MOÜCKE, Francesco
– Nacque a Firenze, nel popolo di S. Remigio, il 30 luglio 1700, da Giovacchino e da Maria Rosa di Domenico Antonio Bombicci.
Il padre, di origini amburghesi, era al servizio del granduca in qualità di «corazza», cioè membro di un corpo scelto che fu soppresso dopo la fine della dinastia medicea.
Rimasta vedova (25 aprile 1711), la madre si risposò con Giovanni Michele Nestenus. Questi, che al momento del matrimonio (18 ottobre 1711) era un apprezzato tipografo, avviò il figliastro all’attività di stampatore. Tra il 1720 e il 1730 Moücke entrò sempre più attivamente nella conduzione dell’azienda tipografica e, di fatto, ne divenne il comproprietario per via dei numerosi investimenti attuati e dei prestiti dati al patrigno già negli anni precedenti, quando Nestenus aveva avuto qualche difficoltà economica in seguito alla morte del socio Antonmaria Borghigiani (15 giugno 1714). Nel testamento (5 aprile 1731) Nestenus lasciò la tipografia a Moücke per salvaguardarlo da eventuali pretese dei suoi fratelli e nipoti.
Il 25 aprile 1728, sposò Lucrezia Teresa di Cammillo di Francesco Bellini e il 10 dicembre 1730 nacque il figlio Giovacchino, che nel 1753 si laureò in filosofia e medicina a Pisa, ma morì nel 1758. Nel 1735, nacque il secondogenito, Cammillo Michele Francesco, il quale, conosciuto solo con il nome di Michele, fu il continuatore dell’attività paterna. L’ultimo figlio di Francesco, Giuseppe Maria nacque il 19 luglio 1740 e abbracciò la carriera ecclesiastica; anch’egli morì precocemente, nel 1767.
Moücke operò «all’Insegna del Nome di Gesù» e fu anche stampatore arcivescovile (Novelle letterarie, XIX [1758], 11, coll. 163 s.). La stamperia era situata in borgo dei Greci, tra Palazzo Vecchio e S. Croce, annessa all’abitazione, almeno negli ultimi anni di vita.
Insieme con Nestenus pubblicò per conto di Anton Maria Biscioni Il Catone, tragedia del signore Addison tradotta da Anton Maria Salvini gentiluomo fiorentino (1725), l’Orazione funerale per Anton Maria Salvini di Bindo Simone Peruzzi (1729); sempre per intercessione di Biscioni, uscirono, in sei tomi tra il 1729 e il 1734, le Rime piacevoli di Giovanni Battista Fagiuoli, di cui Moücke stampò poi da solo le Commedie (1734-36) e le Prose (1737). Tra gli altri testi che ebbero come committente Biscioni sono il primo volume de Le rime di Anton Francesco Grazzini (1741) con la nota dedicatoria dell’autore e le note di Biscioni, e Le rime di Benedetto Menzini in quattro volumi (1730-34), corredate con una prefazione a ogni volume. Il compito che Moücke si prefisse fu quello di dare alla luce opere di autori toscani dimenticati o poco noti. Come Biscioni, che egli considerava un po’ un maestro, era, infatti, un appassionato ricercatore di manoscritti, raccolti e studiati per scegliervi quelli che riteneva degni di stampa. Della collezione manoscritta, che comprendeva rimatori italiani dei secoli XIII-XVIII, diede un elenco nella prefazione al secondo volume delle Rime di Grazzini (1742), con il titolo Indice de’ rimatori inediti, i quali formano una parte della mia raccolta. La pubblicazione ebbe una benevola segnalazione nelle Novelle letterarie (III [1742], 17, coll. 257 s.). La raccolta fu venduta da Michele Moücke all’erudito lucchese Cesare Lucchesini (1756-1832) il 20 dicembre 1790; dopo la morte di Lucchesini, nel 1833 gli eredi la vendettero a loro volta alla Biblioteca pubblica lucchese (oggi Biblioteca statale), dove oggi è conservata.
La caratteristica della produzione editoriale di Moücke rispecchia i suoi interessi culturali, che davano grande rilievo all’antiquaria e all’arte. Il Museum florentinum exibens insigniora vetustatis monumenta quae Florentiae sunt iniziò la pubblicazione nel 1731, con dedica a Gian Gastone de’ Medici e commento di Anton Francesco Gori, proseguì negli anni successivi (1752, 1754, 1756, 1762, l’ultimo volume postumo) e si concluse con una Serie di ritratti degli eccellenti pittori dipinti di propria mano che esistono nell’Imperial Galleria di Firenze colle vite in compendio de’ medesimi descritte da Francesco Moücke. Giovanni Lami recensì il primo volume sottolineando che Moücke non si era limitato a compilare le schede, ma aveva chiarito il senso delle opere dei vari pittori, dando notizie inedite (Novelle letterarie, XIII [1752], 49, col. 768). Il figlio di Moücke, Michele pubblicò una nuova Serie di ritratti di celebri pittori dipinti di propria mano in seguito a quella pubblicata nel museo fiorentino, in due volumi, ciascuno diviso in due parti, tra il 1764 e il 1765.
Aspetto rilevante della produzione tipografica di Moücke è l’edizione di testi religiosi, anche questa iniziata al tempo della collaborazione con Nestenus. Dai loro torchi uscirono quasi tutte le opere di Luca Giuseppe Cerracchini, molto legato a Nestenus, che gli pubblicò la Relazione dell’ultima infermità, morte funerale, e sepoltura dell’illustriss. e reverendiss. monsig. Tommaso Buonaventura de’ conti della Gherardesca XXIII arcivescovo di Firenze (1721); il Catalogo generale de’ teologi dell’eccelsa università fiorentina dalla sua fondazione fino all’anno 1725 (1725); i Dubbi sopra le rubriche del Messale e del Breviario romano e intorno alcuni riti della Chiesa (1726-27, due volumi). Per Nestenus e Moücke soci uscirono la Vita di s. Isidoro… col panegirico del santo, detto dall’autore nella di lui festa l’anno 1719 (1727) e per Moücke da solo i Dubia ad sacras rubricas et ad ecclesiasticas functiones spectantia quibus cum latino tum vernacolo idiomate (1737); il Directorium ad rite peragendas maioris hebdomandae functiones in minoribus ecclesiis earundem adjectis mysticis expositionibus (1737); i Fasti teologali, ovvero notizie istoriche del Collegio dei teologi della sacra università fiorentina dalla sua fondazione sino al 1738 (1738). Di argomento religioso è anche la relazione di Niccolò Giorgi Dell’infermità, morte, ed esequie dell’illustriss. e reverendiss. monsignor Giuseppe Maria Martelli, arcivescovo di Firenze (1741) e le Lettere pastorali istruttive dell’arcivescovo Francesco Gaetano Incontri, stampate in due tomi nel 1745 e nel 1754. I rapporti creatisi tra i Moücke padre e figlio con l’arcivescovo si protrassero per un quarantennio, sino alla morte di Incontri (1781) e portarono alla pubblicazione di varie opere, tra le quali il Trattato delle azioni umane con annotazioni per lo schiarimento della materia (1767), con una premessa di Moücke, nella quale si dichiara l’impegno a pubblicare l’opera dopo averla espurgata dai molti errori delle edizioni di Torino (1759) e Livorno (1760). La stamperia moückiana stampò anche l’Orazione funebre in onore di Incontri, pronunciata da Rinaldo Lanini.
Non meno significativa è la produzione di carattere storico-artistico e scientifico. Per il primo filone, oltre ai citati Museum florentinum e Serie di ritratti degli eccellenti pittori, va ricordata la Raccolta di stampe rappresentanti i quadri più scelti de’ signori marchesi Gerini e la Vita di Anton Domenico Gabbiani pittore fiorentino pubblicati da Michele Moücke rispettivamente nel 1759 e nel 1762. Il secondo filone ebbe inizio nel 1734 con il Della storia degli agrumi, lezione tenuta alla Società botanica fiorentina dal medico pistoiese Giovanni Domenico Civinini. Importante in questo settore fu il sodalizio con Antonio Cocchi: Moücke si rivolse a Cocchi per le prefazioni ai Discorsi di anatomia di Lorenzo Bellini, i quali uscirono, divisi in tre parti, dal 1741 al 1744. L’edizione rappresenta un significativo omaggio alla ritrovata prassi del metodo galileiano (Tosi, 1984, p. 245) trasportato negli studi di fisiologia da Giovanni Alfonso Borelli. Nel 1743 Cocchi pubblicò un discorso tenuto presso l’Accademia della Crusca, dal titolo Del vitto pitagorico per uso della medicina (1743). Il discorso ebbe un discreto successo, tanto che Calogerà lo incluse nella Raccolta d’opuscoli scientifici e filologici (XXXI, Venezia 1744, pp. 1-71). Al 1750 risalgono le Due relazioni chirurgiche di Antonio Benevoli.
Nel 1742 vide la luce un Ragionamento istorico sopra la Valdichiana in cui si descrive l’antico e presente suo stato di Odoardo Corsini, professore allo Studio pisano, e nel 1755 il Theatrum tabidorum, sive phtiseos, atrophiae… di Christopher Bennet, edito per la prima volta a Londra nel 1656 con ristampe a Francoforte e a Leida. Le ultime opere di carattere scientifico furono le Observationes de scorbuti di Johann Friedrich Bachstrom (1757) e due studi di Bartolomeo Mesny, direttore degli Spedali militari della Toscana e socio dell’Accademia di Nancy: l’Analisi dell’acque acidule d’Asciano (1757) e l’Analisi dell’acque termali de’ Bagni di Pisa (1758). Anche le pubblicazioni scientifiche continuarono sotto Michele, che nel 1761 stampò la prima parte del Trattato chirurgico sopra la semplicità del medicare i mali d’attinenza della chirurgia di Angelo Nannoni, recensito favorevolmente da Giuseppe Baretti (La frusta letteraria, a cura di L. Piccioni, II, Bari 1932, pp. 136-140) e nel 1767 una Dissertation ou mémoire historique de l’épidemie qui regna dans Florence et plusieurs lieux de ses environs di Mesny, recensita nelle Novelle letterarie (XXIX [1768], 7, coll. 97-99). Negli anni seguenti Michele stampò vari tomi della Raccolta di opuscoli medico-pratici e della Raccolta di opuscoli fisico-medici, opere entrambe curate da Giovanni Luigi Targioni.
Moücke ebbe anche un certo rilievo nella stampa di libri ebraici, sebbene questa attività sia stata di breve durata, soprattutto su impulso di Paolo Sebastiano Medici, un sacerdote di origine ebraica, che pubblicava testi per proselitismo. Non mancarono testi greci, come il Pluto di Aristofane, con traduzione italiana a fronte di Giovan Battista Terucci, accademico Intronato (1751); a quest’opera Moücke premise una vita del commediografo ateniese e intervenne in maniera sostanziale nell’estensione delle note.
Morì a Firenze e fu sepolto in S. Firenze il 23 febbraio 1758.
Lasciò la stamperia attiva e apprezzata. Nel necrologio Giovanni Lami (Novelle letterarie, XIX [1758], 11, coll. 163 s.) sottolineò che era morto nel pieno della vita «per la troppa assiduità a queste sue letterarie fatiche».
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Consiglio dei duecento, 166, c. 397; Decima granducale, 3604, c. 303; Medici e speziali, Morti, 265, c. 52v; Vaiai e cuoiai, 78, c. 170; 79, c. 277; 80, c. 77; Notarile moderno, notaio Giovanni Francesco Del Pace, 24662, cc. 30-32; notaio Giuseppe Nencini, 26108, cc. 102v-103v; Tratte, 1216, c. 229; Necrologio fiorentino del 1750-59, ad diem; Firenze, Arch. dell’Opera di S. Maria del Fiore, Battesimi, maschi, alla data; Ibid., Arch. della Basilica di S. Lorenzo (presso la Biblioteca medicea laurenziana), Matrimoni, 4788, c. 523; Ibid., Arch. storico della Curia arcivescovile, S. Firenze, Morti, 15 maggio 1767; Ibid., Biblioteca nazionale, Poligrafo Gargani, 1354, nn. 85-87; 1355, nn. 123-127; 1356, nn. 148-149; 1394, nn. 118-119 (M. Nestenus); 1395, nn. 224-234 (Nestenus); Ibid., Biblioteca medica centrale, A. Cocchi, Effemeridi, 32 (19 settembre 1741); Novelle letterarie, III (1742), 17, coll. 257 s.; 23, coll. 353-358; 24, coll. 369-376; 43, coll. 673-676; VI (1745), 38, col. 593; VII (1746), 17, coll. 257-262, 354; XI (1750), 21, coll. 321 s.; XII (1751), 39, coll. 609 s.; XIII (1752), 28, col. 431; 41, col. 639; XVII (1756), 17, coll. 257 s.; XVIII (1757), 18, coll. 276 s.; XIX (1758), 11, coll. 163 s.; XXIX (1768), 7, coll. 97-99; XI (1781), 18, col. 273; 19, col. 289; [R. Del Bruno], Ristrettodelle cose piùnotabilidiFirenze, Firenze 1767, p. 104; B. Gamba, Serie dei testi di lingua, Venezia 1839, pp. 165, 207; S. Mattei, Guida dell’antica chiesa del Carmine, Firenze 1869, p. 60; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, pp. 147 s.; G. Arneudo, Dizionario esegetico tecnico e storico per le arti grafiche, II, Torino 1917, p. 1524; F. Barberi, Il libro a stampa, in Notizie introduttive e sussidi bibliografici, I, Milano 1974, pp. 120 s.; B. Maracchi Biagiarelli, Privilegio e inizio di stampa in caratteri ebraici a Firenze 1734-1735, inStudi di biblioteconomia e storia del libro in onore di Francesco Barberi, Roma 1976, pp. 384 s.; A. Tosi, Stampatori e cultura scientifica a Firenze durante la reggenza lorenese (1647-1765): F. M. e Andrea Bonducci, in La Bibliofilia, LXXXVI (1984), pp. 245-270; M. Paoli, Il carteggio Bandini - Lucchesini. L’edizione degli annali giuntini e i manoscritti di F. M., in Accademie e biblioteche d’Italia, LV (1987), 4, pp. 31 s.; M.A. Morelli Timpanaro, Per una storia di Andrea Bonducci (Firenze, 1715-1766). Lo stampatore, gli amici, le loro esperienze culturali e massoniche, Roma 1996, pp. 81-93 e passim; R. Pasta, Editoria e cultura nel Settecento, Firenze 1997, passim; M.A. Morelli Timpanaro, Francesco di Giovacchino Moücke, stampatore a Firenze, tra Medici e Lorena, ed i suoi rapporti con il dottor Antonio Cocchi, in Il Granducato di Toscana e i Lorena nel secolo XVIII, Incontro internazionale di studio… 1994, a cura di A. Contini - M.G. Parri, Firenze 1999, pp. 455-576; Id., Il cavalier Giovanni Giraldi, Firenze 1712-1753 e la sua famiglia, Firenze 2001, pp. 28-30, 61-70.