CARCO, Francis
Pseudonimo dello scrittore francese François-Marie-Alexandre Carcopino-Tusoli, nato il 3 luglio 1886 a Numea (Nuova Caledonia) dove il padre dirigeva un reclusorio. Certo anche alle impressioni infantili si deve se C., dopo un comune noviziato simbolistico, si dedicò con curiosa acutezza all'analisi di un mondo di criminali e di miserabili, di fronte ai quali, per virtù di comprensione e rappresentazione, cade in lui ogni convenzionale moralismo non nato da un'attiva superiorità etica. Da lì la sua lotta al mondo borghese.
Se si badi, dunque, ai temi ispiratori la sua opera è una vasta silloge di esempî che va dai versi di La Bohême et mon coeur (1912; 4ª ed. definitiva 1934) e da romanzi quali Jésus-la-Caille, 1914, che lo rese celebre, Les Innocents, 1916, Bob et Bobette s'amusent, 1919; Paname, 1925, alle più vaste pitture di costumi in una lingua che ama il veloce mimetismo del gergo secondo una intensa tecnica espressionistica: Perversité, 1925; L'homme traqué, 1922; L'Équipe, 1919; L'amour vénal, 1924; Rue Pigalle, 1927; La rue, 1930; Surprenant procès d'un bourreau, Ginevra 1943, alle descrizioni d'ambiente di De Montmartre au Quartier latin, 1927; Montmartre à vingt ans, 1938; A voix basse, 1938; Bohême d'artiste, 1940; ai Mémoires, 1942, pubbl. a Ginevra, ove si rifugiò durante la guerra e perfino, nei saggi critici, alla predilezione per le figure di artisti più romanzesche e tempestose colte proprio in questo loro aspetto: Le Roman de Villon, 1926; La légende et la vie d'Utrillo, 1927, Verlaine, 1939.
Bibl.: H. Martineau, F. C., in le Divan, XIII, 1921; A. Thérive, in Opinions littéraires, Parigi 1925; Le Divan, F.C. poète (numero speciale di omaggio), XXI, 1929; Y. Gandon, Le démon du style, Parigi 1938; A. Rousseaux, in Littérature du XXe siècle, Parigi 1939; Fr. Lefèvre; De Corbière à C., in les Nouvelles Littéraires, 1945, fasc. 33.