CAUCIG (Caucigh, Causich, Cauzio, Kaucig, Kauzich, Kauzig, Kauzio, Kavčič), Francesco (Franz, Franc) Saverio Antonio Nicolò
Nacque il 4 dic. 1755 a Gorizia da Andrea, sarto, di famiglia originaria di Volzana presso Tolmino, e da Caterina Kaknes (Cacnos).
Per dedicarsi allo studio della pittura, il C. si recò presto a Vienna, raccomandato dal conte Guidobaldo Cobenzl al figlio Giovanni Filippo (morto nel 1810) che, finché visse, fu suo protettore. Dopo questo primo soggiorno viennese, durante il quale copiò quadri degli antichi maestri nella galleria del palazzo del Belvedere, studiò a Bologna per due anni, e si stabilì poi, dal 1781 al 1787, a Roma, abitando prima a piazza di Spagna e poi (dal 1783) in vicolo S. Isidoro (dal 1785 con Felice Giani).
A Roma l’ispirazione del C. fu stimolata dalle opere degli artisti neoclassici come David, Canova, A. von Maron; Goethe lo ricorda nella sua opera Winkelmann und sein Jahrhundert (Tübingen 1805, p. 320), scritta durante il suo soggiorno a Roma (1786-87).
Il C. si esercitava nel disegno anatomico, copiava sculture e rilievi classici, oggetti etruschi ed egiziani, e dipingeva vedute di Roma e dintorni, ruderi antichi, studi di animali e di piante, studi da Raffaello, Giulio Romano, Andrea del Sarto, Domenichino, Caravaggio e, fra i contemporanei, da A. R. Mengs. Nel 1794 eseguì due dipinti a olio, uno con Orfeo che piange Euridice, donato (1812) al Joanneum di Graz (Wiener Zeit., 4 apr. 1812; un disegno preparatorio nella coll. Coronini di Gorizia e una variante nella Accad. di Belle Arti di Vienna, n. 1670), e uno con il Suicidio di Porzia, firmato e datato (ma la segnatura è stata cancellata nel restauro fatto per la mostra del 1978), eseguito per il principe Porcia di Trieste il quale lo regalò allo stesso museo (entrambi i quadri nella Neue Galerie di Graz). A Roma eseguì un disegno a penna, firmato e datato 1787, rappresentante S. Giovanni Battista (Vienna, Museo storico della città) e alcuni dipinti: L’incontro di Pio VI e Giuseppe II a Vienna, su commissione del conte Giovanni Filippo Cobenzl (Giornale di Belle Arti, 2 giugno 1787, pp. 167 s.); Le nozze dell’arciduca Francesco con Elisabetta di Württemberg (ibid., 12 genn. 1788, pp. 10 s.); Madonna col Bambino, angeli, s. Basilio e s. Giovanni Battista tuttora nella prima cappella a sinistra di S. Maria in Regola ad Imola e Santo Patrono contro il terremoto per Fermo.
Tornato a Vienna, il C. dipinse ad olio numerosi quadri di soggetto storico e mitologico (dispersi, quando non altrimenti indicato, ma citati in Füessli, 1801): Paride e Elena, Deifonte lotta per la moglie Irneto incinta (dis. O. XIX, 2 suppl., n. 14.365 nella Albertina di Vienna); Paesaggio di Arcadia (secondo Pausania: Keresztény Múzeum, Esztergom); Odisseo e Nausicaa (ibid.); Festa di Venere e il tempio sull’isola di Milo; Gaio Mario ascolta il proconsole Sestilio; Liberazione d’Aristomeno; Aristagora a colloquio con Cleomene; Demarato si consiglia con Gorgo (disegno n. 1660 nella Accademia di Belle Arti di Vienna: ne esistono anche traduzioni in stampa); Demetrio Poliorcete con Lamia e Demo (come del quadro seguente ne esiste, nella collezione dell’Albertina di Vienna, la stampa di M. Benedetti); Focione con due donne (Accademia di Vienna, esposto alla Galleria nazionale di Lubiana dove ne è conservato anche un disegno, n. 79); Fuga delle vestali (Niederösterr. Landesregierung, Stiftung Max von Leber, Vienna); Temistocle esiliato presso Admeto.
Prima del marzo 1793, fu prescelto per succedere a Hubert Maurer, come professore all’Accademia di Vienna; da questa fu inviato a Mantova per procurare gessi, poi a Venezia dove soggiornò per numerosi anni, e copiò quadri dei maestri veneziani e sculture antiche.
Sono conservati disegni di Torcello e Bassano, un bozzetto raffigurante Cavaso patria d’Antonio Canova scultore (Vienna, Accademia di Belle Arti, n. 1733), schizzi di case e cortili rustici.
Fu nominato membro dell’Accademia di Venezia e, nel 1796, terzo correttore di elementi di pittura storica all’Accademia di Vienna: in questo ufficio si insediò al suo ritorno da Venezia, nel 1796, e mantenne la carica fino al 1798. Ma sino al 1797 è documentato ancora in Italia: nell’agosto 1797 il conte F. Cobenzl ricevette da Venezia una cassa con cinque grandi quadri del C.; nel 1798 il pittore cedette all’Accademia di Vienna cento disegni eseguiti a Roma; il 12 marzo dell’anno successivo fu nominato professore di pittura storica nella stessa Accademia.
Altre opere citate dalle fonti: Morte di Saffo (Füessli, 1802, pp. 128-131, già nella Galleria di Praga); L’Incoronazione della Vergine per il conte Cobenzl (Füessli, 1806, p. 180, incisione di J. Chr. Berkenkamp all’Albertina di Vienna: nn. 95, 11); la Riconciliazione di Erode con i suoi figli; Dione davanti a Siracusa; Cipselo bambino disarma con un sorriso gli assassini; Focione rifiuta i doni d’Alessandro Magno; diverse scene dagli Idilli di S. Gessner (tutti citati negli Annalen..., 1810, p. 359). Precedenti al 1825 sono Amore trionfante e Amore punito (due dipinti allegorici per il principe S. Porcia), un quadro con sedici Ritratti dei conti Colloredo; il Giudizio di Salomone per la galleria del palazzo di Belvedere a Vienna (c. 1820, Galleria nazionale di Lubiana); Eride e Proserpina; Adone; Venere; Ester davanti ad Assuero (1810-12; una tela ad olio così intitolata è stata acquistata recentemente dall’Univ. of Virginia Art Museum di Charlottesville; cfr. anche dis. nn. 1675 e 1371 della Accademia di Belle Arti di Vienna); Diana con ninfe, e altri dodici dipinti (paesaggi e scene storiche), per il principe Auersperg (nel pal. di Vienna: Hormayr, 1825, p. 328). Negli Annalen... del 1810 vengono citati altri dipinti: un Crocifisso tuttora nel duomo di Kalocsa (Ungheria), due quadri d’altare rappresentanti S. Bartolomeo (in Boemia: uno per Opava e uno per Nepajedla), la Nascita della Vergine, la Visitazione, la Fuga in Egitto e l’Assunzione della Vergine per la cappella del conte Cobenzl a Cobenzl. Si ricordano anche quadri comprati per l’America (Annalen..., 1810, p. 354), per Bolzano (Hormayr, 1825, p. 328), e inoltre due miniature su avorio con ritratti di Giuseppe Theer e di Tecla Theer (catal. di vendita E. Hirschler, Wien, 22 marzo 1905, nn. 279, 280, citate come opere di Franz Georg Caucig).
Nel 1808 il C. concorse, in gara con lo scultore J. M. Fischer, per le sculture di piazza Am Hof a Vienna, eseguendo bozzetti, ma non ottenne la commissione. Fece anche un bozzetto per il monumento di Giuseppe II (Vienna, Museo storico della città, n. 91-503). Sempre nello stesso anno fu nominato soprintendente presso la manifattura di porcellana. Coi colleghi Füger, Zauner e Maurer egli sostenne energicamente il classicismo più rigoroso contro i giovani confratelli di S. Luca e specialmente nel 1811 contro Sutter (L. Grotte, Die Brüder Olivier und die deutsche Romantik, Berlin 1930, pp. 116, 118, 148). Dal 1820 fino alla sua morte il C. diresse la scuola di pittura e scultura di Vienna. Nel 1823 divenne accademico d’onore dell’Accademia di S. Luca a Roma contemporaneamente a G. Bergler.
Morì senza discendenti a Vienna in casa del nipote il 17 nov. 1828, quattro giorni dopo la morte di sua moglie Barbara Haitzinger che aveva sposato a Vienna nel 1803.
I dipinti a olio del C., i bozzetti di scene storiche a penna e ad acquerello, nonché le riproduzioni grafiche mostrano una capacità di composizione ben ponderata e una profonda conoscenza dell’antichità greco-romana: le figure sono rigide e hanno sguardi vitrei, i panneggi cadono con durezza accademica. Maggiore libertà e perfino una certa fantasia mostrano i suoi disegni di paesaggio. Questi disegni servivano da strumenti didattici per gli allievi dell’Accademia di Vienna e della sezione di pittura della manifattura viennese di porcellana.
La maggior parte dei disegni del C. è oggi conservata nel Gabinetto delle stampe della Accademia di Belle Arti di Vienna (circa duemila), nella Galleria nazionale di Lubiana (ottantanove; vi sono esposte anche due pitture ad olio: una è proprietà dell’Accad. di Belle Arti di Vienna), nel Museo prov. di Gorizia (undici disegni). Trentadue disegni, una Testa femminile e un Angelo, frammenti di quadri rovinati dalla prima guerra mondiale nel castello Coronini a Cronberg, sono oggi proprietà dei conti G. e N. Coronini Cronberg a Gorizia. L’Albertina di Vienna possiede tre disegni a penna acquerellati e otto stampe; il Museo storico della città di Vienna due disegni a penna, uno a matita e due stampe; Werner Caucig (Vienna) due album con disegni; lo Szépmüvészeti Múzeum di Budapest due disegni (uno disperso durante la seconda guerra mondiale); il Goriški Muzej di Nova Gorica (Iugoslavia) un frammento di pittura ad olio (testa virile). L'ubicazione di tutte le altre opere è ignota.
Le opere del C. sono state incise da J. Chr. Berkenkamp, M. Benedetti, Giovanni de Pian, F. Wrenk, F. John.
Il C. aveva educato i suoi discepoli nella rigorosa maniera neoclassica. A Canova raccomandava nel 1804 il borsista e discepolo J. Kirchmayer, scultore. Nella stessa lettera egli si lagnava della scarsità di commissioni artistiche: “qui trionfano li ritrattisti” (Bassano, Museo civico, mss. Canov. III, 252/2584, 2586). Come professore egli aiutò anche il pittore sloveno Matevź Langus (Kukuljević Sakcinski, 1852).
Il pittore G. Bergler, che fu amico del C. e che a Roma coabitò per quattro anni con lui, ne disegnò nel 1781 un ritratto con l’iscrizione: “Francesco Caucig Goriziano mio caro amico e condiscepolo a Roma” (propr. W. Caucig, Vienna). Prima del 1807 il C. venne ritratto anche da J. Merz (incisione di J. J. L. Billwiller). Al 1820 circa risale il terzo ritratto del C., a olio su rame, opera di J. Ziegler (Vienna, Museo storico della città).
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