PROTONOTARI, Francesco
PROTONOTARI, Francesco. – Nacque il 28 agosto 1836 a Santa Sofia di Romagna (all’epoca nel Granducato di Toscana) da Pietro e da Teresa Boattini.
Nel 1854 si laureò in giurisprudenza a Siena e fu avviato all’attività legale nello studio dell’avvocato Leopoldo Galeotti, che lo mise in contatto con alcuni fra i principali rappresentanti del liberalismo toscano. Ben presto, però, abbandonò la professione forense per dedicarsi all’insegnamento dell’economia, dapprima presso l’Istituto agrario di Firenze, e poi all’Università di Pisa, dove fu titolare della cattedra di economia sociale, che era stata di Francesco Ferrara, dal 1861 al 1871.
Dei corsi da lui tenuti non sono rimaste tracce significative, e anche le sue pubblicazioni sono assai limitate. Di questo periodo si ricordano soltanto la Prelezione al corso d’economia sociale nelle sue relazioni coll’agricoltura. Come i liberi governi influiscano sull’agricoltura e l’agricoltura sui liberi governi (Firenze 1860) e L’idea moderna della statistica. Introduzione al corso di statistica e geografia nella R. Università di Pisa (Firenze 1864). Con i suoi insegnamenti, tuttavia, contribuì in maniera rilevante a far sì che l’economia politica acquisisse il carattere di scienza autonoma rispetto alle altre discipline, un impegno che in quegli anni fu costantemente al centro della sua attività.
Nel 1861 svolse inoltre le funzioni di segretario dell’Esposizione italiana agraria, industriale e artistica di Firenze, la prima grande esposizione nazionale dell’Italia unita, sulla quale pubblicò una delle sue opere più importanti (L’Esposizione italiana tenuta in Firenze nel 1861, I-III, Firenze 1867).
Nel marzo del 1865 fu tra i sottoscrittori del capitale della società anonima Successori Le Monnier, che raccolse l’eredità della casa editrice fondata da Felice Le Monnier. Insieme a Ernesto Magnani, Sansone D’Ancona e Carlo Schmitz fece parte del consiglio d’amministrazione della società presieduto da Bettino Ricasoli. Pochi mesi dopo Protonotari coinvolse alcuni consiglieri o soci dei Successori Le Monnier nella creazione di un’altra società avente per scopo la pubblicazione di una rivista, Nuova Antologia, che in breve tempo sarebbe divenuta una delle più prestigiose e autorevoli dell’Italia liberale. Egli stesso sottoscrisse il primo di cinque ‘pacchetti’ di azioni della società, ciascuno del valore di 10.000 lire (gli altri andarono a Felice Le Monnier, Temistocle Pampaloni, Giacomo Servadio e ai Successori Le Monnier), e assunse la direzione della rivista, il cui primo numero apparve nel gennaio del 1866.
La rivista, che ebbe inizialmente periodicità mensile, intendeva rinverdire la tradizione dell’Antologia di Giovan Pietro Vieusseux e quindi proporsi, come Protonotari scrisse nel suo primo editoriale, «come impresa non meno civile che letteraria», come uno strumento di formazione e di educazione della classe dirigente che doveva permettere all’«Italia risorta» di «correre all’adempimento de’ suoi destini nazionali e politici» (La Nuova Antologia, in Nuova Antologia, I (1866), 1, p. I). Grazie anche ai buoni compensi che era in grado di pagare agli autori, ottenne la collaborazione dei maggiori esponenti della cultura italiana non limitandosi ai settori umanistici, bensì dando ampio spazio a giuristi, scienziati, tecnici, esperti delle nuove scienze sociali, compresi molti dei suoi colleghi, ai quali chiese di «fare accessibile al maggior numero […] per fino i calcoli della statistica e il moto e i fenomeni giornalieri del gran mondo economico» (p. III).
Nel giugno del 1868, proprio con il sostegno del gruppo di economisti che collaborava con la Nuova Antologia, Protonotari promosse la fondazione a Firenze della Società di economia politica italiana, di cui fu eletto segretario. Concepita come associazione professionale, in realtà si organizzò intorno a una rappresentanza paritaria di economisti accademici e di esperti di questioni economiche impegnati nel mondo della politica, della finanza e delle istituzioni. Tanto fu rigorosa e selettiva nell’ammissione dei nuovi soci, quanto aperta ed eclettica nella selezione delle tematiche affrontate nelle riunioni sociali, i cui verbali furono spesso pubblicati sulla Nuova Antologia. Ebbe vita intensa fino al 1871, quando, con le divisioni crescenti fra la componente liberista e quella statalista e poi con il trasferimento della sede a Roma, le riunioni si diradarono (se ne ebbero alcune fra il 1872 e il 1873 e poi altre tre fra il 1878 e il 1882), finché la società di fatto si estinse.
Dall’anno accademico 1871-72 Protonotari si trasferì all’Università di Roma, dove ebbe la cattedra di economia politica presso la facoltà di giurisprudenza, di cui fu preside dal 1876 al 1882. In quegli anni pubblicò una delle sue poche opere a stampa, il Discorso per la inaugurazione degli studi nella R. Università di Roma pronunciato il 6 novembre 1878 (Roma 1880). Nel 1878 i crescenti impegni nella capitale lo indussero a trasferirvi anche la direzione della Nuova Antologia, che contestualmente passò da mensile a quindicinale. Di essa conservò la direzione fino alla morte, dedicandovisi con costante impegno e facendone un periodico sempre più apprezzato e influente.
Morì celibe il 30 marzo 1888 a Firenze, dove era tornato da Roma per un periodo di convalescenza.
Fonti e Bibl.: Le Carte Protonotari, comprendenti anche la corrispondenza del fratello Giuseppe che gli subentrò nella direzione della Nuova Antologia, si conservano presso la Biblioteca nazionale centrale di Firenze e constano di 39 buste.
F. D’Arcais, F. P., in Nuova Antologia, 1888, vol. 98, pp. 389-394; G. Finali, F. P. e la Nuova Antologia, ibid., 1906, vol. 206, pp. 553-559; P.C. Masini, Lettere di Antonio Labriola a F. P. e a Cesare Righini, in Rivista storica del socialismo, I (1958), 4, pp. 498-510; C. Ceccuti, Un editore del Risorgimento. Felice Le Monnier, Firenze 1974, ad ind.; R. Faucci, Organizzazione e diffusione della cultura economica in Italia dopo l’Unità. Lettere di L. Cossa e A. Loria a F. P., 1868-1886, in Economia e storia, XXV (1978), 1, pp. 93-113; G. Spadolini, Fra Vieusseux e Ricasoli. Dalla vecchia alla Nuova Antologia, Firenze 1982, pp. 35, 39, 261-265, 269-272, 280, 287; C. Ceccuti, Le Monnier dal Risorgimento alla Repubblica (1837-1987), Firenze 1987, ad ind.; L. Conte, Il costituirsi dell’insegnamento di economia politica nell’Univer-sità di Pisa (1840-1876), in Le cattedre di economia politica in Italia. La diffusione di una disciplina ‘sospetta’ (1750-1900), a cura di M.M. Augello et al., Milano 1988, pp. 221-239; G. Spadolini, La Nuova Antologia dal Risorgimento alla Repubblica, Firenze 1988, pp. 8, 29-36, 89, 92-97; A. Abeti, De Amicis, Firenze, la Nuova Antologia nel carteggio con F. P., in Nuova Antologia, 1990, vol. 2174, pp. 419-435; R. Bonghi, Lettere inedite alla Nuova Antologia, 1866-1895: trent’anni di collaborazione con i fratelli Protonotari, a cura di D. Lisi, Firenze 1993; M.M. Augello, La Nuova Antologia e la diffusione dell’economia politica (1886-1880), in Le riviste di economia in Italia (1700-1900), a cura di M.M. Augello - M. Bianchini - M.E.L. Guidi, Milano 1996, pp. 311-338; P.F. Asso, La Società di economia politica italiana (1868-1882), in Associazionismo economico e diffusione dell’economia politica nell’Italia dell’Ottocento, a cura di M.M. Augello - M.E.L. Guidi, II, Milano 2000, pp. 245-298; T. Fanfani, L’attivazione dell’insegnamento dell’economia, in Storia dell’Università di Pisa. 1737-1861, II, Pisa 2000, pp. 753-758; Economisti in Toscana. Problemi economici e politico-amministrativi dell’Italia liberale nei carteggi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, a cura di R. Faucci, Roma 2005, pp. XXIV-XXXIII; M. Cini, Culture economiche e modelli di sviluppo nella Toscana del primo Ottocento, Pisa 2008, ad ind.; M. Cini - T. Fanfani, L’insegnamento dell’economia e le scuole di pensiero negli studi economici e aziendali, in Annali di storia delle Università italiane, 2010, vol. 14, pp. 249-262.