Imperial, Francisco
Poeta spagnolo, nato a Genova, introduttore del dantismo nella poesia castigliana. Era forse figlio di un gioielliere stabilitosi a Siviglia nel 1362. Tanto la sua vita quanto la sua opera presentano molti problemi. La sola datazione sicura è quella del componimento per la nascita del re (1405), data che coincide con gli altri scarsi dati documentali che portano a localizzare la sua produzione poetica nei primissimi anni del sec. XV, probabilmente gli ultimi della sua vita. Si sa pure che nel 1403 era luogo-tenente dell'Ammiraglio di Castiglia.
Quasi tutta l'opera poetica dell'I. si trova nel Cancionero de Baena, della metà del Quattrocento, dove risultano suoi 14 dei 15 decires (genere poetico narrativo-didattico) di sicura attribuzione (l'altro nel Cancionero de Palacio). I due più importanti sono certamente il Dezir a las syete virtudes (n° 250 del Cancionero de Baena) e quello " al nascimento, de Nuestro Señor el rey Don Juan " (no 226). Nel primo, ancora irto di difficoltà, nonostante sia stato possibile ripristinare certe espressioni guaste con l'aiuto del testo dantesco, si ha il solito incontro, in un bel giardino, del poeta con una guida, in questo caso proprio D.; sette stelle, che rappresentano le virtù, non risplendono più sulla Castiglia, perché ostacolate da sette serpenti; così sorge spontanea, fedele al modello, l'invettiva contro la città corrotta, forse Siviglia. Quando il poeta si sveglia ha in mano la Commedia. Gli elementi danteschi vanno dalla traduzione d'interi endecasillabi, con il tentativo d'introdurre questo metro, ai paragoni mitologici e ai sintagmi e prestiti lessicali inconfondibili. Anche il Dezir 226 ha come scenario un giardino dove si vedono i sette pianeti e la Fortuna con le rispettive virtù e in più la Nobiltà, le quali saranno donate al sovrano. Nell'insieme si tiene pure conto del Convivio e della Monarchia. Invocazioni e metafore ci mettono subito sulla scia di Dante. E si arriva persino, nel Dezir n° 521, alla citazione diretta del modello. Sebbene sia stata messa in dubbio l'importanza di I., gli studi recenti hanno confermato sia l'aderenza a D. che il suo significato, per l'innovazione linguistico-stilistica e anche metrica, nella storia della poesia castigliana.
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