Filosofo e letterato (Bologna 1692 - ivi 1777); prof. di filosofia (dal 1718) all'univ. di Bologna, fu ivi tra i primi a tentare la conciliazione del superstite aristotelismo con le dottrine cartesiane e newtoniane. Segretario (dal 1723) e presidente (dal 1766) dell'Istituto bolognese delle scienze e delle arti, scrisse: De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii (8 voll., 1731 e segg.). Opere principali: Della forza attrattiva delle idee (1747, lavoro sull'applicazione della teoria newtoniana dell'attrazione al processo delle idee, che Z. finge di tradurre dal francese); Della forza dei corpi che chiamano viva (1752, 3 dialoghi, con cui Z. prende parte a una questione di fisica allora dibattuta fra cartesiani e leibniziani); Filosofia morale (1754, compendio di morale aristotelica, accompagnato da un Ragionamento sulle dottrine morali di P.-L. Moreau de Maupertuis, che trovò un difensore nel domenicano C. I. Ansaldi, autore delle Vindiciae Maupertuisianae, a cui Z. rispose con tre discorsi); De viribus centralibus (1762, esposizione della teoria newtoniana dell'attrazione); Dell'arte poetica (1768) informata alla poetica aristotelica, la quale ebbe molta fortuna anche tra i classicisti dell'Ottocento. Le Opere (9 voll., 1779-1802) furono raccolte dal discepolo L. Palcani.