ZAZZARA, Francesco
ZAZZARA (Zazzera), Francesco. – Nacque a Roma tra il 1574 e il 1575 da Monte e da Clarice Zaccarini. Il padre proveniva da Firenze ed esercitava a Roma la professione di profumiere. Questi fu tra i primi e più assidui penitenti di Filippo Neri, al quale era del resto accomunato dall’origine fiorentina. Rimase legato a Neri sino alla morte di quest’ultimo e successivamente depose più volte al processo per la sua canonizzazione. Le sue testimonianze sono ricche di dettagli sulla prima comunità oratoriana. Anche Francesco crebbe in stretta familiarità con Neri, tanto da essergli vicino negli ultimi giorni di vita. Fu anche tra i pochi che assistette all’autopsia sul suo cadavere. Nei mesi successivi al decesso di Neri il giovane Zazzara venne formalmente accettato nella comunità oratoriana di Roma, nella quale fece il suo ingresso ufficiale l’8 settembre 1595. Ricevette l’ordinazione sacerdotale il 25 dicembre 1601.
Alcuni suoi fratelli fecero anch’essi parte della Congregazione dell’Oratorio: Clemente, entratovi nel 1595, dovette abbandonare la vita comunitaria nel 1600, costretto da motivi di salute; Andrea, divenuto oratoriano nel 1597, ricevette l’incarico di proseguire gli Annales Ecclesiastici del cardinale Cesare Baronio, ma non poté portarlo a termine perché colto da morte prematura nel 1617, a soli trentotto anni; Giovanni Battista infine, già canonico di S. Pietro in Vaticano e S. Giovanni in Laterano, nel 1622 rinunciò ai propri privilegi per unirsi alla comunità oratoriana di Roma, in seno alla quale morì nel 1625. Vicino all’ambiente filippino fu anche il cappuccino Simone Zazzara, zio paterno di Francesco.
All’interno dell’Oratorio romano Zazzara ebbe da subito un ruolo centrale, svolgendo i propri compiti accanto ad autorevoli figure della prima generazione oratoriana. Tra questi Baronio, del quale raccolse alcune memorie autobiografiche (Roma, Biblioteca Vallicelliana, Q.74, cc. 48r- 66[bis]r). Un rapporto privilegiato fu, tuttavia, quello che lo legò al confratello Antonio Gallonio.
Gallonio – tra l’altro – lasciò la sua biblioteca in eredità ai fratelli Francesco e Andrea Zazzara. Questi volumi, ai quali si aggiunsero i libri propri dei due fratelli Zazzara, confluirono infine tra i fondi della Biblioteca Vallicelliana. Di Gallonio, Zazzara stese anche alcune note biografiche (Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, P.I.3, n. 9.5; Biblioteca Vallicelliana, O.58, cc. 365r-368r).
Lo stretto rapporto tra Zazzara e Gallonio dovette essere favorito dall’assidua e intima frequentazione che entrambi intrattennero con Neri durante i suoi ultimi anni di vita. Zazzara, inoltre, inizialmente affiancò e poi sostituì Gallonio – autore della prima biografia del futuro santo – nel promuovere il culto del loro padre fondatore e nel costruirne l’immagine agiografica.
La sua azione fu incisiva nelle diverse fasi del processo di canonizzazione. Egli stesso vi depose sei volte (si tratta in assoluto del più alto numero di testimonianze rese da un solo teste). Zazzara, inoltre, operò sui materiali del processo compendiandoli e ricavandone numerosi estratti (in particolare, Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, A.III.4 [a-i], A.III.9).
Attraverso le sue testimonianze e il successivo lavoro sugli atti processuali, Zazzara contribuì in maniera efficace a delineare la figura e la spiritualità del fondatore dell’Oratorio. In modo specifico, con la sua deposizione del 22 novembre 1595 (Il primo processo per san Filippo Neri..., a cura di G. Incisa della Rocchetta - N. Vian - C. Gasbarri, I, 1957, pp. 378 s.) e un passaggio di un suo libretto di appunti manoscritti (Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, A.III.4 [i], cc. 55-59), ebbe il merito di tramandare alcune brevi preghiere giaculatorie personalmente apprese durante la sua frequentazione con Filippo. Più in generale, l’apporto di Zazzara dovette essere sostanziale nella costituzione del corpus di detti e massime del santo.
In tal senso andrebbe indagato il ruolo specifico avuto da Zazzara – accanto a quello di altri suoi confratelli – nella stesura del manoscritto conservato a Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, A.III.9, che riunisce molte delle massime attribuite a Neri e che appare essere il prototipo di questa raccolta.
L’impegno e la costanza profusi da Zazzara nel lungo percorso che portò al riconoscimento ufficiale del culto di Neri sono testimoniati anche dal suo Diario delle onoranze a s. Filippo dalla morte alla canonizzazione. In questo scritto Zazzara registrò con essenzialità cronachistica le molte iniziative che, tra il 26 maggio 1595 e il 26 maggio 1621, si susseguirono per onorare la memoria dell’allora candidato agli onori degli altari.
Zazzara sovraintese con attenzione, soprattutto nella gestione delle finanze, ai lavori di costruzione e decorazione della cosiddetta cappella del Santo, realizzata alla sinistra dell’altare maggiore di S. Maria in Vallicella e destinata a ospitare le spoglie di Neri.
Numerosi furono i compiti che ricoprì all’interno dell’Oratorio romano e nell’amministrazione del suo patrimonio. Nel 1602, insieme ad altri confratelli romani, fu destinato all’abbazia di S. Giovanni in Venere, in Abruzzo. Questa, con i suoi vasti possedimenti fondiari, era stata concessa alla Congregazione dell’Oratorio nel 1585.
Il trasferimento in Abruzzo avveniva in un momento drammatico per la Congregazione. L’abbazia era stata gestita sino ad allora dai padri oratoriani di Napoli. Nel 1602, a seguito della separazione formale tra la comunità partenopea e quella di Roma, l’amministrazione fu invece lasciata ai padri della Vallicella.
Zazzara rimase in Abruzzo fino a maggio del 1604, risiedendo principalmente a Lanciano dove ormai da tempo gli oratoriani designati a seguire gli affari di S. Giovanni in Venere avevano posto il proprio domicilio. Zazzara operò come rettore di questa piccola comunità e in tale veste ebbe parte in non poche controversie – per lo più legate a diritti, concessioni e questioni di confine – relative ai terreni dell’abbazia.
A Roma, all’interno della comunità vallicelliana, fu più volte prefetto dell’Oratorio piccolo e deputato. Da qui mantenne stretti contatti con le case oratoriane che in quegli anni si moltiplicavano in tutta Italia, occupandosi sia di questioni amministrative sia di quelle legate alla promozione cultuale di Neri. Allo stesso tempo, la centralità assunta nella gestione della memoria del fondatore dell’Oratorio lo rese un referente privilegiato per molti illustri personaggi del tempo, tra i quali il cardinale Federico Borromeo.
Morì a Roma, alla Vallicella, il 26 aprile 1626.
Opere. In aggiunta ai suoi lavori – quasi tutti manoscritti – già indicati nel testo, parte della sua corrispondenza in uscita è segnalata in Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, B.III.7-8, B.IV.9-10, P.I.3. Presso la stessa sede, il codice A.IV.19 contiene lettere inviategli da alcuni cardinali (cfr. Morello - Dante, 1978, pp. 299, 318, 320, 351). Altre, indirizzate a Borromeo, sono conservate presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano (cfr. Card. Federico Borromeo: indice delle lettere..., 1960, p. 374). Il Diario delle onoranze a s. Filippo dalla morte alla canonizzazione è conservato in forma manoscritta a Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, A.IV.13; sulla base di tale testimone il Diario è stato edito da G. Incisa della Rocchetta nella collana Quaderni dell’Oratorio, 6 [Roma, 1962].
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca Vallicelliana, O.59: P. Aringhi, Vita del P. F. Zazzera, cc. 152r-163r (prima stesura), cc. 164r-176r (seconda stesura); Il primo processo per san Filippo Neri nel codice Vaticano latino 3798 e in altri esemplari dell’Archivio dell’Oratorio di Roma, a cura di G. Incisa della Rocchetta - N. Vian - C. Gasbarri, I-IV, Città del Vaticano 1957-1963; Card. Federico Borromeo: indice delle lettere a lui dirette conservate all’Ambrosiana, Milano 1960; Philipp Neri, Schriften und Maximen, a cura di U. Wick-Alda - P.B. Wodrazka, Sankt Ottilien 2011 (in partic. pp. 236 s., relativamente a Roma, Archivio della Congregazione dell’Oratorio, A.III.9, e 337-356, per le preghiere giaculatorie apprese da Neri).
G. Gasbarri, L’Oratorio Romano dal Cinquecento al Novecento, Roma 1962 [1963], pp. 157 s. e passim; G. Morello - F. Dante, L’archivio della congregazione dell’Oratorio di Roma alla Chiesa Nuova, in Ricerche per la storia religiosa di Roma, II (1978), pp. 275-362; A. Cistellini, San Filippo Neri. L’Oratorio e la Congregazione oratoriana. Storia e spiritualità, I-III, Brescia 1989, ad ind.; G. Finocchiaro, Vallicelliana segreta e pubblica. Fabiano Giustiniani e l’origine di una biblioteca ‘universale’, Firenze 2011, in partic. p. 57; J. Touber, Law, medicine, and engineering in the cult of the saints in Counter-Reformation Rome. The hagiographical works of Antonio Gallonio, 1556-1605, Leiden-Boston 2014, ad indicem.