PASSARINI, Francesco
PASSARINI (Pasarini, Passarino, Passerini), Francesco (al secolo Camillo). – Figlio di Antonio e Angela Cuppini, nacque a Bologna il 10 novembre 1636 (Registri battesimali della Cattedrale).
Maestro di cappella e compositore, non va confuso con l’omonimo e più giovane Francesco Passerini, contralto senese attivo anch’egli a Bologna. Minore conventuale, fu accolto nella casa bolognese di S. Francesco nel 1652 (Libro de’ partiti, consegli &c del Convento di S. Francesco di Bologna, t. 6, 256.4388, c. 43r); il 28 gennaio vestì l’abito francescano e fece poi il noviziato sotto il padre maestro Alessandro da Fossano (Bologna, Museo della musica, H.64, p. 49).
Nulla si sa della sua formazione musicale: potrebbe essere stato allievo di Agostino Filippucci, padre nobile della scuola bolognese. Le tappe della sua primavera professionale e dell’intera carriera – caratterizzata dalla mobilità tipica dei frati musicisti – sono invece documentate da lui stesso: fu infatti solito indicare luogo e data di composizione sui propri manoscritti, e nell’ultimo anno di vita stilò un dettagliato Inventario delle robe di musica possedute (ibid., H.67, cc. 151-158; e cfr. la cronologia che ne redigette Giambattista Martini: H.64, pp. 49 s.; questi documenti consentono di identificare numerose partiture e di constatare la perdita di altre). A Bologna compose due Kyrie a 5 voci (1657 e 1662), un Beatus vir a 5 (1659; ibid., BB.91; lì sono conservati anche tutti gli altri manoscritti segnati BB) e un Gloria a 5 (1662); è inoltre tramandato con data un Credidi a 3 (1661; BB.100). Nel 1662-63 si trasferì a Ferrara come organista (cfr. ibid., H.64, p. 49): a tale periodo risalgono un Kyrie a 8 e un De profundis a 8 con 4 bassi (1663). Nel 1664 soggiornò a Correggio e tornò poi nel convento bolognese.
Lì fu per un decennio maestro di cappella. È indicato come tale il 17 dicembre 1667, quando con esito positivo propose Giovanni Paolo Colonna al ruolo di organaro (Libro de’ partiti..., t. 7, 257.4389, c. 186r), e il 16 maggio 1671, quando i padri valutarono se concedergli un emolumento per il servizio straordinario prestato e per aver licenziato le sue prime due opere a stampa (ibid., t. 8, 258.4390, c. 45r), entrambe pubblicate a Bologna nel 1671: Salmi concertati a 3, 4, 5 e 6 voci, parte con violini e parte senza, con letanie della Beata Vergine a 5 voci con due violini (dedicati a Giacomo Maria Marchesini) e Antifone della Beata Vergine a voce sola, comode per tutte le parti (dedicate ad Anna Isabella Gonzaga, novella duchessa consorte di Mantova). Seguì a breve una terza opera: Compieta concertata a 5 voci con violini obligati (Bologna 1672; dedicata alla comunità di S. Giovanni in Persiceto, che aveva frattanto nominato Passarini maestro di cappella).
Al primo periodo bolognese risalgono un Credo a 8 (1664), un Confitebor a 5 (1665), una coppia di Kyrie e Gloria a 8, un Gloria a 6, un Credo a 6 e un mottetto a 12 pieno con trombe e cornetti per la festa dei ss. Innocenti (1666), un Gloria a 6, un Credo a 5 e un Confitebor a 3 (1667), un Kyrie a 8 (1669), una coppia di Kyrie e Gloria a 16 e un Laetatus sum a 3 (1670), un Magnificat «a più voci e più instromenti» (1671, composto a Venezia), un Kyrie a 8 (con un «Christe eleison» a 16) e un Gloria a 8 con trombe e cornetti (1672) e un Gloria a 8 (1673). Gli appunti martiniani citano inoltre il mottetto Reponent nunc organa a 8 con timpano e un Confitebor a 8 (1665). Sono tramandati con data un Domine ad adiuvandum per due bassi (1664; BB.94), un Sanctum et terribile a 5 per un Confitebor (1665; Bologna, Biblioteca del convento di S. Francesco, M.Passarini I-8.3; lì sono conservati anche tutti gli altri manoscritti segnati M.Passarini), un Laetatus sum a 8 (1666; BB.97), un Confitebor a 5 (1667; M.Passarini I-3), un Sicut erat a 8 da un Laudate Dominum omnes gentes (1668; M.Passarini I-5), un Domine ad adiuvandum a 8 e un frammento di un De profundis a 8 (1669; BB.401 e BB.100).
Nel 1673 Passarini fu nominato maestro di cappella nella chiesa di S. Maria dei Frari e fino a tutto il 1680 risiedette nel massimo convento francescano di Venezia. Al periodo veneziano risalgono un Kyrie a 8 (1673; BB.99), un Gloria a 8 con trombe e cornetti e un Nisi Dominus a 8 con 3 cornetti e 6 violini (1674), un Nisi Dominus a 3 (1675), un’Alma Redemptoris mater per soprano solo e un mottetto per soprano solo per un santo martire (1676; il mottetto è forse da identificarsi con Stillate roseo, apparso postumo nei Motetti sagri a voce sola con istrumenti raccolti da Carlo Maria Fagnani, Bologna 1695), un Confitebor a 3 e un Laetatus sum a tre cori con trombe e cornetti (1677), un In convertendo a 3 con tromba (1678) e un Laudate pueri a 10 con tromba e cornetti (1679). Gli appunti martiniani citano inoltre un Cum invocarem a 8 e un In te Domine speravi a 5 (1673), un In manus tuas a 3 (1674 o 1675; M.Passarini I-8.2), il colossale mottetto concertato Spargite lilia a 8 con cornetti, trombe e 6 violini per le rogazioni (iniziato a Venezia e terminato a Bologna: fonti divise tra BB.100 e M.Passarini I-11), e due Ave Regina caelorum (1675), un Te Deum a 8 con trombe e cornetti per l’incoronazione di Innocenzo XI (M.Passarini I-4: nelle parti staccate degli strumenti, all’inno segue Gaudete, populi, introduzione al Gloria eseguita durante la stessa messa pro gratiarum actione), e il mottetto O rosae vivaces (1676), il mottetto Gloria in caelis per soprano solo per s. Lorenzo (1677), i mottetti Victoriam canite «per la Concezione» ed Eia agite per s. Sebastiano (1678), i mottetti Exultate iubilate per alto solo per i ss. Cosma e Damiano, Quid admiramini per s. Caterina e Ridete sidera per canto solo (1679) e un In te Domine speravi a 4 (1680). Sono tramandati con data un Beatus vir a 2 e un Semper et in saecula a 5 per un salmo (1674; BB.401, incompleto, e M.Passarini I-6), un Nunc dimittis a 5 e un Cum invocarem a 5 con tromba (1675; BB.86 e BB.96) e una raccolta di salmi e parti di messa a 8 (sotto la data di Bologna 1676, con l’eccezione di un secondo Beatus vir datato 4 giugno 1685; BB.88). Al soggiorno veneziano può essere ricondotta un’altra introduzione al Gloria, In campum, o duces per soprano e basso con tromba, cornetti e 6 violini (tramandata in due versioni: M.Passarini I-9).
Il 14 settembre 1680 i padri del convento bolognese presero atto della difficoltà di Passarini nel fornire le musiche per la loro festa di s. Francesco (Libro de’ partiti..., t. 9, 259.4391, cc. 44v-45r); forse per rinsaldare la propria cappella musicale, il 9 novembre apparecchiarono il ritorno del confratello, troppo lontano per prestare un aiuto sicuro: alla proposta di 50 ducatoni annui, il musicista diede l’agognato assenso (ibid., c. 47r). Il 31 marzo 1681 i padri lo elessero maestro di cappella, con un solo voto negativo (ibid., c. 59r), e il 24 maggio gli diedero piena libertà di organizzare le musiche per la festa di s. Antonio da Padova, «affinché riuscisse solenissima e decorosa al possibile» (ibid., c. 62v); tanto elevata fu la spesa sostenuta (pari a oltre 200 lire: ibid., c. 64r) quanto straordinari furono gli eventi: Martini annota che Giuseppe Corsi detto il Celano «passando per Bologna udì una musica fatta nella domenica fra l’ottava di s. Antonio, e comendò molto il P. Passarini dicendo essere questi un grand’uomo» (Bologna, Museo della musica, K.44.1, c. 94). I festeggiamenti bolognesi per il cardinalato di Lorenzo Brancati da Lauria furono differiti dal 1° fino al 17 settembre al solo scopo di attendere il rientro del maestro di cappella da un viaggio (Libro de’ partiti..., t. 9, c. 72r); il 30 settembre questi fu ammesso nel consiglio dei padri (ibid., c. 74r).
Passarini si assestò dunque tra i primi attori della vita musicale cittadina, dominata dall’autorevole Colonna e dall’emergente Giacomo Antonio Perti: in quanto frate non poté essere aggregato all’Accademia filarmonica, ma con l’arietta per soprano Fra i ceppi del tormento partecipò a Melpomene coronata da Felsina, raccolta di cantate dei «signori compositori bolognesi» (Bologna 1685). Il 27 marzo 1689 fece eseguire, nell’Arciconfraternita dei Ss. Sebastiano e Rocco, l’oratorio a 5 voci e con 6 violini Abramo sagrificante (libretto di Tommaso Stanzani). Licenziò quindi la sua quarta e ultima opera a stampa: tre Messe brevi a 8 voci col basso continuo per l’organo (formate da Kyrie, Gloria e Credo, e dedicate al teologo carmelitano Clemente Maria Felina; Bologna 1690).
Al secondo periodo bolognese risalgono un Kyrie e un Gloria a 8 (1680), un mottetto con tromba per lo Spirito Santo (1681 o 1689), un Credidi a 3 con 6 violini e il mottetto O citharae, o tubae per soprano solo con tromba per ogni santo (1682), un Kyrie a 8 con tromba e cornetti (1683), un De profundis a 8 (1688), un Kyrie e un Gloria a 5 (1689). Gli appunti martiniani citano inoltre Ad montes, ad colles, introduzione al Gloria per basso solo con trombe, cornetti e 6 violini, per la Trasfigurazione (1682, composta a Venezia: M.Passarini I-10), un Te Deum a 4 e un Laudate [pueri] a 3 (1683), il mottetto Salve panis a 3 (1688) e un Miserere a 8 pieno (1690). Sono tramandati con data due Confitebor a 3 (1684 e 1691; BB.94 e BB.100), un Sanctum et terribile a 3 per un Confitebor (1691; M.Passarini I-12) e un Surgite postquam sederitis a 8 per un Nisi Dominus (datato «169...»; M.Passarini I-7).
Nel 1691 Passarini si trasferì in Toscana. Soggiornò dapprima a Firenze, maestro di cappella in S. Croce. È indicato per tale nel sontuoso manoscritto dell’Abramo sagrificante, reintitolato Il sacrificio d’Abramo e donato a Leopoldo I d’Asburgo dal francescano senese Giovanni Battista Luti (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Mus. Hs. 17660); questi donò al musicofilo sovrano anche un altro oratorio passariniano, Dio placato a 8 voci (libretto di Ottavio Ridolfi), anch’esso con 6 violini (ibid., Mus. Hs. 17659; la sinfonia introduttiva è la stessa del Sacrificio d’Abramo). Nella capitale toscana gli oratorii di Passarini ebbero buona sorte: Dio placato vi fu eseguito nel 1690, 1692 e 1695, nell’Oratorio di S. Filippo Neri; Il martirio di s. Sebastiano (musica perduta; libretto attribuito ad Antonio Navesi: Lustig, 1937, p. 60) il 20 gennaio 1690 in S. Filippo Neri; Abramo sagrificante il 23 febbraio 1690 nella Compagnia di S. Sebastiano e nel 1695 in S. Filippo Neri. Nel biennio 1692-93 il musicista soggiornò a Pistoia, dove compose le ultime partiture documentate: un Kyrie a 4 e uno a 8 (1692), il mottetto Quid moramini a 5 per s. Caterina da Siena, un mottetto per s. Lucia e uno a 8 per s. Chiara (1693).
Il 5 dicembre 1693 i padri bolognesi approvarono di pagare il trasloco delle cose di Passarini da Firenze e Pistoia a Bologna, e di reintegrare il maestro di cappella con compenso di una doppia al mese nonostante le «sue indispositioni» (Libro de’ partiti..., t. 10, 260.4392, c. 125r). A dimostrazione del precario stato di salute, nei successivi verbali non si fa più allusione alla sua attività, mentre già il 19 dicembre è riconosciuto il servizio di Ferdinando Antonio Lazzari, novizio destinato a raccogliere, nel giro di un decennio, l’eredità dell’anziano frate (ibid., c. 126r).
Passarini morì a Bologna il 23 settembre 1694 (Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Cronaca del monastero e chiesa di S. Francesco di Bologna); tre giorni dopo, il padre guardiano lesse al consiglio l’inventario delle cose da lui lasciate (Libro de’ partiti..., t. 10, 260.4392, c. 150v).
Le molte composizioni di Passarini sono conservate perlopiù a Bologna, nelle collezioni del Museo della musica e del convento di S. Francesco; altre fonti sono nella Staatsbibliothek di Berlino, nell’Accademia filarmonica di Bologna, nel santuario della Ss. Annunziata di Firenze e nell’Universitetsbibliotek di Uppsala. Passarini si dedicò soprattutto alla musica da chiesa, praticata con eguale disinvoltura dalla monodia alla policoralità, dallo stile pieno a quello concertato, e con organici vocali e strumentali allargati o inconsueti: si ha notizia di composizioni a sei, sette, nove e dieci voci, e in numerose è praticata la virtuosistica tecnica dei ‘6 violini’ o ‘6 strumenti’, che prevede una densa scrittura con quattro violini e due viole in un solo coro più il basso continuo, a sua volta divisibile in un basso spezzato e un basso generale. Benché lacunoso, l’Inventario delle robe di musica dà conto di 12 Kyrie, 12 Gloria, 3 coppie di Kyrie e Gloria, 9 Credo, 71 mottetti (28 con strumenti di concerto e 43 con il solo basso continuo), 19 Dixit Dominus, 4 Confitebor, 11 Laudate pueri, un Laudate Dominum omnes gentes, 15 Magnificat, 2 Credidi, un In convertendo nonché, elencati a parte, 23 altri salmi per diverse liturgie.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio generale Arcivescovile, Registri battesimali della Cattedrale: 1636 (1° luglio) - 1637 (31 marzo), t. 88, c. 119v; Archivio di Stato di Bologna, Demaniale, S. Francesco, Libro de’ partiti, consegli &c del Convento di S. Francesco di Bologna, tt. 6-10, 256-260.4388-4392; Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, Cronaca del monastero e chiesa di S. Francesco di Bologna, ms. 17, G.I.8, p. 31; Bologna, Museo della musica, H.64 e H.67 (zibaldone di G.B. Martini), K.44.1 (carteggio di G.A. Perti e altri documenti).
Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, a cura di G. Gaspari et al., I-V, Bologna 1890-1943, ad ind.; L. Busi, Il padre G.B. Martini, musicista-letterato del secolo XVIII, Bologna 1891, pp. 225-232 e passim; R. Lustig, Saggio bibliografico degli oratorii stampati a Firenze dal 1690 al 1725, in Note d’archivio per la storia musicale, XIV (1937), p. 60; U. Rolandi, Oratorii stampati a Firenze dal 1690 al 1725, ibid., XVI (1939), pp. 33, 35; Biblioteca del Convento di S. Francesco di Bologna: catalogo del fondo musicale, a cura di G. Zanotti, II, I manoscritti, Bologna 1970, pp. 232-235; L. Manzoni, La cappella musicale della basilica di S. Francesco in Bologna dal 1537 agli inizi del XVIII secolo, I-II, tesi di laurea, Università di Bologna, 1984-85, passim.