CONTUZZI, Francesco Paolo
Nacque a Montescaglioso (Matera) il 9 ott. 1855 da Giuseppe e da Giuseppina D'Alessio. Studiò a Napoli, ove si laureò in giurisprudenza nell'agosto del 1878.
Iniziò quindi ad esercitare la professione forense e nello stesso tempo si dedicò allo studio del diritto internazionale. Nel 1880 pubblicò a Napoli il volume Il diritto delle genti dell'umanità. Nel medesimo anno ottenne dal ministero dell'Istruzione Pubblica due assegni di perfezionamento da utilizzare uno presso una università straniera, l'altro presso un'università italiana: non sappiamo quale dei due scegliesse. Nel 1881 vinse il concorso. per professore straordinario di diritto internazionale presso l'università di Macerata: iniziò il corso di lezioni con una prolusione dal titolo Del nuovo indirizzo scientifico e pratico del diritto internazionale che pubblicò, sempre nel 1881, a Napoli. Nel 1882 raccolse le lezioni tenute presso l'università di Macerata nel volume La questione romana ed i partiti politici (edito a Macerata) e dette alle stampe il discorso pronunciato in occasione dell'apertura dell'anno accademico 1882-83 dal titolo La questioni d'Oriente dinanzi al diritto internazionale (anch'esso edito a Macerata). Il suo impegno presso l'università marchigiana, comunque, non durò a lungo: nell'autunno del 1883 il C. si dimise dall'insegnamento ("per motivi di famiglia" si legge nel suo fascicolo personale) e si trasferì definitivamente a Napoli. E presso la facoltà giuridica napoletana tenne a partire dall'aprile del 1885 - dopo aver conseguito la libera docenza - corsi liberi di diritto internazionale.
Con un ridotto impegno accademico, il C. poté dedicarsi con maggior fervore allo studio. Vastissima è la sua produzione scientifica di questi anni. All'inizio il C. si interessò soprattutto di questioni internazionali di immediata attualità (Ilconflitto franco-cinese di fronte al diritto internazionale, in Rass. di scienze sociali e politiche, II, 1 [1884], pp. 226-238; Della sicurezza della navigazione internazionale nel canale di Suez, ibid., pp. 339-353; La diplomazia europea e le finanze d'Egitto, ibid., pp. 557-568; L'abolizione della giurisdizione consolare in Tunisi e la recente adesione dei governo italiano, ibid., II, 2 [1884-1885], pp. 141-153), anche se non mancò di affrontare questioni più generali di politica estera (L'equilibrio politico e le confederazioni emografiche degli Stati europei, ibid., I, 2 [1883-84], pp. 456-469) e tematiche di diritto costituzionale (I partiti politici..., ibid., pp. 127-134, 172-182, 234-243). In seguito precisò meglio i propri interessi scientifici, pur non tralasciando l'analisi di alcuni importanti avvenimenti di politica internazionale (si ricordano, in proposito, i suoi saggi La costituzione della Bulgaria e la diplomazia europea, ibid., V, 2 [1887-88], pp. 127-143 e Ilconflitto anglo-portoghese nell'Affica australe..., ibid., VIII, 1 [1890], pp. 57-76). Innanzi tutto il C. dedicò la sua attenzione ad un particolare settore del diritto internazionale, il diritto diplomatico e consolare. Nel 1885 pubblicò a Napoli il volume La istituzione dei consolati e il diritto internazionale europeo nella sua applicabilità in Oriente;scrisse poi La diplomazia e i consolati nella società moderna, in Rass. di scienze sociali e politiche, V, 1 (1887), pp. 21-31, La giurisdizione consolare nei processi misti in Oriente in materia civile e commerciale, in Il Filangieri, XIV (1889), pp. 229-281 l'ampia monografia Console, pubblicata nell'Enciclopedia giuridica italiana, III, 3, Milano 1898, pp. 1-586 e la voce Diritto diplomatico e consolare per il Digesto italiano, IX, 2, Torino 1898-1901, pp. 950-952. L'interesse del C. per questo settore degli studi internazionalistici è confermato dal fatto che egli nel 1889 fondò a Napoli la rivista La Rassegna diplomatica e consolare, di cui assunse la direzione, con l'obiettivo di stimolare l'analisi scientifica della materia. Nel 1893 la rivista si trasformò in La Giurisprudenza internazionale, pubblicata sempre a Napoli e sempre sotto la direzione del Contuzzi.
Accanto al diritto diplomatico e consolare il C. si interessò del diritto internazionale marittimo (Blocco, in Digesto italiano, V, Torino 1890-1899, pp. 778-794; L'assistenza marittima. Studio di diritto internazionale marittimo, Milano 1895), nonché di alcune importanti tematiche, quali la neutralità degli Stati (La neutralità e la neutralizzazione nel diritto internazionale, in Il Filangieri, XIII[1888], pp. 721-742; La neutralità permanente di alcuni Stati nel concerto europeo, in Rass. di scienze sociali e politiche, VI, 2 [1888-89], pp. 16-34) e le modifiche territoriali (Cessione di territorio, in Digesto italiano, VII, 1, Torino 1887-1896, pp. 802-807; Effetti delle annessioni di territorio..., in IlFilangieri, XVII [1892], pp. 615-633, 641-657). Inoltre, collaborò attivamente al Digesto italiano (oltre alle voci fin qui indicate si ricordano: Arbitrati internazionali, IV, 1, Torino 1896, pp. 304-524; Assedio (diritto internazionale), ibid., pp. 781-819; Congo, VIII, 1, ibid. 1896, pp. 1103-1115; Contrabbando di guerra, VIII, 3, ibid. 1898-1900, pp. 86-114; Diritto internazionale, IX, 2, ibid. 1898-1901, pp. 1105-1141; Esposizioni, X, ibid. 1895-1898, pp. 883-904; Espulsione degli stranieri, ibid., pp. 1108-1040; Stato (diritto internazionale), XXII, 2, ibid. 1895, pp. 13-123; Stazioni internazionali, ibid., pp. 479-495) e all'Enciclopedia giuridica italiana, per la quale scrisse, oltre al saggio sul Console, le voci Alleanza (I, 2, Milano 1892, pp. 1496-1576) e Associazione della Croce Rossa (I, 4, ibid. 1895, pp. 999-1037).
Nello stesso tomo di anni il C. pubblicò anche ampi lavori destinati alla scuola, quali Istituzioni di diritto internazionale pubblico e privato ad uso di lezioni universitario, Napoli 1886, Diritto internazionale pubblico, Milano 1889 e Diritto internazionale privato, ibid. 1890 (gli ultimi due manuali conobbero, negli anni successivi, numerose riedizioni), nonché la monografia Il codice civile nei rapporti del diritto internazionale privato, Napoli 1897.
Con la ricca produzione scientifica di questo periodo il C. apportò importanti contributi alla discussione di numerose questioni giuridiche e nello stesso tempo ebbe modo di intervenire nel dibattito sui temi di fondo del diritto internazionale, dibattito nel quale erano impegnati i maggiori pubblicisti italiani. In quegli anni la dottrina era andata abbandonando gradualmente - anche se cautamente - il culto del principio di nazionalità che aveva dominato l'interpretazione scientifica sulla metà del secolo e aveva preso atto, con crescente consapevolezza, dell'effettiva realtà internazionale, nella quale le nazioni, in quanto tali, non erano riconosciute soggetti di diritto, mentre piena personalità giuridica possedevano Stati nei quali l'unità nazionale non era stata realizzata, in parte o in tutto. I giuristi italiani cercavano, allora, di teorizzare un punto di incontro tra il principio di nazionalità e la positiva realtà giuridica internazionale. Il C. aderì a questa interpretazione - condivisa, tra gli altri, da Emilio Brusa e da Pasquale Fiore - e le apportò anche interessanti precisazioni concettuali. Deciso assertore in politica del trionfo delle nazionalità (nel saggio La politica estera italiana in rapporto ai partiti parlamentari, in Rass. di scienze sociali e politiche, V, 1 [1887], pp. 173-189 sostenne, ad esempio, che la politica estera italiana doveva porsi come primo obiettivo di favorire l'ascesa delle nazionalità in Europa), sul piano strettamente giuridico non considerò la nazionalità l'attribu to essenziale di uno Stato. In modo più esplicito degli altri pubblicisti affermò, infatti, che l'elemento primario di uno Stato risiede nella sovranità (Diritto internazionale pubblico, pp. 15-18). Pertanto distinse tre tipi di Stato: quelli che avevano realizzato l'unità nazionale, quelli che tendevano a raggiungerla, quelli che mancavano completamente di tale unità. A suo vedere i primi costituivano le realtà statuali perfette; ma anche gli altri avevano piena personalità giuridica, pur essendo privi di personalità naturale, perché "il diritto internazionale considera lo Stato tale quale esso è realmente, così come esso è formato dalla storia e così come lo determina il diritto pubblico interno" (Catellani, p. 36).
Il C. intervenne anche nelle discussioni apertesi in dottrina su questioni di diritto internazionale privato, in particolare nel dibattito sulla possibilità di ricorrere alla Corte di cassazione in caso di mancata applicazione della norma straniera richiamata da quella di diritto interno. Insieme con il Fiore egli sostenne la legittimità del ricorso in Cassazione (Diritto internazionale privato, pp. 208-230) perché "dalla norma di diritto internazionale privato, sancita esplicitamente dal legislatore, deriva implicitamente per il giudice l'obbligo di conoscere e di applicare la disposizione corrispondente di legge straniera e la ammissibilità del ricorso per la cassazione della sentenza" (Catellani, p. 112).
I numerosi studi di diritto internazionale non esauriscono, peraltro, la produzione scientifica del C. in questi anni. Nel 1885-1886 egli pubblicò a Napoli, in due volumi, il trattato Istituzioni di diritto canonico ad uso delle università. Condusse, poi, ricerche di diritto costituzionale comparato (Lo Statuto italiano e le sue attinenze con le costituzionistraniere vigenti, in IlFilangieri, XIII [1888], pp. 132-158, 193-218, 385-407, 449-473) e sul diritto pubblico di alcuni Stati (Studi sopra la costituzione del Belgio, ibid., XIV[1889], pp. 783-810, 840-868; Il diritto pubblico della Confederazione svizzera, in Ateneo veneto, XIII [1889], 1, pp. 312-365; 2, pp. 128-200, 215-284; Il diritto pubblico federale negli Stati dell'America latina, ibid., XIV, 2 [1890], pp. 743-761; infine Il diritto pubblico federale degli Stati dei Centro-America, Bologna 1891).
Di grande interesse sono, poi, gli studi di diritto costituzionale italiano non soltanto per l'acutezza delle argomentazioni, ma anche per le posizioni dal C. assunte su alcune delicate questioni. Così, ad esempio, nel suo Trattato di diritto costituzionale, Torino 1895, egli interpretò in modo estensivo la disposizione dell'art. 5 dello statuto sulla conclusione dei trattati internazionali, sostenendo che la validità giuridica degli accordi implicanti variazioni nella legislazione interna era subordinata all'assenso delle Camere e non poteva, quindi, fondarsi sulla prerogativa regia. E nel saggio Stato d'assedio (diritto costituzionale), apparso nel Digestoitaliano, XXII, 2, Torino 1895, pp. 177-270, si fece deciso interprete di esigenze garantiste, criticando con puntigliosa e precisa indagine, contro la maggior dottrina, i provvedimenti legislativi e di governo adottati nell'Italia meridionale durante la lotta al brigantaggio per le violazioni dei diritti civili, previsti dallo statuto, che avevano prodotto.Nel 1901 il C. tornò ad occupare una cattedra universitaria vincendo il concorso per professore straordinario di diritto internazionale presso la facoltà di giurisprudenza di Cagliari. Non abbandonò, peraltro, Napoli, ormai centro esclusivo dei suoi interessi, e la sua presenza nell'università sarda fu sin dall'inizio estremamente ridotta. Tanto che, quando nell'autunno del 1902 egli chiese alla facoltà di formulare il giudizio sulla sua attività didattica necessario per il passaggio da professore straordinario a ordinario, la facoltà stessa si espresse m senso negativo, sottolineando che il C. aveva tenuto nei due anni accademici Precedenti pochissime lezioni. Il C. allora si fece più assiduo e nel novembre 1903 riuscì ad ottenere il giudizio favorevole della facoltà. Da allora, però, riprese le sue assenze e nel marzo 1904 la medesima facoltà revocò il precedente parere e invitò il ministero dell'Istruzione Pubblica a bloccare il passaggio del C. a ordinario. Il C. si giustificava affermando di essere impegnato per conto del ministero degli Esteri negli studi preparatori della Conferenza di diritto internazionale privato che in quello stesso anno si doveva svolgere all'Aja. Le sue ragioni furono accolte dal ministero e la procedura per il suo ordinariato poté proseguire: il 19 ott. 1905 la commissione giudicatrice approvò la promozione del C., soprattutto in considerazione della sua ricchissima produzione scientifica.
Anche dopo la vittoria del concorso universitario il C. aveva, infatti, continuato a dedicarsi con grande impegno agli studi. Tra i suoi numerosi lavori si ricordano Nozioni di diritto diplomatico e consolare, Torino 1900, ampia trattazione sistematica di una materia particolarmente cara al C.; Convenzione di Ginevra, in Enciclopedia giuridica italiana, III, 3, parte 2, Milano 1902, pp. 347-403; Lezioni di diritto internazionale privato, Napoli 1902; Monografie di diritto pubblico, ibid. 1902; La responsabilità dello Stato nei rapporti internazionali, ibid. 1902; Le conferenze di diritto internazionale privato all'Aia, ibid. 1904, studio che venne pubblicato, sempre a Napoli e nel medesimo anno, anche in lingua francese e che valse al C. il conferimento del titolo di officier d'Académie da parte del governo francese. Il C. tornò, poi, ad interessarsi dei diritto internazionale marittimo, pubblicando numerosi lavori diretti a preparare la riforma della legislazione marittima italiana: La protezione dei naufraghi e dei feriti nelle guerre marittime, Napoli 1904; La telegrafia marittima nei rapporti del diritto penale e del diritto internazionale..., ibid. 1904; Il contrabbando di guerra e il relativo giudizio davanti al tribunale delle Prede, ibid. 1905; De' naufraghi e dei recuperi, ibid. 1905; Le funzioni dei consoli a riguardo del commercio marittimo e della navigazione, ibid. 1905. Nel 1906 venne incaricato dal ministero della Marina di raccogliere il corpo completo delle norme di diritto internazionale marittimo in tempo di guerra: la raccolta fu edita a Roma nel 1908, insieme con le Annotazioni del C., il quale per tale opera fu insignito della croce di cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
La promozione ad ordinario non aveva avuto, però, l'effetto di intensificare la presenza del C. presso la facoltà giuridica cagliaritana. Nonostante le reiterate proteste del preside della facoltà e del rettore dell'università, nonostante le continue sollecitazioni del ministero, egli continuava a rimanere a Napoli per lunghissimi periodi dell'anno accademico, adducendo motivi di salute. All'Istituto orientale di Napoli, peraltro, tenne nel 1907-1908 un corso libero di diritto coloniale e nel 1910-1911 un corso libero di legislazione dei paesi musulmani e dell'Estremo Oriente. La facoltà cagliaritana protestò per questi incarichi che finivano per aggiungere ulteriori impedimenti allo svolgimento dei principali doveri didattici del C.; ma il ministero non prese provvedimenti contro di lui. Né la questione si risolse negli anni successivi: il C. continuò a restare lontano da Cagliari per buona parte dell'anno e la facoltà continuò a protestare e a chiedere l'intervento ministeriale. Nel 1921, infine, il C. si dimise dall'insegnamento.
Nell'ultimo periodo il C., probabilmente a causa della sua malferma salute, aveva anche ridotto di molto la propria attività di studioso. L'ultima sua opera di grande impegno scientifico è il Trattato teorico-pratico di diritto consolare e diplomatico, edito in due volumi a Torino nel 1910-1911, con il quale arricchiva il quadro dei problemi della materia già tracciato con le Nozioni e offriva una completa sistemazione organica di questo settore del diritto internazionale al cui studio si era dedicato sin dagli anni della giovinezza.
Il C. morì a Roma nel 1925.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, fasc. personali dei professori universitari, n. 38: F. P. C., E: Catellani, La dottrina ital. del diritto internazionale nel sec. XIX, Roma 1938, pp. 35 s., 151 s.; M. Caravale, Prerogativa regia e combetenza parlamentare in Politica estera..., in Storia e politica, XVII (1978), pp. 427 s.;R. Martucci, Emergenza e tutela dell'ordine pubblico nell'Italia liberale, Bologna 1980, ad Indicem; Novissimo Digesto ital., IV, p. 786.