TASSO, Francesco
– Nacque a Cornello, nel Bergamasco, nel 1459 da Paxio (Pasino) e da Tonola de Magnasco.
È considerato l’inventore del sistema postale moderno. In realtà, più che inventore in senso stretto, fu il primo a dare dimensione europea ai servizi di corrieri postali allora a disposizione. Sotto la sua guida, la compagnia familiare dei Tasso conquistò un monopolio destinato a durare per secoli sulla comunicazione per posta.
Prima di Francesco, i Tasso avevano già accumulato una lunga esperienza nel campo postale. A partire dal Tardo Medioevo è attestata la loro partecipazione alle poste della Repubblica di Venezia; nel 1489, i Tasso furono tra i fondatori della Compagnia dei corrieri della Serenissima. Sempre nel Quattrocento, un ramo della famiglia, in seguito noto come quello dei Sandri, si impiegò nell’attività postale della Curia romana, assicurando i collegamenti tra Roma e il resto della penisola. Pare invece priva di fondamento la notizia, diffusa sin dal Seicento (Zazzera, 1628, cc. n.n.; Chifflet, 1645, p. 59), secondo cui il capostipite della famiglia sarebbe stato un Ruggero de’ Tassi, attivo come maestro di posta alla corte dell’imperatore Federico III e da questi innalzato alla carica di gentiluomo di camera e di cacciatore maggiore per i suoi meriti alla guida delle poste imperiali. Ancora più problematiche sono le rivendicazioni sulle origini longobarde della famiglia, che la collegavano alla casata dei Della Torre di Milano.
Le prime notizie certe sul ramo della famiglia dei Tasso che qui interessa risalgono al 1489-91, quando emergono i primi documenti attestanti la partecipazione di Francesco, del fratello Iannetto e del nipote Giovanni Battista alla gestione delle poste di Massimiliano I alla corte di Innsbruck.
Iannetto aveva iniziato la carriera a Roma negli anni Settanta e Ottanta del Quattrocento come responsabile dei collegamenti tra il papa e l’imperatore; a partire dal 1489 era divenuto il direttore del servizio postale di Massimiliano. Stabilitosi a Innsbruck, lasciò invece l’organizzazione delle reti postali con le Fiandre ai figli del fratello maggiore Ruggero. Tra il 1496 e il 1498 ottenne dall’imperatore, in compenso dei servizi resi (e non pagati), un beneficio feudale in Carinzia e l’usufrutto di alcune miniere d’allume nella regione. Nel 1504-05, sempre a causa di pregressi mancati pagamenti, Massimiliano I gli conferì i feudi di Rachele e Barbana, oggi in Slovenia, dove Iannetto visse dal 1506 fino alla morte nel 1517.
Fu Francesco a prendere in mano le redini della nuova impresa familiare. Il 1° marzo 1501 fu nominato a Gand capitaine et maistre de postes di Filippo d’Asburgo; nel 1505, quando Filippo divenne re di Spagna, il ruolo di Francesco si ampliò anche ai rapporti con i territori spagnoli. Si impegnò a creare a proprie spese un servizio di staffette permanenti da Bruxelles fino alla corte imperiale e da Bruxelles alla corte di Spagna. Dal 1508 è attestata la sua presenza stabile a Malines; solo nel 1514 la sede dell’azienda familiare si trasferì a Bruxelles. Nel 1516 Carlo d’Asburgo, divenuto nuovo sovrano di Spagna, confermò le patenti del 1501 e del 1505, rinnovando gli accordi con Francesco, questa volta associato al nipote Giovanni Battista. Grazie al legame con gli Asburgo, i Tasso riuscirono in breve tempo a conquistare il monopolio sull’intero sistema postale europeo attraverso le direttrici che da Bruxelles, passando per la Francia, arrivavano in Spagna e attraverso l’Impero raggiungevano l’Italia e le sue corti.
Durante la prima metà del Cinquecento i Tasso consolidarono il loro potere. Nel 1512, dopo la concessione di una serie di feudi a Francesco, l’imperatore assegnò alla famiglia il titolo di conti palatini. Un ritratto di Francesco, forse di mano di Hans Holbein il giovane (1504), e il ciclo di arazzi raffigurante la Leggenda di Notre-Dame du Sablon (1516-18), in cui compare Francesco alla presenza dell’imperatore, attestano il nuovo statuto sociale acquisito dalla famiglia dei Tasso. Francesco e i suoi fratelli rimasero tuttavia sempre legati alle loro origini bergamasche: nel 1515 Francesco faceva fondere una campana per la chiesa di S. Maria Camerata nel paese natale, mentre Iannetto, per quanto ormai in Istria, continuò a curarsi anche nel suo testamento del giuspatronato della cappella di famiglia a Cornello.
Francesco morì tra il 30 novembre e il 20 dicembre 1517 a Bruxelles, senza eredi legittimi.
È noto che aveva sposato Dorothea Luytvoldi e che nel 1497 aveva avuto da Elisabeth Waghemans un figlio illegittimo, Agostino, che abbracciò la vita ecclesiastica.
Nel 1518 divenne capo della compagnia il già ricordato nipote Giovanni Battista, figlio del fratello Ruggero. Egli e i suoi fratelli si divisero le diverse regioni della rete postale europea: a Maffeo fu attribuita la Spagna, a Simone Venezia, l’Impero e la rappresentanza della famiglia a Giovanni Battista. Quest’ultimo morì nel 1541 durante la Dieta imperiale di Ratisbona, dando spazio a una nuova generazione della famiglia.
Il culmine delle fortune familiari arrivò all’inizio del Seicento. Fino ad allora i Tasso si erano assicurati la gestione della rete postale imperiale grazie ad accordi contingenti, che riconoscevano le poste come un’impresa commerciale contrattabile tra soggetti privati. Nel 1597 l’imperatore Rodolfo II dichiarò la posta un privilegio imperiale (Reichsregal) che attribuì in maniera esclusiva ai Tasso: in questo modo l’imperatore ridusse le prerogative dei ceti imperiali sulla materia delle poste e si assicurò il controllo centralizzato delle comunicazioni attraverso i servizi della famiglia bergamasca. Questo cambiamento portò a una decisiva elevazione del rango dei Tasso all’interno della compagine asburgica. Nel 1615 fu assegnata a Lamoral von Taxis e ai suoi discendenti la carica di maestro delle poste come feudo; nel 1624 divennero ufficialmente Freiherren dell’Impero, primo passo verso l’integrazione nei ceti imperiali. Questo stretto legame con l’imperatore portò ad attribuire ai Tasso funzioni di spionaggio: a partire dalla seconda metà del Seicento, i maestri delle poste dovettero anche intercettare e controllare le lettere provenienti da potentati stranieri. Ormai divenuti ufficialmente Thurn und Taxis, a indicare la discendenza comune dai milanesi della Torre e dai Tasso bergamaschi, ottennero alla fine del Seicento due nuovi importanti titoli: quello di principe di Spagna e soprattutto quello di principi dell’Impero (1682). Nel 1754 furono infine ammessi a partecipare alla Dieta imperiale. Va segnalato che questi titoli si fondavano sulla funzione dei Tasso come maestri delle poste e non corrispondevano direttamente a legami di signoria con un dato territorio.
Nel corso della guerra di successione spagnola, i Tasso lasciarono dopo due secoli la sede di Bruxelles per trasferirsi a Francoforte; nel 1748 presero sede nel loro castello di Ratisbona, dove tuttora sono conservati la biblioteca e l’archivio della casata. Il monopolio dei Tasso come maestri delle poste terminò con l’avvento dell’età napoleonica. Tuttavia, dopo la pace di Vienna i loro compiti furono in parte restaurati; solo la vittoria prussiana del 1866 sugli Asburgo, cui i Tasso rimasero continuamente legati durante tutta la loro storia, sancì la fine definitiva dell’attività postale della famiglia.
Fonti e Bibl.: Sulla storia della famiglia dei Tasso e dei Thurn und Taxis sono fondamentali le ricerche pubblicate a partire dal 1961 nella serie Thurn und Taxis Studien, nonché i volumi curati dal Museo dei Tasso e della storia postale a Camerata Cornello (Bergamo). In generale, si vedano M. Piendl, Thurn und Taxis, 1517-1867. Zur Geschichte des fürstlichen Hauses und der Thurn und Taxisschen Post, Frankfurt am Main 1967; M. Dallmeier, Quellen zur Geschichte des europäischen Postwesens, 1501-1806, Regensburg 1977; W. Behringer, Thurn und Taxis. Die Geschichte ihrer Post und ihrer Unternehmen, München 1990; I Tasso e le poste d’Europa, Bergamo 2012. Sulle genealogie familiari: F. Zazzera, Della nobiltà d’Italia parte seconda, Napoli 1628, cc. n.n.; J. Chifflet, Les marques d’honneur de la maison de Tassis, Anversa 1645, pp. 55-162; E. Flacchio, Généalogie de la très illustre, très ancienne et autrefois souveraine Maison de la Tour..., Bruxelles 1709; per una valutazione storiografica di queste genealogie: P. Styra, Eine Karriere durch die Post. Die Standeserhebungen des Hauses Thurn und Taxis, Regensburg 2013. Su Francesco: J. Rübsam, Johann Baptista von Taxis. Ein Staatsmann und Militär unter Philipp II. und Philipp III., 1530-1610, Freiburg 1889; Id., Franz von Taxis, der Begründer der modernen Post, und sein Neffe Johann Baptista von Taxis, 1491-1541, in L’union postale, XVII (1892), pp. 125-131, 141-149, 157-162; Id., Franz von Taxis, in Allgemeine deutsche Biographie, XXXVII (1894), pp. 488-491; G. Figini, I Tassi ed i feudi di Rachele e Barbana nell’Istria..., Bergamo 1895; F. Ohmann, Die Anfänge des Postwesens und die Taxis, Leipzig 1909; O. le Maire, François de Tassis (1459-1517), organisateur des postes internationales et la tapisserie de la légende de Notre-Dame du Sablon, Brüssel 1956; H. Wagenführ, Franz von Taxis, in Exempla historica. Epochen der Weltgeschichte in Biographien, XXIV, Frankfurt am Main 1983, pp. 119-132; T. Bottani, F. T. e la nascita delle poste d’Europa nel Rinascimento, Bergamo 2017.