ROSSETTI, Francesco
– Nacque a Trento il 12 settembre 1833, secondogenito dei quattro figli di Giovanni Battista, bidello presso le scuole comunali della città, e di Caterina Pegoretti.
Compì gli studi liceali nella città natale, durante i quali iniziò a impartire lezioni private per sostenere la famiglia. Dimostrò subito ottime doti di insegnante, e nel 1852 il preside del ginnasio lo propose come ripetitore di matematica per gli studenti della settima classe. Dopo la licenza liceale si trasferì a Padova come istitutore presso la famiglia del marchese Giovanni Selvatico Estense; frequentò per due anni il corso di matematica presso l’ateneo patavino.
Nel 1854, avendo ottenuto un sussidio per frequentare la facoltà filosofica dell’Università di Vienna, vi seguì soprattutto i corsi di fisica. Nel frattempo continuava a portare avanti gli studi anche a Padova, sostenendo gli esami finali di matematica nel 1855 e ottenendo in seguito, nel 1860, anche la laurea in ingegneria civile. A Vienna, nel 1857, conseguì l’abilitazione all’insegnamento della matematica e della fisica nei licei e divenne subito professore presso il liceo S. Caterina (ora liceo Foscarini) di Venezia. Qui si dedicò al riordino del gabinetto di fisica, incrementandone le collezioni.
Con l’autorizzazione del governo austriaco, intraprese nel 1864 un viaggio d’istruzione all’estero, recandosi dapprima a Vienna e successivamente in diverse città tedesche, tra le quali Monaco, Stoccarda, Karlsruhe, Heidelberg, Francoforte, Bonn e Colonia. In queste città ebbe occasione di visitare gli istituti scientifici e incontrò molti dei più importanti studiosi tedeschi, quali Hermann von Helmholtz, Robert Wilhelm Bunsen, Gustav Kirchhoff, Philipp von Jolly, Justus von Liebig, Julius Plücker e Hermann von Fehling. Si fermò poi a Parigi, dove non solo frequentò diversi corsi, ma ebbe anche l’opportunità di collaborare con Henri-Victor Regnault, sia nel suo laboratorio al Collège de France sia nella manifattura di porcellane di Sèvres, della quale Regnault era il direttore. Fu proprio in questi laboratori che iniziò le sue esperienze sul massimo di densità e sulla dilatazione delle soluzioni saline.
Riprese infine le proprie lezioni a Venezia nel 1865, dopo aver visitato anche Londra e Bruxelles. Nel gennaio del 1866 gli venne assegnata la cattedra di fisica sperimentale presso l’Università di Padova. Si adoperò allora per trasformare l’istituto di fisica in un moderno stabilimento sull’esempio di quelli visitati poco tempo prima in Germania. Arricchì quindi il gabinetto di fisica con nuovi e costosi strumenti, ampliando e adeguando anche gli spazi per le lezioni e gli esperimenti e fornendo l’istituto di una biblioteca contenente i più importanti periodici scientifici.
Rossetti fu un ottimo sperimentatore. Nel corso della sua carriera condusse svariate ricerche in differenti campi della fisica. Si occupò inizialmente di ottica, pubblicando nel 1861 due memorie, una riguardante le due nuove teorie sugli strumenti ottici di Ottaviano Fabrizio Mossotti e di Joseph Petzval (Intorno a due nuove teorie degli strumenti ottici dei professori Mossotti e Petzval, s.l.) e l’altra sulla visione binoculare (Della visione bioculare: nota, Venezia).
In questa seconda memoria, affrontò uno degli argomenti di punta della fisica del tempo, illustrando le teorie proposte fino a quel momento. Cercò di completare attraverso esperimenti in laboratorio la teoria di Félix Giraud-Teulon, il quale ebbe modo di lodare il lavoro del professore trentino. Nella sua memoria, Rossetti descrisse alcuni degli strumenti connessi allo studio della visione binoculare, quali lo stereoscopio, il diorama e l’aletoscopio di Carlo Ponti.
Continuò e ampliò, prima a Venezia e successivamente a Padova, le ricerche intraprese a Parigi sul massimo di densità dell’acqua e sulla sua dilatazione, ottenendo risultati che vennero incorporati nei trattati di fisica dell’epoca. Pubblicò al riguardo due notevoli memorie (Intorno al maximum di densità dell’acqua distillata dell’acqua dell’Adriatico e di alcune soluzioni saline ed intorno alla dilatazione di questi liquidi. Ricerche..., Venezia 1866; Sul maximum di densità e sulla dilatazione dell’acqua distillata, dell’acqua dell’Adriatico e di alcune soluzioni saline: memoria 2...., Venezia 1868).
Nella prima memoria espose il metodo seguito per le sue esperienze, soffermandosi sulle ricerche fatte per determinare il coefficiente di dilatazione cubica degli strumenti che servirono a calcolare la dilatazione dell’acqua distillata. Nella seconda memoria annunciò un’espressione analitica che rappresentava abbastanza chiaramente il fenomeno della dilatazione dell’acqua per una scala da 0° a 100°. Per quanto riguarda invece le soluzioni saline, Rossetti accennò di aver trovato che l’abbassamento del punto di congelamento al di sotto dello zero era direttamente proporzionale alla quantità di sale disciolto.
Rivestono poi un particolare interesse le ricerche che svolse tra il 1872 e il 1875 sui generatori a induzione di Holtz e sul potere induttivo dei coibenti. Per quanto riguarda la macchina di Holtz, determinò con sufficiente precisione la forza elettromotrice e la resistenza interna dell’elettromotore a qualunque velocità di rotazione, misurando inoltre l’intensità delle correnti. Pubblicò i risultati delle sue ricerche in diverse memorie, una delle quali (Sulla quantità di lavoro che viene utilizzato nello elettromotore di Holtz..., Padova 1874) venne premiata dalla Società italiana dei XL.
Notevoli sono stati anche gli studi di Rossetti sul telefono, strumento del quale fu tra i primi a occuparsi in Italia. Si interessò soprattutto del funzionamento dei telefoni senza lamina o con lamina non magnetica e propose un sistema che permetteva la conversazione a grandi distanze utilizzando dei rocchetti di induzione. Per promuovere l’innovazione proposta da Rossetti, venne istituita a New York, dove viveva un fratello del professore, una società, la quale però non ebbe un grande successo.
Un altro campo che interessò lungamente Rossetti fu la determinazione della temperatura del Sole, questione all’epoca molto controversa. Egli utilizzò per le sue esperienze una pila termoelettrica; misurò dapprima l’intensità dell’irraggiamento solare mediante l’effetto prodotto nell’apparato termoelettrico. Successivamente, sempre utilizzando lo stesso strumento, determinò che l’intensità dell’irraggiamento variava al variare della temperatura. Dopo numerose indagini trovò che la temperatura del Sole poteva avere un valore compreso fra 10.000 e 20.000 °C. Per queste ricerche la Reale Accademia dei Lincei gli assegnò il premio Carpi nel 1877.
Con la stessa metodologia Rossetti indagò anche la temperatura dell’arco voltaico, determinando la temperatura delle fiamme e il loro potere emissivo e assorbente. Altri temi e strumenti da lui trattati furono il radiometro di Crookes, l’applicazione clinica delle coppie termoelettriche e le figure formate dalle scariche elettriche sui condensatori, conosciute al tempo come ‘figure elettriche del Rossetti’.
Fu preside della facoltà di scienze tra il 1876 e il 1885, incarico che ricoprì con grande dedizione. Insignito di varie alte onorificenze, ricoprì diversi incarichi pubblici, tra cui la delega governativa al Congresso internazionale di elettricità di Parigi nel 1881, dove fu anche vicepresidente della giuria per l’Esposizione internazionale di elettricità. A seguito di questa esperienza, si dedicò insieme a Giovanni Cantoni alla pubblicazione di una Bibliografia italiana di elettricità e magnetismo, pubblicata a Padova nello stesso anno.
Fu membro di varie accademie, tra le quali la Reale Accademia dei Lincei, l’Accademia dei XL e l’Istituto veneto di scienze, lettere e arti.
Morì a Padova il 20 aprile 1884, a causa delle complicanze della tubercolosi di cui soffriva da tempo.
Opere. Sull’uso delle coppie termoelettriche nella misura delle temperature: comunicazione fatta all’Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova nell’adunanza del giorno 7 Aprile 1867..., Padova 1867; Sul massimo di densità e sulla temperatura di congelamento delle mescolanze alcooliche. Memoria..., Venezia 1870; Di una curiosa ed elegante esperienza elettrica. Nota..., s.l. 1872; Uso della macchina di Holtz in alcune ricerche elettrometriche sui condensatori elettrici: memoria 1. letta all’Accademia di scienze, lettere ed arti in Padova nella seduta del giorno 24 Marzo 1872..., Padova 1872; Sulla inversione delle correnti nei due elettromotori di Holtz e nell’elettromotore doppio del Poggendorf. Nota..., Venezia 1873; Sul potere specifico induttivo dei coibenti. Memoria..., Venezia 1873; Nuovi studi sulle correnti delle macchine elettriche..., Venezia 1874; Sulla quantità di lavoro che viene utilizzato nello elettromotore di Holtz: memoria letta alla R. accademia di scienze, lettere ed arti in Padova nella tornata del 31 Maggio 1874, Padova 1874; Della vita e delle opere di Simone Stratico. Memoria..., Venezia 1876; Ulteriori esperienze fatte col radiometro di Crookes. Nota..., Venezia 1876; Indagini sperimentali sulla temperatura del Sole: memoria, Roma 1878; Sul potere assorbente, sul potere emissivo termico delle fiamme e sulla temperatura dell’arco voltaico: memoria, Roma 1879; Bibliografia italiana di elettricità e magnetismo; saggio comp. per incarico del Ministero di agricoltura, industria e commercio, dai professori F. Rossetti e G. Cantoni, in occasione della Mostra internazionale di elettricità che si apre a Parigi nell’agosto 1881, Padova 1881.
Fonti e Bibl.: M. Bellati, Commemorazione del professore comm. F. R. letta il 13 dicembre 1885 nell’aula magna della R. Universita di Padova dal prof. Manfredo Bellati, Padova 1886; A. Pazienti, Commemorazione di F. R. (1833-1885), Venezia 1886; A. Maggiolo, I soci dell’Accademia Patavina dalla sua fondazione (1599), Padova 1983, p. 281.