VETTORI, Francesco
Di Piero e di Caterina Rucellai, nato nel 1474, morto nel 1539. Nel 1503 fu dei Dodici buoni uomini, nel 1504 degli Otto, nel 1506 podestà di Castiglione Aretino. L'anno seguente fu mandato ambasciatore presso la dieta di Costanza, dove fu poi seguito dal Machiavelli. Tornato a Firenze, fu nel 1509 dei Signori. Nell'ottobre 1511 venne inviato presso il card. Briçonnet, che guidava i cardinali scismatici al concilio di Pisa. Nel 1512 fu tra i principali. autori della caduta e fuga di Piero Soderini, e da questo momento legò le sue fortune a quelle dei Medici. Nel 1513 andò oratore a Roma, dove arrivò pochi giorni prima della morte di Giulio II. Vi rimase presso Leone X, dal quale ottenne la liberazione del Machiavelli, imprigionato per partecipazione a un complotto antimediceo. Tornò a Firenze nel'15 e vi fu amico e consigliere di Lorenzo duca d'Urbino. Dal'15 al'18 soggiornò in Francia per incarico della repubblica. La morte di Lorenzo diminuì momentaneamente la sua autorità, ma lo vediamo ben presto fra i consiglieri di Giulio de' Medici. Nel'21 fu gonfaloniere di giustizia. Raffreddatosi con Giulio, quando fu eletto papa, si ravvicinò a lui nel 1526. Nel'27 parve per un momento accostarsi agli antimedicei. Ma nel'29 fu degli ambasciatori fiorentini a Clemente VII e rimase con lui, quando gli altri partirono. Dopo l'assedio, tornò a Firenze, e aiutò il Valori nelle repressioni. Appoggiò la candidatura di Alessandro, che seguì a Napoli nel'35. Cercò invano di riconciliare gli Strozzi con i Medici e di convincere Filippo ad accettare il nuovo regime. Morto Alessandro, favorì con il Guicciardini l'elezione di Cosimo, ma fu poi, come il Guicciardini, messo in disparte dal nuovo signore.
Della copiosa corrispondenza del V: è noto soprattutto il suo carteggio con il Machiavelli, del quale fu amico, nonostante le divergenze politiche. Oltre a una Descrizione del viaggio nella Magna (Parigi 1837) scrisse un notevole Sommario della storia d'Italia, dal 1511 al 1527, nel quale rivela una non comune finezza di osservazione e molta affinità di pensiero con il Machiavelli (pubbl. dal Reumont in Archivio storico italiano, app. 22, VI, 1848).
Bibl.: L. Passy, Un ami de Machiavel. F. V., Parigi 1914, voll. 2.