Fisico (Bologna 1618 - ivi 1663), gesuita, prof. di matematica nel collegio di Bologna. Si occupò di astronomia nella lunga collaborazione con il gesuita G. B. Riccioli, nelle opere del quale, in partic. nell'Almagestum novum (1651) e nell'Astronomia reformata (1665), figurano numerosi contributi di Grimaldi. Descrisse le particolarità del suolo della Luna, misurandone l'altezza dei monti. Contribuì alla sistemazione della nomenclatura lunare ancora oggi in uso presso gli astronomi. Studiò numerosi fenomeni ottici, descritti e interpretati nell'opera postuma Physico-mathesis de lumine, coloribus et iride (1665), tra i quali di fondamentale importanza è la scoperta operata da G. della diffrazione: contro i canoni dell'ottica ufficiale, secondo i quali la luce si propaga o diffonde solo in linea retta per rifrazione e riflessione, G. dimostra sperimentalmente che la luce, "almeno qualche volta", si comporta "anche ondulatamente".