Poeta satirico (Firenze 1579 - ivi 1625). Dei suoi sonetti mordacissimi sono giunti a noi solo una trentina, avendo egli stesso distrutto i più osceni prima di morire. Satireggiò in particolare l'ipocrisia e la dissolutezza dei "pedanti"; i sonetti, notevoli per vivacità e icasticità, sono anche documento di lingua viva fiorentina.