MENZIO, Francesco
Pittore, nato a Tempio Pausania (Sassari) il 3 aprile 1899. A Torino, frequentata con insoddisfazione l'Accademia Albertina, trovò il suo maestro in F. Casorati.
Partito da un formalismo casoratiano, attraverso il ripensamento degli impressionisti francesi pervenne a un meditato e chiaro tonalismo atmosferico: Signorine, 1927; Portofino, 1929; Mauro che dorme, 1934; Primavera, 1940, Roma (Galleria naz. d'arte mod.); ecc. Nel clima di cultura creato a Torino dalla polemica anticlassicistica di Lionello Venturi, formò nel 1929, insieme con J. Boswell, G. Chessa, N. Galante, C. Levi e E. Paulucci, il gruppo dei "sei pittori di Torino", sostenuto dal critico Edoardo Persico, che affermò una rinnovata coscienza dei valori pittorici, in senso tonale, di fronte all'astratto plasticismo e alle mitografie metafisiche del gusto novecentesco allora dominante.
Bibl.: G. Debenedetti, F.M., in Exposition d'artistes italien contemporains à Genève, Torino 1927; E. Persico, Cat. della mostra di M. alla Gall. Guglielmo, Torino 1929; S. Solmi, F. M., in Bollettino n. 57 della Gall. del Milione, Milano 23 novembre-15 dicembre 1937; A. Galvano, F. M., in Le Arti, II (1940), pp. 228-235; id., F. M., in Arte italiana del nostro tempo, Bergamo 1946; C. Brandi, Europeismo e autonomia di cultura nella pittura moderna italiana, in L'Immagine, I (1947), p. 149 segg.