ZUCCARELLI, Francesco
Pittore e incisore. Nacque a Pitigliano nel 1702, morì a Firenze nel 1788. Fu scolaro a Firenze di Paolo Aresi e a Roma di G. M. Monaldi e P. Nelli. Viaggiò per tutta l'Italia; a Venezia, dove si trovò dopo il 1730, subì l'influenza di Marco Ricci; a Bergamo si fermò diverse volte (1736, 1747, 1748, 1751), trovandovi aiuto e protezione dal conte Fr. M. Tassi. Si recò a Londra tra il 1751-52 e nel 1768 e furono questi gli anni più fortunati della sua laboriosa carriera artistica. Si dedicò specialmente alla pittura di paesaggio e riuscì arioso nello spazio, gustoso di colorito nelle scene pastorali e mitologiche dove predomina il più attraente effetto decorativo. Così le sue composizioni, trattate con tanta facilità di tocco e d'ispirazione, soddisfecero le raffinatezze dei collezionisti e degli amatori, entrarono nei salotti eleganti e furono riprodotte e divulgate da numerosi calcografi e incisori come F. Bartolozzi, F. W. Wagner e altri.
In Italia opere sue si trovano in Alessandria, Ascoli Piceno, Bassano, Bergamo, Bologna, Brescia, Milano, Modena, Parma, Pisa, Roma, Strà, Torino, Treviso, Venezia, Vercelli; e all'estero: in Amburgo, Avignone, Berlino, Bruxelles, Budapest, Cambridge, Graz, Leningrado, Londra, Monaco, New York, Oxford, Parigi, Rouen, Valenciennes, Vienna. Tra i dipinti migliori indicheremo quelli della Galleria Nazionale, del Victoria and Albert Museum di Londra, del castello di Windsor, del Museo di belle arti di Budapest, della raccolta Borromeo all'Isola Bella, del Castello Sforzesco di Milano, delle Gallerie di Venezia.
Eminentemente pittorici sono i suoi disegni a bistro e guazzo a colori che si trovano numerosi, specialmente nelle raccolte degli Uffizî e del British Museum a Londra. Come incisore rivelò scarsa originalità e una tecnica convenzionale e monotona riproducendo opere d'altri. Ricorderemo un'acquaforte da un dipinto di Giovanni Mannozzi da San Giovanni del 1730, ritratti di Lorenzo Lippi, un'allegoria da composizione di Lorenzo Lippi.
Bibl.: G Delogu, Pittori veneti minori del Settecento, Venezia 1930, pagine 116-136 (con bibl.).