Rabal, Francisco
Attore cinematografico e teatrale spagnolo, nato ad Aguilas (Murcia) l'8 marzo 1926 e morto a Bordeaux il 29 agosto 2001. I suoi lineamenti rudi e intensi, la sua fisicità 'terrigna', segnata dalle origini proletarie, ma anche percorsa da una nervosa capacità di esprimere inquietudini drammatiche, e il suo notevole talento istrionico gli consentirono di interpretare tanto personaggi mistici e introversi come in Nazarín (1958; Nazarin) di Luis Buñuel quanto figure di duri uomini d'azione come in Sorcerer (1977; Il salario della paura) di William Friedkin. Nel 1984 ottenne il premio come miglior attore al Festival di Cannes per Los santos inocentes diretto da Mario Camus.
Di umili origini, si trasferì con la famiglia, all'indomani della guerra civile spagnola, a Madrid dove lavorò come operaio, ma contemporaneamente si appassionò al teatro ed entrò a far parte di una compagnia filodrammatica, presso il collegio dei Gesuiti di Areneros. Trovato quindi lavoro come elettricista negli studi cinematografici di Chamartin, venne notato da Rafael Gil che gli affidò un piccolo ruolo in La pródiga (1946; L'ultimo amante). Ma fu soltanto nel 1950 che, dopo un intenso apprendistato come attore teatrale, con La honradez de la cerradura di Luis Escobar R. cominciò a ottenere parti più significative. Durante gli anni Cinquanta si costruì in Spagna una solida identità di attore e alla fine di quel decennio l'incontro con il cinema di Buñuel gli offrì l'occasione per affinare le sue capacità di interprete: in Nazarín seppe rappresentare con accenti suggestivi i dubbi, le sofferenze, la trasgressività, l'idealismo di frate Nazario, il sacerdote anticonformista che vive in modo radicale il dettato evangelico, mentre in Viridiana (1961) la sua interpretazione di Jorge si sposa alla carica eversiva del film in contrasto con l'ambiguità del suo personaggio, che incarna la nuova borghesia senza scrupoli, cancellando la memoria di un decadente passato rappresentato dalla dimora del ricco zio in cui giunge l'innocente cugina Viridiana. In un ruolo di contorno apparve anche in un altro capolavoro firmato da Buñuel, Belle de jour (1967; Bella di giorno). A partire dalla fine degli anni Cinquanta cominciò per R. una carriera italiana che lo vide interpretare film di importanti autori, alcuni ai loro inizi come Gillo Pontecorvo che lo chiamò per La grande strada azzurra (1957), accanto ad Alida Valli e Yves Montand; Mauro Bolognini, che lo scelse per Marisa la civetta (1957); Glauco Pellegrini, che gli affidò un ruolo in L'amore più bello, noto anche come L'uomo dai calzoni corti (1958); Giuliano Montaldo, che lo volle tra gli interpreti di Tiro al piccione (1961). Lavorò anche con maestri come Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti che gli affidarono ruoli significativi: per il primo interpretò un intellettuale in L'eclisse (1962), per il secondo prese parte all'episodio La strega bruciata viva di Le streghe (1967), ambientato nella società mondana dello spettacolo, accanto a Silvana Mangano e Annie Girardot. Più tardi Valerio Zurlini per Il deserto dei Tartari (1976), dal romanzo di D. Buzzati, e Luigi Comencini per il film televisivo La Storia (1987), dal romanzo di E. Morante, lo utilizzarono per le figure rispettivamente di Tronk e di Remo. Ma il suo volto 'ispanico' dai tratti ruvidi e marcati era adatto anche ai western all'italiana come I lunghi giorni della vendetta (1967) di Florestano Vancini e Si può fare… amigo (1972) di Maurizio Lucidi o a prestare le fattezze a personaggi storici in film biografici quali Cervantes (1966; Le avventure e gli amori di Miguel Cervantes) di Vincent Sherman, Simón Bolívar (1969) di Alessandro Blasetti, El 'Che' Guevara (1968) di Paolo Heusch, Goya, historia de una soledad (1971) di Nino Quevedo, Goya en Burdeos (1999; Goya) di Carlos Saura, uno dei più importanti registi spagnoli con cui R. aveva già lavorato in Los zancos (1984). D'altronde il cinema europeo d'autore si servì più volte di questo attore singolare, da Claude Chabrol, in Marie-Chantal contre le docteur Kha (1965; Marie Chantal contro il dr. Kha) a Jacques Rivette, che lo volle nel ruolo di padre confessore in Suzanne Simonin, la religieuse de Denis Diderot (1967; Susanna Simonin, la religiosa), da Mario Camus per Los santos inocentes, a Alain Tanner in L'homme qui a perdu son ombre (1991), fino al curioso ruolo del cineasta porno sulla sedia a rotelle in ¡Átame! (1990; Légami) di Pedro Almodóvar, giocato sui toni barocchi e grotteschi, con uno spiccato umorismo nero che R. usò anche per la figura di Papà Basilio di El evangelio de las maravillas (1998; Il vangelo delle meraviglie) di Arturo Ripstein. Una delle sue ultime apparizioni sullo schermo fu la commovente interpretazione dell'anarchico libertario in Alla rivoluzione sulla due cavalli (2001), film sulla rivoluzione portoghese del 1974 (detta dei garofani), per la regia di Maurizio Sciarra.