MASELLI, Francesco
Regista cinematografico, nato a Roma il 9 dicembre 1930. Cresciuto in un'influente famiglia della società intellettuale capitolina (giornalista letterario il padre, pittrice la sorella Titina), si applicò, ancora ragazzo, al documentario, all'aiutoregia e alla sceneggiatura, avendo come maestro, oltre a L. Visconti, l'Antonioni di Cronaca di un amore (1950) e di La signora senza camelie (1953). La padronanza del mezzo tecnico, la disinvoltura nel rapporto con le maestranze del cinema, la disponibilità verso gli interpreti del giovane spingono C. Zavattini, che va sperimentando le sue teorie sul neorealismo, a porselo a fianco nell'episodio Storia di Caterina del film sperimentale Amore in città (1953), puntigliosa ricostruzione di un fatto di cronaca (l'abbandono di un bambino da parte di una domestica) interpretato dalle stesse persone che lo avevano vissuto.
Più che dalla cronaca, M. sembra però interessato dal romanzo, dall'interpretazione di vicende nutrite di ambiguità, legate al mondo medio o alto-borghese: Gli sbandati (1955), I delfini (1960), e Gli indifferenti (1964), puntuale riduzione del primo romanzo di A. Moravia, diligente nella resa degli ambienti e dei comportamenti viziosi e viziati intesi quasi come connotati di classe. M. s'iscrive al Partito comunista italiano (dopo lo scioglimento di questo, aderirà al Partito della rifondazione comunista); ne vive animatamente dall'interno contraddizioni e problemi. Il motivo dell'indecisione, del doppio fondo che costringe l'intellettuale ad aderire alle dispute ideologiche e a sottrarsi all'azione (evidenti nel libello Lettera aperta a un giornale della sera, 1970) anima il film più compatto di M., Il sospetto (1975): sullo sfondo di un difficile anno di storia italiana (il 1934), il regista analizza in modo persuasivo gli stati d'animo di un intellettuale comunista che, inviato in Italia a rinsaldare la rete clandestina antifascista, si accorge di essere stato usato come esca dai compagni: perde la vita, ma solo così salva la propria dignità e giustifica la propria esistenza storica. Un contesto urbano degradato, e storicamente esaurito, si rinviene in Storia d'amore (1986, premio speciale della giuria alla mostra di Venezia), che propone un insolito ritratto di giovane donna.
Mosso da curiosità culturale, M. ha compiuto ricerche nel settore della fotografia e dell'elettronica. Alcuni dei suoi ultimi lavori sono stati girati in doppia versione, cinematografica e televisiva; tra essi, per eleganza di scrittura, si distinguono Codice privato (1988), con O. Muti, e Il segreto (1990). Un apprezzato esercizio di stile su un amore clandestino è stato L'alba (1991). A lungo M. si è prodigato, quale esponente sindacale, in favore degli autori cinematografici italiani e ha svolto attività pubblicistica.
Bibl.: L. Regoliosi, Attualità cinematografiche 1975, a cura di L. Bini, Milano 1976; G. Grazzini, Cinema '75, Roma-Bari 1976; Id., Cinema '86, ivi 1987; Id., Cinema '88, ivi 1989; Id., Il millefilm, Milano 1977; T. Kezich, Il filmsessanta, ivi 1979; Il cinema della televisione, a cura di C. di Carlo, Torino 1983; F. Bolzoni, La barca dei comici, Roma 1986; G.C. Bertolina, Attualità cinematografiche 1986, a cura di L. Bini, Milano 1987; S. Parigi, F. Maselli, Firenze 1991.