SILVESTRI, Francesco
– Nacque a Ferrara nel 1474; non si conoscono i nomi dei genitori.
Entrò nel convento dei domenicani osservanti di S. Maria degli Angeli della stessa città nel 1488 e portò a termine la sua formazione nello Studium generale domenicano di Bologna nel 1497.
Fu a Ferrara che egli entrò per la prima volta in contatto con Girolamo Savonarola, il quale nel 1488-89 predicò proprio nel convento nel quale aveva fatto il suo ingresso l’allora quattordicenne Silvestri. Come gli altri giovani novizi, rimase profondamente affascinato dalla predicazione del frate ferrarese, scegliendo di dedicare il resto della sua vita alla riforma dei conventi e monasteri domenicani, sulla traccia della riforma monastica portata avanti in quegli anni dallo stesso Savonarola.
Alla fine del 1498 ricevette l’incarico di lettore nel convento domenicano di Mantova dove rimase fino al 1503 quando si spostò a Milano presso il convento di S. Maria delle Grazie, rimanendovi per altri quattro anni. Nel 1507 il capitolo generale di Pavia lo nominò maestro degli studi presso lo Studium generale di Bologna. La nomina venne confermata dal capitolo della Congregazione di Mantova e dal capitolo generale a Roma tenutisi l’anno successivo. Tra il 1509 e il 1511 tenne lezioni di teologia presso il convento di S. Maria delle Grazie a Milano.
Fu un fervido sostenitore delle sante vive domenicane Osanna Andreasi e Stefania Quinzani. Con tutta probabilità incontrò per la prima volta la Andreasi a Mantova, divenendone presto un fedele devoto. Fu lui che la introdusse a una delle più rilevanti opere spirituali di Savonarola, il Triumphus crucis. Il 16 luglio 1500 fu testimone, insieme all’inquisitore di Mantova, Domenico da Gargnano, delle estasi della Passione della Quinzani, firmando la certificazione attestante la loro autenticità. Per cinque anni, dal 1498 al 1503, fu confessore della Andreasi trovando conferma delle verità predicate da Savonarola nelle visioni profetiche da lei riportate. Dopo la sua morte (1505) ne scrisse la prima agiografia, poi tradotta in italiano da Giulio da Vicomercato con il titolo La vita e stupendi miracoli della gloriosa vergine Osanna (1507), nella quale cercò di dimostrare che la terziaria mantovana era una vera profetessa, le cui predizioni erano direttamente ispirate da Dio. Nel 1509-10 compose anche un’opera polemica, oggi perduta, in lode della Andreasi e, in particolare, della Quinzani, nella quale difese la possibilità della stigmatizzazione femminile.
Il contenuto dello scritto è ricostruibile attraverso una delle lettere da lui inviate in quei mesi a Isabella d’Este. Esso fu concepito come una confutazione del trattato De stigmatibus sacris Divi Francisci pubblicato nel 1508 da un polemista francescano antisavonaroliano, Samuele Cassini da Milano, diretto contro l’esperienza mistica di Caterina da Siena e delle sue emulatrici savonaroliane.
Il 5 agosto 1511 il maestro generale dell’Ordine domenicano Tommaso De Vio lo nominò una prima volta baccelliere delle Sentenze presso lo Studium generale nel convento di S. Eustorgio a Milano, confermando poi la nomina per un altro anno. La seconda parte dell’incarico però non ebbe modo di essere adempiuta perché il convento fu restituito alla provincia di S. Pietro Martire alla metà del 1512. Il 18 febbraio 1516 Silvestri divenne dottore in teologia presso l’Università di Bologna. Nello stesso anno fu eletto priore di S. Maria degli Angeli in Ferrara e insegnò teologia presso l’Università della medesima città. Nel 1517 concluse la sua esposizione della Summa contra Gentiles di Tommaso d’Aquino, pubblicata per la prima volta nel 1524, e scrisse un altro commento su Aristotele.
Il suo commentario della Summa contra Gentiles di Tommaso d’Aquino fu presto riconosciuto come un punto di riferimento nel suo genere. In questa esposizione Silvestri imitò il metodo della expositio formalis del commento alla Summa del cardinal De Vio ma si discostò dall’interpretazione di quest’ultimo rispetto a punti fondamentali della dottrina tomistica, proponendo un approccio ermeneutico più letterale rispetto a quello dell’autorevole teologo domenicano, in particolare in riferimento alle dottrine dell’analogia, dell’astrazione e della dimostrazione razionale dell’immortalità dell’anima.
Nel 1518 venne eletto vicario generale della Congregazione di Lombardia, carica che tenne fino al 1520. Nel 1519 fu nominato inquisitore di Bologna, incarico che mantenne fino al 1525. Pur avendo svolto la funzione di inquisitore di Bologna per sette anni, Silvestri non viene ricordato come uno dei più attivi difensori dell’ortodossia cattolica. Dalle testimonianze documentarie superstiti emerge che egli rinunciò a prendere parte alla campagna contro la stregoneria che alcuni dei suoi confratelli stavano svolgendo a partire dall’inizio del Cinquecento.
Nel 1524 Silvestri fu però coinvolto nel caso dei tre presunti stregoni fuggiti dalla prigione mirandolese durante la caccia alle streghe condotta dall’inquisitore di Reggio e Parma frate Girolamo Armellini e dal savonaroliano fiorentino frate Luca Bettini. I fuggiaschi avevano trovato rifugio a Modena, dove furono protetti dal vescovo suffraganeo e dal vicario vescovile. Il 18 gennaio 1524 Clemente VII emanò un breve con cui incaricò Silvestri e il vescovo di Pola, Altobello Averoldi, vicelegato di Bologna, di far sì che i procedimenti avviati contro i tre fossero ripresi e condotti a termine seguendo una procedura di emergenza. Silvestri e Averoldi ammonirono le autorità modenesi affinché rinunciassero a impedire lo svolgimento dei processi inquisitoriali come avevano fatto fino a quel momento. Tuttavia, l’11 aprile dello stesso anno Silvestri delegò la sua autorità sul caso al suo vicario, frate Giovanni Torfanini, affermando di essere oberato da numerosi altri impegni che gli impedivano di dedicarsi alla questione. Conseguentemente egli non partecipò al processo che terminò con l’esecuzione dei fuggiaschi. Inoltre, a testimoniare il suo scetticismo nei confronti dell’intera operazione, il 5 novembre 1524, dopo esser stato nominato vicario generale dell’Ordine, comandò al confratello Stefano Foscarari di indagare sulle attività inquisitoriali condotte a Mirandola da Bettini, da lui già aspramente criticate.
Come da prassi per gli inquisitori di Bologna, durante lo svolgimento della carica Silvestri fu anche reggente dello Studium generale domenicano (1521-24), risultando eletto anche priore di S. Domenico a Bologna nel 1524. In quello stesso anno fu nominato da papa Clemente VII vicario generale dell’Ordine domenicano.
Nel 1525 fu eletto maestro generale dell’Ordine. In questa veste, accompagnato dal suo socius fra Leandro Alberti, viaggiò per tre anni attraverso le più remote province domenicane riformando conventi e monasteri. A differenza dei suoi predecessori, spesso limitatisi a visitare una singola provincia, a partire dal giugno del 1525 visitò un grande numero di conventi domenicani. Viaggiò da Roma verso l’Italia meridionale fino in Sicilia, risalendo poi lungo la penisola, nell’Italia centrale, nella provincia veneto-lombarda e, passate le Alpi, giunse in terra di Francia arrivando fino in Bretagna.
Qui si concluse inaspettatamente il suo lungo viaggio per l’improvvisa morte che lo colse a Rennes il 1° settembre 1528.
Il contributo più importante di Silvestri alla lotta contro l’eresia rimane un’opera polemica contro Martino Lutero, pubblicata a Venezia nel 1525. Due dei suoi commenti alle opere di Aristotele furono pubblicati postumi.
Opere. Beatae Osannae Mantuanae de tertio habitu Ordinis praedicatorum vita, Mediolani 1505; La vita e stupendi miracoli della gloriosa vergine Osanna mantuana, del Terzo ordine de Frati Predicatori, Milano 1507 (Vicenza 1577, Mantova 1590, Casale 1597); Annotationes in libros Posteriorum Aristotelis & sancti Thome, Venetiis 1517; S. Tho. contra gentiles. Cum commen. B. Thomas Aquinas ex praedicatoria familia contra gentiles acriter pugnat hoc codice..., Venetiis 1524; Apologia de conuenientia institutorum Romanae Ecclesiae, cum euangelica libertate aduersus Lutherum de hoc pessime sentientem, Venetiis 1525; Questiones in libros Phisicorum, Venetiis 1535; Questionum libri de anima quam subtilissime simul & preclarissime decisiones, Venetiis 1535.
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