MONTI, Francesco Riccardo
MONTI, Francesco Riccardo. – Nacque il 6 settembre 1888 a Cremona da Alessandro, scultore, e da Angela Clementi; figlio unico, fu l’ultimo di una dinastia di scalpellini e scultori.
Rimasto orfano di madre, nel 1891 venne affidato alle cure delle zie paterne. Nel biennio 1902-1904 seguì a Cremona il corso di decorazione presso l’istituto Ponzone per le arti ornamentali e meccaniche, dove ottenne una menzione onorevole per i risultati raggiunti. A questi studi abbinò sempre l’esperienza pratica, affiancando spesso il padre nel suo studio di scultore. Concluso il corso di decorazione, nel 1904 si iscrisse all’Accademia di Brera, dove poté seguire il corso di scultura nell’anno 1908- 1909 e dove ebbe occasione di frequentare le lezioni di Enrico Butti; a conclusione del corso ottenne il massimo dei voti, vincendo anche la medaglia d’argento. La sua prima attività artistica si svolse frequentemente a fianco del padre per la realizzazione di numerosi monumenti funebri di carattere familiare collocati in cimiteri del Cremonese e delle zone limitrofe. Al 1907 è ascrivibile la sua prima opera autografa, la scultura in marmo raffigurante Zemira Zucchi nel cimitero di Cremona.
Il 7 febbraio 1910 sposò Antonia Chiappa; dalla loro unione nacquero tre figlie: Angiola (27 marzo 1911), Liliana (22 settembre 1918) e Sandra (4 ottobre 1923). Da un’idea nata nella Società amici dell’arte, nell’aprile 1910 fu inaugurata a Cremona la Prima Esposizione d’arte cremonese presso il palazzo dei marchesi Stanga- Trecco all’interno della quale Monti espose la statua intitolata Veritas e altre opere che gli fecero vincere la medaglia d’oro. Nello stesso anno realizzò il medaglione in bronzo con il ritratto di Giuseppe Bonetti (cappella della famiglia nel cimitero di Cremona), mentre l’anno successivo eseguì la lapide commemorativa recante il medaglione in bronzo con il ritratto di Garibaldi posta sulla facciata di palazzo Ceni a Medole (Mantova). Sempre nel 1910 fu impegnato nella realizzazione del Monumento funerario della famiglia Treccani- Solimbergo nel cimitero di Montichiari a Brescia. In occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi, nel 1913, realizzò a Busseto la lapide con medaglione in bronzo raffigurante l’effigie del maestro collocata sulla facciata delle scuole S. Agata, ora residenza privata. L’anno successivo scolpì la statua, in marmo, di Giuseppe Mori, parlamentare e benefattore, per il monumento eretto nel giardino dell’asilo Mori a Stagno Lombardo (Cremona) e vinse il concorso per la realizzazione della statua, in bronzo, del senatore Giuseppe Manfredi, facente parte del monumento in suo onore inaugurato a Cortemaggiore (Piacenza).
Con lo scoppio della prima guerra mondiale Monti venne mobilitato il 21 maggio 1915 e arruolato nel 2° reggimento artiglieria di campagna; ferito in battaglia a un occhio, si recò in convalescenza presso il cugino Annibale Monti che aveva uno studio di scultore a Piacenza. Nonostante la guerra ebbe l’occasione di partecipare e vincere il concorso per la realizzazione della cimasa del frontone da porsi nel costruendo V androne del cimitero comunale di Cremona. Tornato al fronte nel febbraio 1916, ricevette il grado di caporale ma la sua attività artistica, seppur rallentata, non si fermò e durante le licenze realizzò il bozzetto per il Monumento a Gerolamo Beltrami (compiuto nel 1917 in marmo), mentre ancora in questo stesso anno eseguì il busto di Cesare Battisti, inaugurato nell’ottobre sotto i portici della residenza comunale di Crema, dove tuttora si trova.
Rientrato a Cremona alla fine del conflitto, realizzò, tra il 1919 e il 1923, una serie di monumenti e targhe marmoree dedicate ai caduti della Grande Guerra: a Monticelli d’Ongina (Piacenza, 1920), Casalbuttano (Cremona, 1921), Acquanegra (Cremona, 1922), Stagno Lombardo (Cremona, 1923).
Sul finire del 1924 fu insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1926 realizzò il Monumento al fante per i caduti del 65° reggimento fanteria (Piacenza, caserma militare De Sonnaz) di cui aveva presentato il bozzetto due anni prima; nel corso dello stesso anno fu presente a Cremona alla III Esposizione d’arte nel palazzo Ugolani Dati, dove presentò, oltre ad alcune opere scultoree quali il busto di Mussolini e quello del gerarca Roberto Farinacci, una serie di disegni. L’anno successivo partecipò a una mostra di bronzi da salotto nell’hotel Negresco di Nizza; al termine di questa esposizione si recò a New York proseguendo il suo viaggio fino alle isole Filippine. Rientrato a Cremona nel 1928, prese parte alla Mostra della caricatura presso il palazzo Cittanova. Quest’anno fu contrassegnato tuttavia anche da una grande delusione per lo scultore il quale, dopo aver partecipato a un concorso promosso dalla sua città natale per la realizzazione del Monumento ai caduti austro-ungheresi, venne a sapere che la commissione, pur avendo preferito il suo bozzetto, aveva dovuto far vincere un altro artista; su pressione di esponenti locali del partito fascista, l’idea del monumento non ebbe poi seguito. Segnato profondamente da questo episodio, nel 1929 decise di partire nuovamente da Cremona per ripercorrere il lungo viaggio del 1927: si recò a Nizza e da lì si trasferì a New York, dove fece amicizia con lo scultore Herman Atkins Mac Neil; il suo viaggio proseguì poi fino a Manila. Nella capitale delle Filippine conobbe l’architetto filippino Juan Arellano già autore di molte opere e responsabile dell’ufficio Lavori pubblici della città (Filippucci Bonetti, 2003, p. 216).
Nel 1930, tornato a Cremona e portati a termine gli incarichi che gli erano stati commissionati in precedenza, vendette la casa e il suo studio e, con la famiglia, si trasferì a Manila. Dal 1931 iniziò a lavorare a pieno ritmo in questa città realizzando una serie di opere, come il frontone della facciata e l’apparato scultoreo esterno e interno del Metropolitan Theater o alcune statue per il palazzo delle Poste, in seguito entrambi distrutti a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. L’anno successivo rientrò per l’ultima volta a Cremona per far fondere a Milano il grande gruppo scultoreo in bronzo raffigurante l’eroe nazionale filippino Andrés Bonifacio, realizzato in collaborazione con l’amico scultore filippino Guillermo Tolentino. Rientrato a Manila realizzò la statua di Maria Vergine nella chiesa di S. Spirito e la statua di Nostra Signora del SS. Sacramento per la chiesa di S. Croce. Nel 1934 si trasferì a Hong Kong con la famiglia pur mantenendo aperto il suo studio a Manila; nel corso di questo soggiorno realizzò la grande statua in bronzo del Generale Tan che ancora oggi domina la piazza di Fu-Nan-Fu. Nel 1935 intraprese il grande progetto per la realizzazione della facciata e degli interni della Shanghai Bank Corporation. A seguito degli eventi bellici, nel 1939 rientrò a Manila ma dopo l’invasione giapponese dell’arcipelago filippino fu accusato di collaborare con la resistenza filippina e venne incarcerato; condannato alla fucilazione, solo per intercessione del delegato apostolico monsignor Guglielmo Piani la condanna non venne eseguita.
Alla fine della guerra Manila aveva subito notevoli danni e per la ricostruzione sia del tessuto urbano sia dei palazzi più rappresentativi il governo filippino si rivolse a Monti. Nel 1949 e per i successivi cinque anni fu incaricato di scolpire numerose statue allegoriche da collocare nell’edificio maggiore dell’università Santo Tomas di Manila tra le quali si ricordano, in particolare, quelle raffiguranti la Fede, la Speranza e la Carità situate accanto al gigantesco orologio posto in facciata. In questa stessa università fu nominato professore di scultura nella facoltà di architettura e belle arti, della quale, nel 1952, divenne direttore. Prescelto quale scultore ufficiale per le Filippine, partecipò, nel 1953, alla fiera internazionale di Manila dove espose quattro grandi statue in bronzo rappresentanti le quattro libertà proclamate dal presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt nel 1941: la Libertà di parola e di espressione, la Libertà di credo e di religione, la Libertà dai desideri, la Libertà dalla paura, poi collocate nel parco della libertà del palazzo Malacañang a Manila.
Tra le altre opere realizzate si ricordano la statua in bronzo di S. Giovanni Bosco e il Monumento a S. Domenico Savio, in marmo, per l’istituto Don Bosco a Mandaluyong, ultimati nel 1958, il progetto, in gesso, per un enorme bassorilievo destinato al palazzo del governo (Filippucci Bonetti, 2003, p. 231 s.), non portato a termine a causa dell’improvvisa morte dell’artista.
Morì il 12 agosto 1958 per le conseguenze dovute a un incidente automobilistico; venne sepolto nel cimitero di S. Filippo Neri a Mandaluyong nei sobborghi di Manila. Il 17 agosto avrebbe dovuto ricevere ufficialmente l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine di S. Gregorio Magno.
Fonti e Bibl.: L’opera d’un giovane scultore concittadino, in Interessi cremonesi, 16 novembre 1908; Prima Esposizione di arte e di industria artistica cremonese (catal.), Cremona, 1923; La II Mostra di arte e di industria artistica in Cremona, in Cremona. Rivista bimestrale illustrata di arte e di storia cremonese, I (1924), 1; III Esposizione d’arte in Cremona, maggio 1926, nel palazzo Ugolani Dati (catal.), Cremona 1926; E. Santoro, S’inaugura domani all’A.D.A.F.A. la mostra postuma dello scultore M., in La Provincia, 17 maggio 1974; E. Fezzi, La statuaria del M. fra cimiteri e teatri, in La Provincia, 9 giugno 1974; U. Gualazzini, F. M. - Leonida Bissolati, in Notiziario - Canottieri Leonida Bissolati, settembre-ottobre 1975, n. 4, pp. 2-4; A. Filippucci Bonetti, L’orto dei marmi. F.R. M. scultore 1888-1958, Cremona 2003; Id., L’arte dei Monti di Cremona vissuta tra famiglia e bottega, Saonara 2010, pp. 415-432.