SANSONE, Francesco
– Nacque a Brescia nel 1414 da Giovanni di Meo.
La letteratura francescana, che a partire da Luca Wadding (1933, pp. 142, 195), ha cercato di ricostruirne la biografia, di seguito ripetuta e ampliata grazie ad acquisizioni archivistiche (elenco in Di Fonzo, 2000b, pp. 262 s.), è di recente addivenuta – grazie appunto a Lorenzo Di Fonzo (2000a, 2000b), che ha potuto avvalersi delle scoperte archivistiche di Cenci (1992) – a un tracciato di riferimento condiviso. Rilevante è stata la pubblicazione dell’ultimo testamento, rogato a Siena l’8 giugno 1453, di una zia paterna, Angela di Meo, terziaria francescana, quasi tutrice e benefattrice del nipote, identificato nel documento come frater Sanson, denominazione che compare anche negli anni successivi; ma il doppio nome Francesco Sansone è il più frequente e adottato dal personaggio stesso, come si evince nei suoi diversi atti e nei Regesta Ordinis... (1989).
La genealogia familiare proposta da Di Fonzo individua in un cuoiaio senese, Guido, il padre di Meo; questi, forse speziale, ebbe per figli Angela, rimasta a Siena, e Giovanni (Nanni), trasferito a Brescia e padre di Sansone e Giacomo. In tal modo trova dunque spiegazione la doppia denominazione toponimica (de Senis oppure de Brixia).
Meno credibili, e respinte da Di Fonzo, sono la genealogia proposta da Antonio Sartori (confluita in Sartori, 1986, p. 292) e Gustavo Parisciani (Regesta Ordinis..., 1989, pp. XIV s.), così come la provenienza da Cene, in Val Seriana (Bergamo); il cognome derivato dalla familiarità con la famiglia dei Sansoni-Riario; l’assunzione del nome per l’elogio di Sisto IV (Tu es vere fortissimus Samson!).
I primi anni della formazione francescana, a Brescia, non sono documentati. È plausibile che la professione, con l’assunzione del nome di Francesco, sia stata emessa nel convento di S. Francesco della città, capoluogo dell’omonima custodia (provincia di Lombardia o di Milano dei frati minori conventuali). Non è noto dove Sansone abbia compiuto il successivo percorso di studio (triennio di logica e filosofia, triennio di teologia), svoltosi in circa una decina d’anni, giungendo al sacerdozio verso il 1439; nell’ultimo testamento della zia Angela sono previste le sovvenzioni necessarie (retta, vestiario, libri, tasse accademiche) per consentirgli il conseguimento del dottorato. La formazione superiore fu ottenuta passando per gli Studi generali di Venezia (1456-60), Pavia (1457-58) e Siena (1458-61).
Neppure è noto dove Sansone abbia conseguito il dottorato, ma il 26 maggio 1461 fu nominato reggente dello Studio di S. Francesco a Siena. A quel momento potrebbe risalire l’incontro con l’allora procuratore generale Francesco Della Rovere, che si tradusse in una duratura e felice intesa, quando entrambi – Sansone come generale dei francescani e il procuratore come papa Sisto IV – raggiunsero i loro più alti uffici. Comunque, a partire dall’inizio degli anni Sessanta i documenti assicurano l’ascesa di Sansone alle diverse cariche dell’Ordine francescano, fino al ruolo di vicario del ministro generale Francesco Della Rovere e a quello di generale (capitolo generale di Urbino, 13 maggio 1475).
Uomo di lettere, dinamico e vigilante nel governo, instancabile provveditore e legislatore, impegnato nei rapporti con i movimenti riformistici dell’osservanza francescana, promotore degli studi ordinari e superiori, attento castigatore delle mancanze disciplinari: Sansone ebbe un piglio decisionista senz’altro in linea con quello di Sisto IV (il primo – con Innocenzo VIII Cibo e Alessandro VI Borgia – dei papi con i quali coincise il suo generalato, il più lungo registrato dall’Ordine francescano).
Sua opera principale, o unica rimasta, è la Recollecta forma quaestionum [...] de phisico auditu Aristotelis, che il frontespizio afferma essere stata compiuta al tempo del suo primo anno di ministro Provinciae Tusciae. Una prima volta fu stampata senza data e luogo, mentre più nota è l’edizione di Venezia «per Iohannem Rubeum» (1496, 8 febbraio). Gli sono poi attribuiti, dubbi o spuri, dei Commentari super Ethicam Aristotelis, inediti e ricordati solo dalle fonti settecentesche. Probabilmente gli spetta la scrittura inoltre di alcuni testi di statuti capitolari, da lui promossi; le Lettere sono state solo parzialmente edite (Piana, 1956).
Riconosciuto è altresì il suo impegno per la canonizzazione di s. Bonaventura da Bagnoregio (14 aprile 1482), cui fu particolarmente devoto. Celebre è infine il successo conseguito nella disputa per l’Immacolata Concezione del 1477, voluta da Sisto IV in Vaticano, che lo vide opposto al domenicano Vincenzo Bandelli, futuro generale del suo Ordine, oppositore delle tesi immacoliste. La disputa si protrasse forse per alcuni giorni e alla fine la prevalenza delle tesi francescane legittimò la svolta in campo liturgico, permettendo a Sisto IV di istituire una festa liturgica facoltativa, con testo appropriato. In quell’occasione il papa avrebbe pronunciato l’elogio sopra ricordato.
Sansone si distinse per una committenza artistica molto attiva e di alto profilo, attenta alle esigenze delle fondazioni francescane, per sanare o far costruire nuove strutture architettoniche, per provvedere di arredi e di suppellettili le chiese e le sacrestie. Sia per commissione diretta, nel corso della vita, sia grazie alle disposizioni testamentarie, beneficiarono dei suoi provvedimenti, centri francescani di primaria importanza come Assisi (dono di diverse suppellettili di uso liturgico; costruzione del protiro della basilica inferiore; provvedimenti diversi per le vetrate istoriate; commissione del coro ligneo della chiesa superiore a Domenico da San Severino) e la basilica di S. Antonio di Padova, dove ebbe modo di passare in diverse occasioni (dono di una croce-reliquiario conservata nel Tesoro della basilica; committenza degli arredi della sacrestia a Pietro Antonio Abbati, oggi perduti; lascito per la nuova decorazione della cappella dell’arca). Di particolare rilievo fu anche la committenza per la chiesa di S. Francesco a Brescia (coro ligneo di Filippo Morari da Soresina; ancona lignea di Francesco Lamberti che poi ospitò la pala del Romanino, ove anche Sansone è raffigurato; esecuzione di diciassette corali miniati in prevalenza di Iacopo Filippo de’ Medici d’Argenta ed Evangelista da Reggio; lascito per la grande croce dell’orefice Gian Francesco Dalle Croci).
La lettura del testamento permette inoltre di apprezzare la cospicua quantità di beni di lusso, argenteria, tessili, suppellettili diverse, di cui Sansone amò, a evidenza, circondarsi, con una mentalità pienamente rinascimentale, come già registrava la cronaca seicentesca del francescano Ludovico Nuti (Papini, 1797, p. 19).
Morì a Firenze nel convento di S. Croce il 27 ottobre 1499 e fu sepolto in chiesa, all’incrocio della navata con il transetto. In un cenotafio nella cappella dell’Arca della basilica di S. Antonio a Padova Giovanni Minello lo ha raffigurato come gisant, di aspetto minuto e con la fisionomia scavata, in linea con le descrizioni delle fonti antiche, che sottolineando l’allusione al nomen - omen intendono riferirla alla statura morale e alla determinazione del generale che improntò la conduzione dell’Ordine nell’ultimo quarto del XV secolo.
Fonti e Bibl.: N. Papini, L’Etruria francescana o vero Raccolta di notizie storiche interessanti l’Ordine de’ FF. Minori Conventuali di S. Francesco in Toscana, I, Siena 1797, p. 19; L. Wadding, Annales Minorum, seu Trium Ordinum a S. Francisco institutorum, Editio tertia a cura di G.M. Fonseca, XIV, Ad Claras Aquas 1933, pp. 142, 195; C. Piana, Silloge di documenti dell’antico archivio di S. Francesco di Bologna, in Archivum Franciscanum Historicum, IL (1956), pp. 27-33; A. Sartori, La Provincia del Santo dei frati minori conventuali, a cura di G. Luisetto OFMConv, I-II, Padova 1986, p. 292; Regesta Ordinis fratrum minorum conventualium, 1 (1488-1494), a cura di G. Parisciani, Padova 1989, pp. XIV s.; C. Cenci, Fr. F. S. da Siena: nuova luce e altra confusione, in Studi francescani, LXXXIX (1992), pp. 27-36; G. Baldissin Molli, “Gaude felix Padua quae Thesaur[um] Possides”. F. S. e la basilica antoniana, in Frate F. S. “de Brixia” Ministro Generale OFM (1414-1499). Un mecenate francescano del Rinascimento, a cura di G. Baldissin Molli, Padova 2000, pp. 51-93; P.V. Begni Redona, La committenza bresciana del Sansone: l’ancona per la pala del Romanino e il coro ligneo in San Francesco, ibid., pp. 109-123; M. Benazzato, I sumptuosissimis corali miniati voluti dal Sansone per la chiesa di San Francesco di Brescia, ibid., pp. 141-170; M. Collareta, La grande croce di Gian Francesco Delle Croci, ibid., pp. 125-139; L. Di Fonzo, Il p. F. S. da Brescia OFMConv ministro generale e mecenate francescano 1441-1499, ibid., pp. 9-49 (a); Id., Il p. F. S. da Brescia OFMConv ministro generale e mecenate francescano 1441-1499, in Miscellanea francescana, C (2000), pp. 261-315 (in partic. Fonti e contributi bibliografici (b), pp. 262 s.); S. Nessi, Il generale F. S. e Assisi, in Frate F. S. “de Brixia” Ministro Generale OFM (1414-1499). Un mecenate francescano del Rinascimento, a cura di G. Baldissin Molli, Padova 2000, pp. 95-108; F. Costa, recensione a Frate F. S., in Miscellanea francescana, CI (2001), pp. 408-411; V. Criscuolo, recensione a Frate F. S., in Collectanea franciscana, LXXI (2001), pp. 326 s.; P. Sella, recensione a Frate F. S., in Archivum Franciscanum Historicum, XCVI (2003), pp. 254-256; P. Moro, Tra Duns Scoto e F. S. I protagonisti della controversia sull’Immacolata nel coro intarsiato della chiesa superiore di Assisi, in Giovanni Duns Scoto. Studi e ricerche nel VII centenario della sua morte, a cura di M. Carbajo Núñez, Roma 2008, pp. 439-450; D. Gallo, La Veneranda arca del Santo quale espressione del ceto dirigente padovano del Quattrocento, in Cultura, arte e committenza nella Basilica di S. Antonio di Padova nel Quattrocento. Atti del Convegno... 2009, a cura di L. Bertazzo - G. Baldissin Molli, Padova 2010, pp. 401-413; N. Giovè Marchioli, La cultura scritta al Santo nel Quattrocento fra produzione, fruizione e conservazione, ibid., pp. 361-388; A. Poppi, La comunità francescana del Santo nel XV secolo, ibid., pp. 301-348; C. Colomba, Franciscus Sampson, in C.A.L.M.A. Compendium auctorum latinorum Medii Aevi (500-1500), III, 5, Firenze 2011, p. 542.