottor Antonio, dato al teatro dell'Opera di Roma sotto la direzione di Gabriele Santin i il30 apr. 1949. L'A. morì a San Remo il 27 ott. 1954.
Formatosi inizialmente nello studio degli operisti francesi e russi dell'800, l'A., come si è detto, si accostò con Risurrezione al verismo, sia pure a un verismo alieno da accenti troppo truculenti. Una vocalità di esuberanza meridionale, che, nel variare delle sue successive esperienze teatrali, restò sempre alla base della sua produzione, si orienta, come egli ebbe a dichiarare, verso un dramma musicale "cantato", in cui cioè il canto abbia una sua indipendenza dall'accompagnamento, mentre all'orchestra è riservato, più che il compito di colorire le parole, il compito di esprimersi in maniera autonoma "nei silenzi del libretto". Il processo di affinamento culminato nella Leggenda di Sakuntala vede il determinarsi in quest' opera, accanto alle effusioni vocali con cui il compositore rivive la delicata poesia del testo indiano, di una parte orchestrale ricca di preziosità armoniche e timbriche. La leggenda di Sakuntala è considerata generalmente l'opera più riuscita dell'A., il quale si ispirò altre volte alla poesia indiana musicando a più riprese liriche di Rabrindanath Tagore. Nelle opere teatrali posteriori alla Leggenda di Sakuntala l'A. gradualmente ritorna agli aspetti più tradizionali dell'opera italiana, mentre, nel campo sinfonico, le sue esperienze, iniziate con la Suite romantica e con la Prima Sinfonia, tendono a rientrare sempre più, per esempio con la Seconda Sinfonia (1933), negli schemi classici.
L'A. è noto, soprattutto, per la sua produzione operistica e per il suo completamento della Turandot di Puccini. Egli è inoltre autore di balletti, di musica sinfonica, di musica strumentale da camera, di liriche per canto e pianoforte. Scrisse anche articoli di critica musicale, specialmente agli inizi della sua carriera, su La Stampa di Torino, sul Mondo artistico di Milano, sul Corriere di Napoli e su altri giornali.
Composizioni principali:
Opere - Miranda (2 atti, libretto dell'A. tratto da A. Fogazzaro; composta nel 1896, non rappresentata); La fonte di Enschir (2 atti, libretto di L. Illica; rappresentata allo Stadttheater di Breslavia l'8 novembre 1898); Risurrezione (4 atti, libretto di C. Hanau e C. Antona Traversi tratto da L. Tolstoi; composta nel 1903 e rappresentata al teatro Vittorio Emanuele di Torino il 30 novembre 1904; ed. Ricordi); Il principe Zilah (4 atti, libretto di L. Illica tratto da J. Claretie; composta nel 1907 e rappresentata al teatro Carlo Felice di Genova il 3 febbraio 1909; ed. Ricordi); I cavalieri e la bella (3 atti, libretto di G. Adami e T. Monicelli; 1910, incompiuta); L'ombra di Don Giovanni (3 atti, libretto di E. Moschino; composta nel 1913 e rappresentata alla Scala di Milano il 2 aprile 1914; ed. Ricordi); La leggenda di Sakuntala (3 atti, libretto dell'A. da Kalidāsā; composta nel 1914-1920 e rappresentata al teatro Comunale di Bologna il 10 dicembre 1921; andate distrutte durante l'ultima guerra la partitura e le parti strumentali, l'A. rifece l'orchestrazione e l'opera fu presentata nella nuova versione, con il titolo di Sakuntala,al teatro dell'Opera di Roma il 9 gennaio 1952; ed. Ricordi); Madonna Imperia (1 atto, libretto di A. Rossato da Balzac; rappresentata al Teatro di Torino il 15 maggio 1927; ed. Universal); L'ultimo Lord (3 atti, libretto di V. Falena e A. Rossato; rappresentata al San Carlo di Napoli il 19 aprile 1930; ed. Universal); Cyrano de Bergerac (4 atti, libretto in francese di H. Cain tratto da E. Rostand; composta nel 1935 e rappresentata, nella versione italiana di C. Meano e F. Brusa, al teatro dell'Opera di Roma il 22 gennaio 1936; ed. Ricordi); Don Juan de Manara (rifacimento dell'Ombra di Don Giovanni; rappresentata al teatro Comunale di Firenze il 12 giugno 1941, in uno spettacolo del Maggio Musicale Fiorentino); Il dottor Antonio (2 atti, libretto di M. Ghisalberti tratto da G. Ruffini; rappresentata al teatro dell'Opera di Roma il 30 aprile 1949; ed. Suvini Zerboni); Vesuvius (opera radiofonica, libretto di V. Viviani; trasmessa dalla RAI. nel 1950). Alle suddette opere è da aggiungere il completamento della Turandot di G. Puccini (1925).
Balletti - Napoli (Parigi, Folies-Bergères, 1900); Lorenza (ivi, 1901); Eliana (azione coreografica di R. Pantini per la musica della Suite romantica; Roma, 1923); Vesuvio (libretto di V. Viviani per la musica di Hic est illa Neapolis; San Remo, 1933).
Musiche sinfoniche - Suite romantica (1909, ed. Ricordi); Prima Sinfonia (1910, rielaborata e presentata nel 1953 con il titolo di Sinfonia classica ,ed. Ricordi); Inno a Simon Bolivar per coro e orchestra (1930, inedito); Hic est illa Neapolis, tre pezzi orchestrali (1932, ed. Ricordi); Seconda Sinfonia (1933, ed. Ricordi); Sinfonia breve (1934, ed. Ricordi), Divertimento per orchestra da camera e pianoforte obbligato (1936, ed. Ricordi), Vesuvius, poema sinfonico (1946, ed. Suvini Zerboni).
Musiche strumentali da camera - Quatre Morceaux per pianoforte (1898, ed. Bote und Bock); Quatre Danses napolitaines per pianoforte (1899, ed. Hug); Quatre Pièces per pianoforte (1899, ed. Hug); Quatre Danses roumaines per pianoforte (1899, ed. Deiss); Deux Pièces per pianoforte (1900, ed. Deiss); Cinq Danses de Cléo de Mérode per pianoforte (dal balletto Lorenza,1902, ed. Deiss); Nostalgia per pianoforte (1918, ed. Sonzogno), Primo Quartetto (1918, ed. Universal); Sonata per violino e pianoforte (1923, ed. Ricordi); Sonata per violoncello e pianoforte (1925, ed. Universal); Secondo Quartetto (1926, ed. Universal); Concerto per trio (1929, ed. Suvini Zerboni); Pax per organo o pianoforte (1929, ed. L'antologia musicale Ricordi); Quintetto con pianoforte (1936, ed. Suvini Zerboni); Terzo Quartetto (1943, ed. Suvini Zerboni).
Musiche vocali da camera - Cinq Mélodies (1896, ed. Hug); Deux Mélodies (1900, ed. Quinzard); Felicità (testo di F. Pastonchi, 1914, ed. Ricordi); Tre Poemi di Tagore (1918, ed. Ricordi); Sei Liriche (1922, ed. Ricordi); Tre Liriche di Tagore (1928, ed. Universal); Vocalise-étude (1928, ed. Leduc); Messaggio (testo di Saffo, 1932, ed. Ricordi anche per canto e orchestra); Tre Vocalizzi (1933, ed. Ricordi); Gelosia, Segreto e Corsa (testi di R. Tagore, 1935, ed. Ricordi); Antica ninnananna partenopea (1935, ed. Ricordi); Nuove liriche tagoriane (1936, ed. Ricordi); Cinque nuove liriche tagoriane (1948, ed. Ricordi).
Bibl.: G. M. Gatti, F. A., in Musicisti moderni d'Italia e di fuori, Bologna 1920, pp. 9-21; G. Cesari, La leggenda di Sakuntala, in Riv. musicale ital., XXVIII, 4 (1921), pp. 666 ss.; L. Perrachio, F. A., in Il pianoforte, III, 1 (1922), pp.11-16; G. Pannain, La leggenda di Sakuntala di F. A., Milano a. d. [ma 1923]; A. Della Corte, Ritratto di F. A., Torino 1935; G. Migot, Una testimonianza: F. A., in La Rass. musicale, X (1937), 12, pp. 416-417; G. M. Gatti, Ricordo di F. A., in La Rass. musicale, XXIV (1954), 4, pp. 339-340; C. Schmidl, Diz. musicale dei musicisti, I, p. 34, e Supplemento, p. 18; A. De Angelis, Dizion. dei musicisti, Roma 1928, pp. 24-25; Encicl. dello Spettacolo, I, coll. 293-296; Dizionario Ricordi della musica e dei musicisti, p.23.