VIÉLÉ-GRIFFIN, Francis
Poeta francese, nato a Norfolk (nella Virginia) nel 1864. Si trasferì giovane in Francia, aderì al movimento simbolista ed esordì nella rivista Lutèce, pubblicandovi versi regolari, poi raccolti col titolo Cueille d'Avril (1887). Fin da allora si manifestò la sua tendenza verso la poesia drammatica con un poema Ancaeus (1888); ma frattanto il V.-G. aveva aderito alle teorie del verso libero di cui diede un primo saggio nel volume di liriche Joies (1889) e che sostenne negli Entretiens politiques et littéraires (1890-92), da lui redatti insieme con P. Adam e B. Lazare.
Il verso libero (v) lo fece cadere in qualche verbosità, sia nel citato volume Joies e sia in altri successivi, nei quali si nota non di rado nei soggetti un certo alessandrinismo filtrato attraverso l'estetismo dominante nella letteratura inglese alla fine del secolo XIX, e, nella derivazione letteraria dei temi, una certa freddezza di cui è chiaro esempio la raccolta intitolata La lumière de Grèce (1912). Tuttavia il verso libero fu il mezzo espressivo più adatto a quella poesia narrativa e drammatica che è forse l'aspetto più vivo del V.-G. e nella quale egli ha dato opere tra le sue migliori, come La chevauchée d'Yeldis (1893) e La légende ailée de Wieland le Forgeron (1900).
Altre opere: Les Cygnes (1885-86); Diptyque (1891); Πάλαι (1894); Poèmes et poésies 1886-93 (1895); Le rire de Mélissa (1896); La clarté de zie (1897); Phocas le jardinier (dramma, 1898); L'amour sacré (1903); Plus loin (1906); Sapho (1911); Voix d'Ionie (1914); La rose au flot (1922); Le domaine royal (1923); La sagesse d'Ulysse (1925); Saint François auxpoètes (1927), ecc.
Bibl.: J. de Cours, F. V.-G. Øuvre, pensée, art, Parigi 1930.