Zelada, Francisco Javier de
Cardinale spagnolo (Roma 1717 - ivi 1801); ebbe un ruolo importante nella politica ecclesiastica e nella cultura del suo tempo.
Non fu contrario infatti al decreto di soppressione della compagnia di Gesù e alla conseguente cacciata dei gesuiti dalla Spagna; fu a capo della politica antifrancese durante la rivoluzione e infine segretario di stato con Pio VI dal 1789 al 1796. Era stato nominato dallo stesso papa bibliotecario di Santa Chiesa (1779) e, allontanatosi poi dalla vita pubblica, dimostrò una vera passione per i libri, medaglie, monete (pubblicò nel 1778 De Nummis aliquot aereis uncialibus epistola), iscrizioni e anche per le nuove scoperte scientifiche. Fu così portato a spendere una grossa fortuna per riunire una ricca biblioteca (più di 6000 volumi, secondo il Moroni), una quarta parte dei quali erano manoscritti greci, ebraici, arabi, persiani, latini, italiani. In un primo momento pensò di lasciare i suoi libri alla biblioteca Vaticana, ma essi furono poi legati alla biblioteca Capitolare di Toledo. Per il decreto di sequestro dei beni ecclesiastici nel 1869, la libreria dello Z. passò alla biblioteca Provinciale di Toledo, dalla quale una parte andò a finire nella biblioteca Nazionale di Madrid e un'altra fu restituita alla Capitolare toledana.
Tra i libri del cardinale Z. si trovavano alcuni pregevoli codici danteschi tra cui, notevoli, un esemplare della Commedia del sec. XIV (biblioteca Nazionale di Madrid, 10057) con disegni in nero e note marginali. Alla Capitolare di Toledo si trova invece un volume (segnatura 104 6) con lo stemma dello Z., che contiene, oltre al testo della Commedia con gli Argomenti del Boccaccio in terza rima, la Vita Nuova, le quindici canzoni della tradizione boccacciana e la Vita di D. del Boccaccio stesso. È questa la prima delle tre copie autografe della Commedia che ci rimangono dell'autore del Decameron, la cui trascrizione non è certamente anteriore al 1357-59.
Alla Capitolare toledana si trova anche un Comentum Purgatorii Dantis (segnato 104 8), composto, a quanto si può dedurre da due date segnate la prima all'inizio, l'altra sul foglio 160 r, tra il 1413 e il 1424.
Nel valutare adeguatamente la portata dell'introduzione degli antichi manoscritti danteschi in Spagna, non è da dimenticare che i codici dello Z. sono stati ivi portati in epoca recente.
Bibl. - G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, CIII, Venezia 1861, 460-469; J.M. Octavio De Toledo, Catálogo de la Libreria del Cabildo Toledano, Madrid 1903-1906; D. De Robertis, in " Studi d. " XXXIX (1962) 205-206.