ROJAS ZORRILLA, Francisco
Poeta drammatico spagnolo, nato a Toledo nel 1607, morto a Madrid nel 1648. Studiò umanità a Toledo; in seguito, pare, a Salamanca; ma nel 1631 era già a Madrid, dove viveva la sua famiglia. Il R. Z. partecipava alla vita letteraria e ufficiale della capitale, collaborando ai varî "certami" poetici in onore della casa reale e apprestando drammi e spettacoli teatrali. Nel 1640, quando pubblicava la Primera parte delle sue commedie, il R. Z. ne aveva composte molte con fertile immaginazione e gusto personale, tanto da staccarsi dalla numerosa pleiade dei drammaturghi contemporanei e senza rimanere soffocato dal genio di Calderón, di cui, peraltro, seppe meditare e intendere l'esperienza artistica. Nel 1644, raccoglieva la Segunda parte.
Il teatro di R. Z. s'inquadra nel gusto del suo secolo: soprattutto s'ispira alla ricerca dello spettacolo, inteso nella sua inesauribile molteplicità di azioni umane e di miti storici, con prevalenza del senso tragico e passionale, nel quale la realtà psicologica diviene grandiosa ed eroica. All'ombra della grandezza di Calderón, di Lope de Vega e di Tirso de Molina, il R. Z. poté tuttavia illuminare alcune zone dell'anima spagnola: è, infatti, considerato come il suo capolavoro il forte dramma Del Rey abajo, ninguno (noto anche con altri titoli: El labrador más honrado, oppure García del Castañar), che sviluppa appunto un argomento squisitamente nazionale, il rispetto quasi religioso del re e il sentimento terribile e fatalistico del proprio onore. Questi due ideali fondamentali dello spirito spagnolo sono qui investiti dal di dentro, nella loro più gelosa intimità spirituale, sicché in definitiva traducono non tanto una concezione feudale, cavalleresca e tradizionale della vita, quanto una sensibilità tutta interiore e moderna. In queste predilezioni per l'elemento tragico il R. Z. ha insistito con fecondità dî temi e di atteggiamenti: Morir pensando matar (la leggenda di Rosmunda); Los áspides de Cleopatra (attinta a Plutarco); Los bandos de Verona (la leggenda di Giulietta e Romeo); El Caín de Cataluña (il fratricidio del conte Berengario Raimondo); Las más hidalga hermosura (La sposa di Fernán Gonzalez), e molte altre. In esse il R. Z. poteva anche appagare quel gusto per il prezioso e il barocco ch'egli respirava nell'aria e da cui non si potevano sottrarre neanche gli spiriti più geniali. Nelle commedie, anche queste molte e varie, il R. Z. ha spaziato nel vasto campo del comico, del caricaturale, dell'imprevisto, con grazia pari alla serietà che spendeva per i drammi. Tra le migliori si ricordano. Donde hay agravios no hay celos (da cui Scarron trasse Jodelet); Obligados y ofendidos; Lo que son las mujeres; fino alla più bella: Entre bobos anda el juego. Parecchie commedie, ínoltre; il R. Z. ha composto in collaborazione con gli altri scrittori del tempo: specie con Montalbán, Moreto y Cabaña, Calderón de La Barca, Luis de Belmonte, Vélez de Guevara e altri minori.
Ediz.: Comedias (una scelta di 27 commedie), nella Bibl. de aut. esp., LIV; Comedias (cinque, in collaborazione), ibidem, XIV e XLV; Teatro (Del Rey abajo, ninguno e Entre bobos anda el juego), nei Clásicos castell., n. 35, Madrid 1917, a cura di F. Ruiz Morcuende; Cada cual lo que le toca e La viña de Nábot, Madrid 1917, a cura di A. Castro; Del Rey abajo, ninguno, a cura di N. Flaten, New York 1929.
Bibl.: A. Morel-Fatio, L'Espagne au XVIe et au XVIIe siècle, Heilbronn 1878, pp. 603-676; E. Cotarelo y Mori, F. de R. Z., Madrid 1911.