BRADLEY, Francis Herbert
Filosofo inglese nato a Glasbury, contea di Brecknock (Galles), il 30 gennaio 1846 e morto a Oxford il 18 settembre 1924. È ll rappresentante più notevole del nuovo idealismo inglese, che si ricollega alla tradizione kantiana e postkantiana. Il suo sistema filosofico, esposto nell'opera Appearance and Reality (Londra 1893, poi più volte ristampata), è ispirato all'esigenza dell'identità di essere e conoscere, ma tale identità è concepita più come un ideale irraggiungibile che non come una realtà in atto. Secondo il Bradley, infatti, la realtà vera o l'assoluta verità è eterna, extratemporale e extraspaziale, sì che la conoscenza umana, limitata alle cose finite, non può essere altro che apparenza. Perché le apparenze si potessero mutare in realtà, sarebbe necessario che esse cessassero di essere cognizioni parziali e divenissero cognizione totale: raggiungessero cioè quell'assoluto che è negazione di ogni processo e stasi perfetta. Conclusione agnostica, come ha riconosciuto lo stesso Bradley ammettendo "il sano scetticismo per cui tutta la conoscenza in un certo senso è vanità".
Tra gli altri scritti del B. sono da ricordare: Ethical studies, Londra 1876, 2ª ed. 1927; Principles of Logic, Londra 1882, 2ª ed. 1922; Essays on Truth and Reality, Oxford 1914.
Bibl.: A. E. Taylor, F. H. Bradley, in Proceedings of the Brit. Academy, 1926.