PONGE, Francis
Poeta e saggista francese, nato a Montpellier il 27 marzo 1899, morto a Parigi il 6 agosto 1988. Trascorsa l'infanzia ad Avignone e a Caen, completò gli studi a Parigi dove, conosciuto J. Paulhan, trovò saltuario lavoro presso la casa editrice Gallimard (1921-23). Nel 1926, assieme a un commento a liriche di Mallarmé, uscì la sua prima raccolta, Douze petits écrits, una forma di petits poèmes en prose cui P. resterà costantemente fedele e che più tardi battezzerà proèmes. Nel 1930 aderì al surrealismo, impegnandosi politicamente, ma senza che l'orientamento marxista o gli estremismi del surrealismo esercitassero influenze di rilievo sulla sua opera. Per vivere, accettò un impiego presso le Messageries Hachette (1931-37), da cui venne licenziato per aver partecipato attivamente alle lotte sindacali. S'iscrisse al Partito comunista (ne uscirà nel 1947), vivendo dei proventi di assicuratore e dedicandosi intensamente a terminare Le parti pris des choses, forse la sua opera più importante, certamente la più conosciuta, che uscirà nel 1942 (trad. it., 1979), suscitando polemiche e consensi. Negli anni dell'occupazione tedesca, P. partecipò attivamente alla Resistenza; ma a guerra terminata il suo impegno politico si ridusse considerevolmente, soprattutto perché diverse e intense suggestioni gli venivano dalla frequentazione di esponenti dell'avanguardia artistica come Braque, Picasso e Dubuffet, cui nel corso degli anni dedicherà alcuni saggi (Braque le réconciliateur, 1946; Le peintre à l'étude, 1950, con illustrazioni di Braque; Braque lithographe, 1963; L'atelier contemporain, 1977; L'écrit Beaubourg, 1977). Le difficoltà materiali lo costrinsero ad accettare impieghi anche modesti, finché una cattedra d'insegnante all'Alliance Française non gli permise una relativa sicurezza economica. Dopo le raccolte L'oeillet, la guêpe, le mimosa (1946), Le carnet du bois de pins (1947), Proèmes e La crevette en tous ses états (1948), La Seine e Des cristaux naturels (1950), Le lézard (1953), P. conquistò una certa notorietà, consacrata nel 1959 dal premio internazionale di poesia Capri e dal conferimento della Légion d'honneur. Nel 1961 lasciò Parigi e si stabilì definitivamente in Provenza.
Nel 1961 pubblicò i tre tomi di Le grand recueil (Lyres; Méthodes; Pièces), che, con i successivi Tome premier (1965) − riproposta di testi già editi dal 1948 al 1950 −, Le savon e Nouveau recueil (1967), costituisce la summa della sua opera poetica; ad essi si può affiancare almeno My creative method (1949) e Pour un Malherbe (1965), manifesti della propria poetica. P. ha definito sempre meglio il proprio pensiero nelle opere successive, tra le quali si ricordano Comment une figure de paroles et pourquoi (1977), La table (1982), Petite suite vivaraise (1983), Pratiques d'écritures ou l'inachèvement perpétuel (1984) e Elément pour une préface à un grand bestiaire (1987).
P. riconosce agli oggetti una priorità ontologica che l'eccessivo soggettivismo e l'irrealismo cui sono improntati cultura e linguaggio contemporanei hanno loro negato. Strumento primario di questa riforma dev'essere un linguaggio che, rinnegando codici interpretativi, antropocentrismo e astrazioni della poetica tradizionale, sia del tutto rapportato all'oggetto, del quale scopre ed evidenzia aspetti inediti e valenze insospettate ''giocando'' con affinità semantiche, con assonanze foniche, con indagini etimologiche. Ne deriverebbe la consapevolezza "della sostanziale profondità, della varietà e della rigorosa armonia del mondo", e fors'anche una nuova definizione dell'uomo e del suo rapporto con le cose: scoprire un aspetto sconosciuto delle cose equivale infatti a illuminare un angolo oscuro dell'animo umano, in quanto descrivere l'oggetto esterno porta di necessità a una definizione contestuale dell'emozione che esso suscita. Se dunque non sarà possibile penetrare e definire l'essenza dell'oggetto, si potrà almeno percepirne gli "armonici", che la scrittura poetica − definita objeu in quanto forma retorica perennemente rimessa in gioco, o proème in quanto composizione provvisoria − accerterà e descriverà via via in un'ininterrotta serie di avvicinamenti, ognuno dei quali dotato della stessa dignità attribuibile a un'opera finita in quanto tappa di uno straordinario work in progress, proteso alla conquista di una realtà sfuggente e però unica.
Di fondamentale importanza per la definizione della poetica di P. risulta infine il carteggio con Paulhan (Correspondance J. Paulhan-Ponge, 1986).
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