FIGUEROA, Francisco de
Poeta spagnolo, nato in Alcalá de Henares nel 1536, e morto forse nel 1617. In Italia, dove si recò giovanissimo militando negli eserciti di Carlo V, educò il suo temperamento poetico, derivando dalla lirica toscana motivi per la sua fantasia e schemi metrici per la sua tecnica: s'incontrava così con la scuola italianizzante del Boscán (v.) e di Garcilaso (v.).
Con il bucolico nome di Tirsi dedicava all'amata le sue canzoni e i suoi sonetti, tutti di squisita fattura, che ci fanno dimenticare la loro origine petrarchista per quella trasparente, schietta e melodiosa immaginazione che li suggella: questa sensibilità, un po' fragile e un po' astratta, ma ansiosa di visioni luminose e di abbandoni musicali, sempre aristocratica e raffinata, gli valse tra i contemporanei il nome di "divino": celebre l'Égloga pastoral, in versi sciolti. Il definitivo ritiro in Alcalá, dopo un viaggio nelle Fiandre (1579), e la coscienza d'una spirituale maturità ormai inadatta alla poesia amorosa, lo rivolsero a studî eruditi: anzi, prima di morire, volle distruggere tutte le sue composizioni, che, salvate in parte, furono edite a Lisbona nel 1626.
Ediz.: Obras, facsimile dell'ediz. del 1626, a cura di A. M. Huntington, New York 1903; Poésies inédites, a cura di R. Foulché-Delbosc, in Revue hisp., XXV (1911), pp. 317-543.
Bibl.: R. Menéndez Pidal, Observaciones sobre las poesías de F. de F., in Bol. de la R. Ac. españ., II (1915), pp. 302-40, 453-96; J. P. W. Crawford, The source of a Pastoral Eglogue, in Mod. Lang. Notes, XXXV (1920), p. 438 segg.