FRANCISCO de Hollanda
Miniatore e scrittore portoghese, nato a Lisbona da padre olandese nel 1517, morto ivi il 19 giugno 1584. Cominciò la sua carriera artistica sotto la direzione del padre, Antonio. A vent'anni, con una sovvenzione reale partì per Roma, percorrendo la Spagna, la Francia e l'Italia. Qui restò otto anni, due dei quali fisso in Roma, ove conobbe Michelangelo, e assistette ad alcune sue conversazioni con Vittoria Colonna e gli eruditi del tempo. Tornato a Lisbona formò dai ricordi di quei colloquî alcuni dialoghi, cui deve la sua celebrità fra gli studiosi. A servizio della corte dipinse codici, libri d'ore, e immagini di santi, e ne ebbe doni e parecchie pensioni. Come scrittore fu il primo in Portogallo a occuparsi di argomenti artistici, ma i suoi libri non furono pubblicati durante la sua vita. Egli scrisse: Da pintura antiga (1549; una traduzione italiana ne ha dato A. M. Bessone Aurelj, Roma 1924 e 1926), in cui sono compresi i dialoghi con Michelangelo; Do tirar pelo natural (Dell'arte del ritratto; 1549); Louvores eternos (Lodi eterne; 1569). Nello stesso anno, Da fabrica que fallece na cidade de Lisboa (Delle fabbriche che mancano alla città di Lisbona). Finalmente poco prima di morire, il libro religioso De Cristo Homem (Cristo uomo).
Ediz.: Nel 1879 furono pubblicate a Porto dal Vasconcellos nel tomo VI, serie I, dell'archeologia artistica: Da fabrica que fallece na cidade de Lisboa. E nel 1890 e 1892 sempre a Porto nella rivista: A vida moderna i due libri: Da pintura antiga, Do tirar pelo natural. Nel 1896 a Porto in soli cento esemplari Quatro dialogos da pintura antiga. Un suo libro di disegni è conservato all'Escuriale (edito anche da Achille Pellizzari nel 1915).
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XII, Lipsia 1916 (con bibl.). Per le diverse edizioni dell'opera principale, Da pintura antiga, v. E. Steimann-R. Wittkower, Michelangelo-Bibliographie, Lipsia 1927, n. 1009, pp. 194-95. - Sul suo valore d'informazione diretta v. C. Aru, I dialoghi romani di Fr. d. H., in L'Arte, XXXI (1928), pp. 117-28; A. M. Bessone Aurelj, Della sincerità di F. de H., in Il Vasari, III (1930), pp. 202-10.