MESSINA, Francesco
Scultore, nato a Linguaglossa il 15 dicembre 1900. A Genova, dove trascorse la giovinezza, frequentò l'Accademia Ligustica di belle arti. Ha esposto alle più importanti mostre d'arte italiana in Italia e all'estero; alla Biennale di Venezia del 1922, alle due Quadriennali romane, alla Iª e alla IIª mostra del'900. Sue opere si trovano nei musei di Roma, Milano, Genova, Torino, Trieste; al Jeu de Paume di Parigi, al Museo Nacional di Madrid, alla Galleria d'arte moderna di Vienna, a Budapest; nonché in collezioni private. Insegna scultura dal 1934 all'Accademia di Brera, della quale è direttore dal 1935.
Dopo un periodo neoclassicheggiante, durante il quale l'artista produsse per lo più piccole terrecotte di agevole disegno e riposata modellatura, la tendenza all'indagine psicologica e il gusto della natura animata e del movimento lo portarono a un realismo di accenti patetici, che in figure di atleti, giovinetti, si fa talvolta troppo analitico e pesante, quasi un verismo; altrove, come in teste e ritratti, giunge a finezze sensuali e descrittive, a calligrafie di sapore alessandrino; dalle quali esce talora, quasi rifuggendo da un abuso di carrezzevole e sfumato come di incisivo, verso una concisione, un arcaismo di linguaggio derivati dallo studio ora dei Greci ora degli Etruschi o dei Romani, e tuttavia riuscenti a una definizione di vita morale. Delle sue opere si ricordano: Pugilatore (1930), Pescatorello (1930), Il "Napoli" (1932), Giovinetto nuotatore (1933), Giobbe (1934), il Ritratto di Luigi Federzoni (1935), il Ritratto di Riccardo Bacchelli (1935), il Ritratto detto Giovane biondo (1936), il nudo di Fanciulla (1936); infine la statua equestre detta il Regisole a Pavia, di immediata derivazione classica.
Bibl.: U. Bernasconi, F. M., Milano 1937 (con bibl.).