GUERRERO, Francisco
Compositore, figlio del pittore Gonzalo Sánchez G., nacque nel maggio 1527 a Siviglia, dove morì l'8 novembre 1599. Venne educato alla musica dal fratello Pedro, favorevolmente noto ai contemporanei, come si può rilevare, tra l'altro, dalla considerazione in cui lo tiene Vincenzo Galilei nel Fronimo. In seguito, come da lui stesso apprendiamo, trasse grande profitto dagl'insegnamenti di C. Morales (verosimilmente dallo studio delle opere, piuttosto che da diretti ammaestramenti del Morales, il quale abbandonò Siviglia quando il G. era giunto, si e no, all'età di nove anni). Fu cantore alla cattedrale di Siviglia nel 1542, essendo primo maestro Pedro Fernández de Castilleja (morto nel 1574) al quale praticamente successe fino al 1554 quando vinse il concorso bandito dal Capitolo di Malaga; ma fu trattenuto in Siviglia da quei canonici che non vollero privarsi dell'opera sua.
Nel 1556 si recò a Lisbona per offrire di persona il primo libro delle sue Messe al re Don Sebastiano a cui era dedicato; poi andò a Roma, dove contribuì al Secondo Libro delle Laudi spirituali di Soto de Langa. A Roma doveva ritornare una seconda volta nel 1588, in occasione del suo viaggio in Terra Santa. Di questo viaggio il G. lasciò una colorita narrazione che, per una parte, può considerarsi come un'autobiografia (Viaje a Jerusalén, 1611). Di passaggio per Venezia s'incontrò con G. Zarlino, al quale affidò la cura di una pubblicazione di sue musiche. Al ritorno visitò anche Bologna, Livorno, Marsiglia e poté tornare in patria soltanto dopo avere superato pericolosi incidenti. La sua fu una vita di fede, che egli fedelmente tradusse nell'espressione religiosa, semplice e serena, della sua musica. La vocalità, nelle forme ampie della sua polifonia, s'inarca nell'ampiezza d'un canto di beata contemplazione.
Le numerose opere polifoniche del G. furono assai diffuse al suo tempo, e vennero frequentemente stampate in Francia, in Fiandra, in Italia. Fra le più notevoli vanno ricordate: Sacrae cantiones vulgo Motecta nuncupata 4 et 5 vocibus, Siviglia 1555; Magnificat, Lovanio 1563; Messe, I e II libro, Parigi 1566 e Roma 1582; Liber vesperarum, Roma 1584. La sua messa più ammirata fu quella sul canto fermo Simile est regnum caelorum. Scrisse anche due Passioni a cinque voci, secondo i Vangeli di S. Matteo e S. Giovanni.
Coltivò anche l'arte profana con Chanzonetas e Villancicos. Durante il soggiorno veneziano diede alle stampe le Canciones y Villanescas espirituales (1589) di cui si conoscono soltanto due esemplari appartenenti alla Biblioteca Medinaceli di Madrid e al Conservatorio di Bruxelles.
Bibl.: R. Mitijana, F. G., estudio crítico biográfico, Madrid 1922; Ristampe di musiche del G., in M. Eslava, Lira Sacro-Hispana, Madrid 1869 e F. Pedrell, Hispaniae Schola Mus. sacra, Barcellona 1894-97, voll. II e VI.