ADAMI, Francesco Raimondo
Di famiglia fiorentina, nacque a Livorno nel 1711. Studiò sotto i gesuiti e gli scolopi; a diciotto anni si fece frate servita nel monastero dell'Annunziata di Firenze, ed ebbe a maestro di umane lettere il Baldacci, di matematica il Corsini e di teologia il Capassi. Insegnò filosofia e teologia a Firenze fino al 1744, anno in cui fu chiamato a sostituire come supplente nella cattedra di teologia dogmatica dell'università di Pisa il padre servita Giampietro Fancelli, divenuto priore generale dell'Ordine.
È di questi primi anni pisani una sua violenta polemica teologica con G. Lami, sulla libertà divina e la creazione. Il Lami, sotto lo pseudonimo di Clemente Bini (cfr. la precisa testimonianza in proposito di F. Fontani, Elogio del Dottor Giovanni Lami...,Firenze 1789, pp. 247 s.), aveva attaccato violentemente in cinque lettere, apparse tra il 1745 e il 1746 sulle Novelle letterarie,lo scritto Della esistenza e degli attributi di Dio e della immaterialità ed immortalità dello spirito umano secondo la mera filosofia. Ragionamenti Metafisici del Signor..., pubblicato anonimo a Lucca nel 1745 presso la stamperia Benedini, il cui autore era Giovanni Gualberto De Soria, professore dello Studio pisano. A lui rispose l'A. sotto lo pseudonimo di Gelaste Mastigoforo con due lettere, stampate l'una nel 1746, l'altra nel 1747, sempre a Lucca (Lettere di Gelaste Mastigoforo all'Eccellentissimo Signor Dottore Clemente Bini per communicargli le riflessioni fatte sopra le Lettere critiche dal medesimo scritte contro le Dissertazioni anonime intorno all'Esistenza di Dio ed all'Immortalità dello Spirito umano). È interessante notare come l'A. si richiami al principio di ragion sufficiente del Leibniz per sostenere che Dio ha creato l'ottimo dei mondi possibili. Nel frattempo il Lami aveva pubblicato a parte, aggiungendovene due altre, le sue lettere apparse sulle Novelle letterarie (cfr.F. Fontani, l.c., e la Lettera II di Gelaste Mastigoforo, pp. 4-5), e la polemica si era allargata per aver l'A. attaccato anche l'abate Carlo Antonio Giuliani di Lucca (cfr. Novelle Letterarie,1747, coll. 449 ss.), e criticato fortemente nella sua II Lettera la stessa attività di erudito del Lami (cfr. Riflessioni sopra la Lettera di Gelaste Mastigoforo in risposta alla prima scritta dal Signor Dottor Clemente Bini contro alcune Dissertazioni Metafisiche d'un Professore di Pisa, Firenze 1747, che sono appunto, soprattutto, un'esplicita difesa del Lami): peraltro a queste non seguirono ulteriori repliche, anche probabilmente perché il De Soria, in una nuova pubblicazione del suo scritto, vi apportò alcune modifiche e correzioni.
A Firenze, nel 1742, aveva iniziato le pubblicazioni il Giornale de' Letterati, di esso fu animatore e per certo tempo anzi unico collaboratore l'Adami. Dopo il suo trasferimento a Pisa infatti la comparsa dei fascicoli divenne più irregolare e saltuaria, e nel 1753 dopo un ampliamento della redazione, cui parteciparono anche il Mehus e il Buonaccorsi (cfr. Storia letteraria d'Italia, VIII, Modena 1755, p. 215), cessò del tutto. Riprese a Pisa nel 1757, sotto la direzione dell'A. (cfr. Introduzione al t. VII, 1, Pisa 1757, pp. V ss.), e cessò definitivamente nel 1762 (anche se per certi aspetti ne ripeterà l'impostazione il Giornale de' Letterati che prese a pubblicarsi a Pisa nel 1771 sotto la direzione di A. Fabroni).
Nell'Introduzione al I fascicolo del 1742, indicati nei giornali i nuovi rappresentanti "la istoria dei progressi dello spirito umano",così se ne fissano icompiti: "Parlano essi de i libri dati di fresco alla luce, anticipatamente gli annunziano accennando il paese dell'autore, e della edizione; in quei soli libri prolissamente si trattengono, che stimano più utili per il pubblico; di questi svelando il soggetto, e tutte esponendone le ragioni, racchiudono in poche pagine i sentimenti migliori, e le cognizioni più profittevoli, che per entro ad essi ritrovano" (p. XV). Questo generico spirito illuministico si estrinsecò peraltro soprattutto in una forma di pesante erudizione, nemmeno sempre controbilanciata da una scelta efficace dei libri da presentare. Sono notevoli comunque la presentazione di libri inglesi, l'interesse per l'erudizione straniera e molte discussioni scientifiche di orientamento newtoniano, con attente analisi anche della fisica e metafisica leibniziana, di cui l'A. elaborò, come si è visto, qualche spunto nelle Lettere di Gelaste Mastigoforo (cfr. Giornale de' Letterati I, 2, pp. 69-110). Dell'A., nel Giornale de' Letterati, si ritrovano numerosissimi gli articoli e le novelle letterarie, anonimi o siglati quasi sempre, durante gli anni pisani, P. A. Tra essi è particolarmente da ricordarsi lo scritto intorno all'innesto del vaiolo stampato nel t. VII, 2, pp. 61-95 (Pisa 1758),contro un'operetta anonima (L'inoculation de la petite vérole,Paris 1756)che attaccava violentemente una memoria di C.M. de La Condamine, letta nella Reale Accademia delle Scienze il 24 apr. 1754 e favorevole all'innesto stesso: il problema suscitò allora appassionate discussioni e lo scritto dell'A. fu ristampato nel volume Tre consulti fatti in difesa dell'innesto del vaiolo da tre dottissimi teologhi toscani viventi, Milano 1762, pp. 105-132, insieme con quelli di G. L. Berti e del Veraci.
Nel 1749 l'A. divenne titolare della cattedra di teologia dogmatica nell'università di Pisa, dove insegnava ormai da cinque anni; la lasciò nel 1768 al suo confratello F. Tozzi, quando divenne priore generale del suo Ordine, riprendendola nel 1774, per occuparla poi fino a quando fu collocato a riposo nel 1789. Appena eletto priore generale, l'A. si era preoccupato di intavolare trattative con la Repubblica di Genova, per ottenere la riammissione dei serviti nel territorio della Repubblica, donde erano stati espulsi nel 1763. Cosa che riuscì ad ottenere nel febbraio del 1769.
Morì a Livorno nel 1792.
Bibl.: G.M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, pp. 130 s.; Elogio istorico e filosofico di Giovanni Alberto De Soria scritto dall'Abate Luca Magnanima, Livorno 1777, p. 131; E. Micheli, Storia dell'Università di Pisa dal 1737 al 1859 in continuazione dell'altra pubblicata da A. Fabroni, in Annali delle Università toscane, XVI (1879), pp. 27 s.; per il Giornale de' Letterati cfr. anche brevi notizie in L. Piccioni, Il giornalismo letterario in Italia, I (Giornalismo erudito-accademico), Torino 1894, pp. 138-142; F. Fonzi, Le relazioni fra Genova e Roma al tempo di Clemente XIII, in Annuario d. Ist. stor. ital. Per l'età moderna e contemporanea, VIII (1956), pp. 173, 256; S. Rotta, Documenti per la storia dell'Illuminismo a Genova. Lettere di Agostino Lomellini a Paolo Frisi, in Miscell. di storia ligure, I, Genova 1958, pp. 266-268.