TORTI, Francesco
Medico, nato in Modena il 30 novembre 1658, ivi morto il 15 febbraio 1741. Fu un autodidatta nella parte teorica e fece la pratica con il dottor Antonio Frassoni. Si laureò nell'Archiginnasio bolognese in filosofia e medicina nel 1678. A soli 23 anni gli fu conferita nell'ateneo modenese una cattedra di medicina e nel 1698 fu incaricato delle sezioni anatomiche. Invitato nel 1717 e nel 1720 rispettivamente a occupare l'insegnamento di medicina pratica nell'ateneo torinese e in quello padovano, declinò le offerte, preferendo rimanere a insegnare nello studio di Modena. Il senato di questa città lo creò medico consigliere del magistrato.
Fu preside del collegio medico, membro della Reale società di Londra e medico personale di Francesco II di Modena e del cardinale Rinaldo, che gli successe nel governo. Fondò a sue spese una cattedra di medicina nell'ateneo di Modena.
L'opera scientifica del T. è prevalentemente clinica e il suo nome è legato alla classifica delle febbri perniciose malariche e al loro trattamento con la china. Fu un buon osservatore e un pratico eminente. Individuò le perniciose come forme gravi di malaria, indicando nel trattamento dosi di china superiori a quelle che ordinariamente venivano usate, quale metodo di elezione per debellarle. Nelle forme malariche che lasciano un periodo apiretico, indicò questo essere il più adatto per la somministrazione del rimedio per via orale. Riconobbe nella corteccia peruviana lo specifico contro l'infezione malarica. A proposito delle dosi e del medicamento ebbe una polemica con B. Ramazzini. Nelle febbri palustri avversò l'uso dei purganti prima della cura chinica. E questa doveva essere continuata per otto giorni dopo la guarigione, per impedire le recidive. Dimostrò l'identità etiologica delle perniciose, delle subcontinue e delle intermittenti pure. Alle forme di intermittenti descritte da M. Mercati e da T. Morton ha aggiunto l'illustrazione delle perniciose colliquative (colerica, atrabiliare, cardiaca); coagulative (diaforetica sincopale, algida, subcontinua malignante) e della perniciosa letargica nella quale viene attaccato il sistema nervoso. Il T. seguì in chirurgia il metodo di C. Magati per il trattamento delle ferite.
Suoi scritti principali: Synopsis therapeutices specialis (Modena 1709); Therapeutices specialis ad febres quasdam perniciosas (Modena 1712); Ad criticam dissertationem de abusu chinae-chinae a medicis mutinensibus perperam obiecto iatro-apologetica, (Modena 1715).
Bibl.: L. A. Muratori, Vita di F. T., contenuta in Terapeutices specialis ad febres quasdam perniciosas, Venezia 1732 e 1734, Francoforte 1756; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, Napoli 1846, IV, P. Capparoni; Profili biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani dal secolo XV al secolo XVIII, Roma 1928, II, p. 78.