FRANCHI (Francia), Cesare, detto il Pollino
Non si conoscono gli estremi biografici di questo pittore e miniatore, nato probabilmente a Perugia e attivo in Umbria e a Roma nell'ultimo decennio del XVI secolo. Il Pascoli (1732) ritenne erroneamente che Cesare Pollini fosse personalità artistica distinta dal F., nonostante le indicazioni fornite dai suoi biografi seicenteschi (Crispolti, 1648; Lancellotti), che hanno permesso, tra l'altro, di individuare in un difetto della vista l'origine del soprannome (Mancini, 1987, p. 36). Pressoché nulla si conosce riguardo alla sua formazione artistica e oltre a un certo numero di disegni attribuitigli (ibid., p. 124 n. 71) poche sono le miniature, tutte conservate a Perugia, che testimoniano la sua attività. Di un suo soggiorno a Roma, "dove servì a molti sommi pontefici" (Orlandi, 1704), accennano le fonti, benché non vi rimanga alcuna sua opera.
È assai probabile che il F. abbia tenuto presente l'opera di Giulio Clovio, che a Perugia aveva lavorato al servizio del cardinale Marino Grimani lasciando un segno non indifferente sullo sviluppo della miniatura locale. E, in particolare, è possibile che abbia subito l'influenza della scuola artistica nata intorno al Clovio, che aveva realizzato opere come i corali miniati di Pio V (Sapori, 1988; S. Pettenati, I corali di Pio V. Pio V e S. Croce di Bosco. Aspetti di una committenza papale, catal., Alessandria-Boscomarengo 1985, pp. 171-223).
Incerto è se debba essere riferito al F. il pagamento "al maestro Cesare miniatore", effettuato nel 1583 dal Comune di Perugia, per compenso della decorazione di privilegi ora perduti; né ha potuto trovare conferma l'ipotesi, basata su analogie stilistiche, di una sua partecipazione alla realizzazione dell'antiporta relativa al secondo trimestre delle Riformanze del 1583, ora all'Archivio di Stato di Perugia (Mancini, 1987, p. 30). Ai modi del F. è stata inoltre accostata (Sapori, 1988) l'antiporta delle Riformanze relativa al secondo trimestre del 1584 nonché quella per una matricola o statuto dell'arte della lana, riferita invece da Mancini (p. 30) ad anonimi miniatori.
Tra le opere superstiti del F. spiccano cinque miniature su pergamena raffiguranti la Sacra Famiglia (in due versioni), l'Assunzione della Vergine, la Lapidazione di s. Stefano e la Madonna con Bambino e santi, conservate nella Galleria nazionale dell'Umbria a Perugia e inserite, tra la fine del Settecento e i primi decenni dell'Ottocento, in una sorta di incorniciatura lignea. Realizzate per l'oratorio dei nobili di Perugia probabilmente nell'ultimo decennio del Cinquecento e appartenenti a una serie più ampia di otto esemplari, furono assai apprezzate all'epoca tanto da essere richieste, ma senza successo, dal cardinale Scipione Borghese (ibid., pp. 37 s., 41-43).
Varia è la cultura che si può desumere da tali opere: dal tardo manierismo nordico di B. Spranger, "in cui confluivano rievocazioni michelangiolesche e neoparmensi" (Toscano, 1989), fino a riprese da Giulio Romano e F. Salviati; il tutto mediato e filtrato attraverso la lezione del Clovio mentre sarebbe da escludere un influsso della pittura del fiammingo Francesco da Castello. In particolare, l'Assunzione della Vergine e la Lapidazione di s. Stefano lasciano intravedere, nelle composizioni affollate di figure, precisi elementi tratti dalla pittura di Giulio Romano, così come la Sacra Famiglia appare assai vicina alla componente più propriamente raffaellesca dello stesso artista (ibid.).
Elementi michelangioleschi mediati attraverso la cultura figurativa del tardo manierismo nordeuropeo sono evidenti nella resa anatomica, nel panneggio tormentato e dilatato, a tratti spigoloso e quasi metallico, nonché nell'uso di colori carichi e aciduli. Così come la presenza di alcuni particolari iconografici come la "figura ammantata della Sacra Famiglia" (ibid.), che sembrano essere ripresi dalla grafica di H. Goltzius.
Vicine alle opere della Galleria di Perugia, in senso sia stilistico sia cronologico, sono da ritenere lo Sposalizio mistico di s. Caterina e l'Incoronazione della Vergine, miniature conservate anch'esse a Perugia, rispettivamente nel convento di S. Agostino e nella Biblioteca comunale Augusta (ibid., p. 43).
A una fase cronologica successiva, influenzata probabilmente anche dall'opera di F. Barocci apparterrebbe infine l'Adorazione dei pastori (Perugia, Bibl. comunale Augusta), rimasta incompiuta forse a causa delle vicende biografiche del Franchi. Secondo quanto narrato dal Pascoli (1732, p. 179), infatti, coinvolto in un omicidio durante i festeggiamenti del carnevale a Perugia, l'artista fu condannato a morte. Vani furono i tentativi per sottrarlo alla pena capitale. A testimonianza di ciò rimane una supplica a papa Clemente VIII, firmata da un gruppo di artisti attivi a Roma (Bertolotti, 1877, pp. 32 s.). Pur non recando la data, tale documento risulta indirizzato anche al cardinale Aldobrandini da identificare, con ogni probabilità, nel cardinale Cinzio, divenuto prefetto della Segnatura di giustizia nel 1599 (Ragona, 1970). Tra tale data e il 1601, anno in cui morì uno dei firmatari, il pittore P. Nogari, si può dunque collocare la data di morte del Franchi.
Si ricordano, infine, due miniature con figurazioni di Putti attribuite per analogie stilistiche alla mano del F. da Byam Shaw (1976).
Fonti e Bibl.: Perugia, Bibl. comunale Augusta, ms. 1886: O. Lancellotti (sec. XVII), Feste mobili, f. 17r; C. Crispolti, Perugia augusta, Perugia 1648, p. 382; G.F. Morelli, Brevi notizie delle pitture e sculture che adornano l'augusta città di Perugia, Perugia 1683, pp. 104, 178; P.A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 122; L. Pascoli, Vite de' pittori, scultori, ed architetti perugini, Roma 1732, pp. 167 s., 177-180; B. Orsini, Guida al forestiere per l'augusta città di Perugia, Perugia 1784, pp. 89, 148, 195, 241; A. Bertolotti, Miscellanea artistica, in Giorn. di erudizione artistica, VI (1877), pp. 27, 32 s.; A. Lupattelli, Storia della pittura in Perugia…, Foligno 1895, pp. 58, 68 s.; A. Ragona, Di due miniatori del tardo sec. XVI, Paolo Bramè palermitano e C. F. perugino, in Arch. stor. per la Sicilia orientale, LXVI (1970), pp. 146-152; J. Byam Shaw, Drawings by old masters at Christ Church. Oxford, Oxford 1976, I, p. 97 n. 269; F.F. Mancini, Miniatura a Perugia tra Cinquecento e Seicento, Perugia 1987, pp. 30, 36-43, 123-125; G. Sapori, in La pittura in Italia. Il Seicento, Milano 1988, II, p. 745; B. Toscano, Pittura del Seicento in Umbria, un'indagine di campo, in Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria (catal., Spoleto), Venezia 1989, pp. 23 s., 48 s., nn. 32-38; M. Di Giampaolo, C. F. dit le Pollino: variations sur le thème de la Sainte Famille, in Disegno. Actes du Colloque du Musée des beaux-arts de Rennes, 1990, Rennes 1991, pp. 19-24 (con bibl.); E.A. Talamo, Miniature e disegni nei codici della Cappella Sistina, Roma 1997, ad Indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 314.