VILLA, Francesco
– Nacque a Milano il 16 gennaio 1801 da Gaetano e da Giuseppa Ferrario.
Proveniente da una famiglia umile, dopo gli studi elementari e secondari di primo grado, frequentò a Milano i corsi di filosofia presso il liceo di S. Alessandro e successivamente il corso teorico e pratico di ragioneria. All’Università di Pavia seguì i corsi annuali di agrimetria e di pedagogia conseguendo, con lode, il 9 agosto 1824, il titolo di agrimensore. Il 23 aprile 1825 ottenne il titolo di ragioniere dalla Delegazione di Milano e, l’anno successivo, sempre a Milano, dal 1° agosto iniziò a frequentare l’I.R. Contabilità centrale dello Stato, diventando praticante giurato il 3 marzo 1829. Fece una brillante carriera all’interno dell’istituto (divenendo assistente di II classe il 21 aprile 1830, assistente di I classe il 6 luglio 1831, computista di II classe il 2 maggio 1832, computista di I classe il 7 dicembre 1836) fino a essere nominato, il 23 settembre 1840, ufficiale dei conti. Nel frattempo, sin dal 1830, impartì lezioni di ragioneria e agraria e il 22 agosto 1835 ottenne anche il titolo di maestro privato in queste due materie. Di tali insegnamenti fu pure incaricato come docente nelle scuole governative per gli agenti rurali.
Il 3 dicembre 1842 ottenne la supplenza della cattedra di contabilità dello Stato presso l’Università di Pavia, dove svolse la sua prima lezione il 4 gennaio 1843. Apprezzatissimo sia dagli studenti sia dai colleghi, l’anno successivo, il 19 marzo, fu nominato professore ordinario della scienza di contabilità dello Stato e tre anni dopo, il 20 aprile 1847, fu confermato in ruolo. Nel 1859 a seguito dell’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna e al conseguente riordinamento della Pubblica istruzione, la sua cattedra fu spostata a Milano presso l’Accademia scientifico-letteraria, dove continuò a insegnare fino al 1862, per poi ultimare la sua attività di docente presso il Regio Istituto tecnico di Milano (oggi Istituto tecnico Carlo Cattaneo), dove nel 1865 fu nominato professore emerito. Dieci anni dopo, nel 1875, si ritirò definitivamente a vita privata. Fu insignito del titolo di commendatore e riconosciuto come ‘il primo’ dall’intera comunità dei ragionieri italiani, presso la quale godette di altissima considerazione.
Sposato e padre di tre figli, amava le lingue (conosceva bene ed era in grado di scrivere correntemente sia in francese sia in latino) e, benché avesse un’innata passione per la ragioneria, non disdegnava lo studio delle scienze agrarie, della matematica e della meccanica, tant’è che curò, nel 1839 (e in diverse edizioni successive), la traduzione italiana di una nota opera di aritmetica del francese Pierre L.M. Bourdon (1839) e, nel 1842, pubblicò un volume – che rappresentò il primo trattato italiano di stampo divulgativo su tale argomento – sulle macchine a vapore.
I lavori più significativi di Villa che hanno lasciato un segno profondo sul percorso di sviluppo della disciplina, sono tuttavia quelli di argomento ragionieristico. Dopo una prima pubblicazione di carattere prevalentemente didattico (1837), diede alle stampe l’opera, in due volumi, intitolata La contabilità applicata alle Amministrazioni private e pubbliche (1840 e 1841) che rappresentò un netto punto di discontinuità rispetto alle pubblicazioni di ragioneria apparse sino ad allora e costituì la base per la compilazione del più noto e maturo manuale intitolato Elementi di amministrazione e contabilità, apparso in prima edizione nel 1850.
L’opera del 1840-1841 merita un’ampia considerazione per la sistematicità e la chiarezza espositiva ma anche per le numerose innovazioni, tanto che in virtù dei suoi contenuti Villa è universalmente considerato l’iniziatore del percorso scientifico della ragioneria e un precursore della più moderna economia aziendale. Al suo interno per la prima volta indicò come compito della ragioneria – che chiama semplicemente contabilità – quello dell’amministrazione economica di tutte le aziende, siano esse private o pubbliche, perché l’amministrazione deve consentire, a ogni tipologia di azienda, di conseguire la massima utilità. Villa affermò chiaramente che i principi economico-amministrativi, apparentemente riferibili solo alle aziende private, in realtà non sono soltanto utili ma addirittura necessari anche a quelle pubbliche, con ciò anticipando ampiamente idee e impostazioni che si affermarono soltanto, e non senza difficoltà, nel secolo successivo. Ancora, Villa distinse la tecnica della tenuta dei libri contabili, ovvero la parte ‘meccanica’ della disciplina, dalla contabilità considerata nel suo significato più ampio, ovvero quale complesso di nozioni economiche amministrative applicate all’arte di tenere i conti e i libri contabili, propugnando altresì la necessità della separazione della ‘tecnica della scritturazione’ rispetto all’‘amministrazione’, in virtù della quale il ragioniere doveva possedere cognizioni ‘superiori’ rispetto a quelle necessarie per la semplice tenuta dei conti al fine di consentirgli di operare sul patrimonio (ovvero di amministrarlo). In sostanza, per Villa l’oggetto di studio della ragioneria era più ampio rispetto alla semplice rilevazione dei fatti amministrativi e comprendeva anche i principi che sovraintendevano al governo delle aziende. In questo modo la ragioneria si poneva al di sopra delle materie puramente tecniche.
Un ulteriore elemento innovativo presente in quest’opera è rappresentato dalla concezione economica del patrimonio, inteso come aggregato di valori: un concetto che fu ripreso e sviluppato da altri autori solo diversi decenni dopo.
Tuttavia, il volume più noto e importante di Villa è rappresentato dagli Elementi di amministrazione e contabilità del 1850, in cui riprende la già poderosa opera precedente, riducendo o eliminando alcune parti (soprattutto quelle di chiara ispirazione alle concezioni contabili austriache) e ampliandone o introducendone altre. L’opera riscosse talmente tanto successo che venne aggiornata e ristampata più volte (in tutto ebbe sette edizioni, compresa quella del 1850, rispettivamente nel 1853, 1854, 1857, 1870, 1878 e 1882).
Il volume è una pietra miliare nello sviluppo della disciplina. Le tre parti in cui è diviso – nozioni economico-amministrative; tenuta dei registri e sue più usuali applicazioni; organizzazione amministrativa, controlleria e revisione dei conti – esprimono tutte quanto di più attuale e innovativo si potesse trovare in un’opera di ragioneria, peraltro scritta con uno stile fluido ed estremamente chiaro. Oltre ai concetti già espressi nella pubblicazione precedente, che vengono ripresi e rafforzati, si riscontrano numerose altre innovazioni: la trattazione sulle valutazioni viene estesa a tutti i beni patrimoniali, compresi quelli del circolante; viene ulteriormente chiarito il concetto di amministrazione; la parte sulla revisione si arricchisce di nuovi e importanti elementi. Nelle edizioni successive furono inoltre meglio specificati e affinati la definizione di ragioneria e il suo oggetto di studio, costituito dall’azienda vista sia sotto il profilo dell’organizzazione amministrativa, sia sotto il profilo dello studio delle azioni operate sul patrimonio, ovvero sulla gestione della medesima. Il tutto grazie allo studio dei mezzi – la registrazione contabile – che consentono di porre in essere efficacemente tali operazioni per conoscerne i risultati e per operare gli opportuni controlli.
Delle opere di Villa si deve pure ricordare il corposo volume Nozioni e pensieri sulla pubblica amministrazione (1867), che ha anticipato di decenni, se non di un secolo abbondante, molte visioni e impostazioni relative alla gestione delle aziende pubbliche. Peraltro alcuni dei suoi contenuti, per esempio in tema di bilancio, presentano ancora oggi spiccati tratti di attualità. Villa morì a Milano il 30 luglio 1884.
Opere principali. Manuale per la tenuta dei registri o sia Esposizione teorico-pratica del modo di tenere i registri a scrittura semplice e doppia. Opera metodica ad uso degli studenti di contabilità e delle persone d’affari che non hanno fatto uno studio speciale di questa materia, Milano 1837; Elementi d’aritmetica del Cavaliere Bourdon, prima versione italiana con aggiunte, Milano 1839 (ed. seguenti 1844, 1848, 1854 e 1856); La contabilità applicata alle amministrazioni private e pubbliche, ossia Elementi di scienze economico-amministrative applicati alla tenuta dei registri ed alla compilazione e revisione dei rendiconti, I-II, Milano 1840-1941; Le macchine a vapore descritte e spiegate ai non intelligenti di meccanica e di fisica, con aggiunta di alcuni cenni sull’aria e sull’elettro-magnetico applicati al movimento delle macchine, Milano 1842; Elementi di amministrazione e contabilità, Pavia 1850 (ed. seguenti 1853, 1854, 1857, 1870, 1878 e 1882); Nozioni e pensieri sulla pubblica amministrazione. Studi di economia e di contabilità applicati ai bisogni, ai mezzi ed alla gestione delle amministrazioni pubbliche e dello Stato, Pavia 1867.
Fonti e Bibl.: Pavia, Archivio storico dell’Università, Fondo docenti, ad nomen (documentazione che attesta l’esistenza della moglie e dei figli, dei quali non sono indicati i nomi); Francesco Villa (necrologio), in Il Ragioniere. Rivista di contabilità, X (1884), 3-4, pp. 33-35.
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