NEGLIA, Francesco Paolo
– Nacque a Castrogiovanni (oggi Enna), il 22 maggio 1874 da Giuseppe, violinista e maestro di cappella in cattedrale, e da Maria Greca, insegnante elementare.
Da ragazzo suonava il violino nella cappella del duomo e nel teatro della città; era inoltre primo trombone solista nella banda cittadina. Giovanissimo si fece notare come compositore, in particolare per alcune romanze divenute presto popolari. Nel frattempo terminò gli studi, divenne insegnante elementare (1893) e trovò un incarico come maestro di scuola. A vent’anni si trasferì a Palermo, dove studiò in conservatorio con Guglielmo Zuelli, diplomandosi in violino, trombone e composizione.
Per qualche tempo si dedicò alla direzione d’orchestra, curando la concertazione di opere liriche in diversi teatri italiani. Il 17 dicembre 1900 sposò Marie Dibbern (la cui famiglia, tedesca di origine ma residente a Taormina, trascorreva l’estate a Castrogiovanni); si trasferì da Palermo a Milano, ma non riuscì ad emergere.
Nel 1901, grazie all’aiuto di Anna Spies, zia della moglie, si stabilì ad Amburgo. Inserito nell’alta società anseatica, ebbe successo come violinista e come insegnante di musica, tanto da fondare l’Akademisches Musik-Institut, dal 1908 rinominato Neglia Konservatorium, che nel giro di qualche anno superò il numero di 500 iscritti e aprì tre filiali (l’istituto divenne Deutsches Konservatorium dopo che il musicista italiano decise di rientrare in patria).
Nel periodo amburghese svolse un’importante attività come direttore d’orchestra, con concerti in primarie città germaniche, alternandosi con Felix Weingartner sul podio dello Stadttheater.
Scrisse parecchia musica a scopo didattico; nel dicembre 1903 brevettò due piccole invenzioni per gli allievi di pianoforte: un apparecchio per rendere le dita indipendenti e rinforzarne i muscoli, e un altro per facilitare il movimento del polso senza muovere il braccio.
Negli anni trascorsi in Germania compose gran parte delle sue opere sinfoniche. Di particolare importanza la seconda Sinfonia con coro, detta «italo-tedesca» (o anche «L’emigrante»).
Vi è in questa sinfonia la festosa gioiosità di una kermesse popolare tedesca: non a caso il coro intona la melodia di un’antica canzone. I quattro movimenti esibiscono una monumentalità in linea con l’evoluzione impressa da Bruckner e Mahler al genere sinfonico; per lo spiccato lirismo piacque agli ascoltatori e ai critici amburghesi, ai quali venne proposta l’8 ottobre 1912 per la prima volta (ma seguirono altre repliche). Di una certa importanza anche la suite sinfonica Tre quadri di vita veneziana, composta nel 1913 e presentata a Bad-Nauheim il 18 giugno 1914, poco tempo prima del rientro in Italia.
Se la sua musica sinfonica risponde al gusto tardo-romantico di fine secolo, nella produzione da camera e da chiesa si osservano tratti assai originali.
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, rientrò in Italia, dove, nonostante l’interessamento di eminenti musicisti quali Marco Enrico Bossi, Giacomo Puccini e Richard Strauss, non riuscì ad affermarsi come compositore e direttore d’orchestra.
Tornato a Castrogiovanni a seguito della morte del padre, ebbe una supplenza come maestro elementare e poi un impiego nell’ufficio comunale, indi ottenne il posto di vicedirettore della cappella musicale della duomo. Ripresi gli studi all’Università di Palermo nel 1919, insegnò a Caltanissetta lingua tedesca nel locale istituto tecnico; continuò a insegnare musica in privato (Vetri, 2005-06, pp. 25-28).
Nel 1921 trovò impiego come maestro elementare a Vanzago (Milano); qui terminò di comporre l’opera lirica in tre atti Zelia (op. 39, libretto di Alessandro Cortella; la prima fu, postuma, a Catania nel 1950).
Il soggetto dell'opera, «pur non mancando di talune ‘violenze’ proprie dell’estetica dei ‘veristi’, trova il suo fuoco centrale nel romantico giuoco dell’intrigo e, pur senza farne oggetto definito e determinante, si compiace di una coloritura storica e ambientale, tutt’altro che trascurabile» (Roma, Biblioteca e Archivio musicale dell’Accademia nazionale di S. Cecilia, D’Amico, N.1.140: G. Confalonieri, Analisi critico-illustrativa dell’opera lirica «Zelia», datt., 28 maggio 1971, p. 3).
Poco dopo fu a Legnano, dove divenne direttore del coro della Società amici dell’arte e ottenne la cattedra di lingua tedesca nell’istituto tecnico comunale. Costituì un’orchestra che in poco tempo fu in grado di eseguire diverse opere liriche.
Nel 1922 si ammalò la moglie; per le sue cure Neglia s’indebitò e il figlio Giuseppe dovette abbandonare l’università, trovando impiego nell’azienda tessile De Angeli e Frua. Poco dopo si ammalò anche la primogenita Emma, che tornò in Sicilia per curarsi. La moglie morì nel 1923, lasciando anche un’altra figlia di 5 anni.
Nel 1926 gli fu affidato l’insegnamento di musica e canto in alcune scuole elementari e superiori di Legnano. Il 28 marzo si iscrisse al Partito fascista per ottenere agevolazioni finanziarie, quindi si sposò con Teresa Rotharmel, da cui ebbe un altro figlio. Nel 1927 iniziò la stesura di Girifalco (ossia l’ultima avventura), operetta op. 44, mai rappresentata (Vetri, 2005-06, pp. 29-34). Nel 1929 fondò a Legnano il Liceo musicale Giuseppe Verdi, che diresse fino alla morte.
Dal 1931 si manifestarono i primi sintomi della nefrite che lo portò a morte il 31 luglio 1932 a Intra (oggi Verbania).
Opere (quasi tutte pubblicate postume): Oltre a quelle già citate, si ricordano le seguenti composizioni per orchestra: Intermezzo breve op. 3 (Torino [1950]); Largo con Ave Maria op. 5 per soprano, archi, arpa e organo (Genova 1946); Sinfonia n. 1 op. 7 (Torino 1955); Minuetto in stile antico op. 14 (Genova 1946); Sinfonietta umoristica per fanciulli op. 31 (Torino 1948); Arioso (dalla Sonata all’antica) (Torino 1955); Due gavotte per orchestra d’archi (Torino 1948); oltre a diversa musica per banda, molti i titoli di musica da camera, tra cui: Prime gioie della mamma. Melodia semplice per violino e pianoforte; Fantasia facile per violino e pianoforte; Gioie di bimbi (Kinderfreuden) per violino e pianoforte; Ave Maria op. 10 per violino, canto e pianoforte (Genova 1942); Sonata all’antica op. 12 per violino e pianoforte (Genova 1943); Intermezzo - Capriccio Valzer op. 19 per violino e pianoforte (Lipsia, s.d.); Fantasie über einer bekannte Weise op. 24 per pianoforte, flauto, violino e corno (Genova 1946); Quartetto op. 26 per pianoforte, violino, viola e violoncello (Genova 1942); Piccolo scherzo op. 28 per violino e pianoforte (Genova 1946); Ricordi ancor? op. 29 per violino e pianoforte; Largo espressivo per violino e organo (Torino 1952); Romanza op. 39 per viola (o violoncello) e pianoforte (Genova 1942); Idillio op. 42, per violino e pianoforte (Genova 1943); Serenata siciliana per violino, violoncello e pianoforte (Genova 1946); Trio op. 52 per pianoforte, violino e violoncello (Genova 1942). Per pianoforte solo: Sonata in Mi bemolle maggiore; Sonatina in un tempo op. 11 (Torino 1954); Nostalgia. Romanza senza parole op. 16 (Genova 1946); Rondino; Sei canzoni popolari op. 20 (Berlino, s.d.); Scherzo op. 24; L’arpista fantastico op. 38 (Genova 1942). Composizioni per altri strumenti solisti: Fantasia op. 6 per mandolino solo (Genova 1946); Scherzo per mandolino; Fantasia per clarinetto. Infine, tra la musica corale, si ricordano: Gloria in excelsis Deo op. 9; La canzone (Das Volkslied) op. 21 (Genova 1945); Canzone popolare op. 32; Missa brevis op. 34 (Torino 1958); 2 Responsori per la settimana santa op. 35 (Torino 1951); Ave Maria op. 36 (Genova 1942); I tre colori op. 41, inno; Il Grillino op. 47; Campane op. 50 (Torino 1958); Litania (Torino 1953); Tantum ergo (4 diverse versioni, Torino 1954); Compieta maggiore (Torino 1957); Sepulto domino: mottetto (Torino 1958); Raccolta di inni e canti per bambini (Genova 1946). Canto e pianoforte: Una sera presso la quercia; Due rispetti (Torino 1953); Quannu!, canzone siciliana (Torino 1948); Come quel fior op. 8 (Genova 1946); Der Mensch ist ein Lüftchen op. 13; Saluto di Beatrice op. 25 (Genova 1946); Sfinge op. 48 (Torino 1951). Compose anche due opere didattiche: Nozioni d’armonia teorica e pratica (Genova 1946) e Bassi e canti. Appendice alle nozioni d’armonia (Torino 1948).
Fonti e bibl.: M. Barbieri, F. P. N., la vita e le opere, Genova 1944; A. Della Corte - G.M. Gatti, Dizionario di musica, Torino 1959, p. 420; Celebrazioni di F. P. N., Enna 1962; Enciclopedia della Musica, III, Milano 1964, pp. 262 s.; Onoranze a F. P. N., Legnano 1966; La Musica. Dizionario, Torino 1971, p. 437; S. Martinotti, Ottocento strumentale italiano, Bologna 1972, p. 517; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, Busto Arsizio 1985, pp. 135 s.; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le Biografie, V, p. 341; The new Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVII, p. 737; M. Agrò, F. P. N. nella vita e nell’arte. La prima biografia ufficiale, Firenze 2004; I. Grippaudo, F. P. N. La vita esemplare di un musicista ennese tra idealismo e classicismo, Enna 2004; W. Vetri, Francesco Paolo Neglia compositore e didatta, tesi di laurea, Università di Catania, anno accademico 2005-06.