BARRACU, Francesco Maria
Nacque a Santu Lussurgiu (Cagliari) il 10 nov. 1895 da Antonio e da Maria Motzo. Nella prima guerra mondiale prestò servizio in Libia come ufficiale di fanteria. Smobilitato, il 31 ag. 1921 si iscrisse ai fasci di combattimento e successivamente ebbe piccoli incarichi nel Partito nazionale fascista. Nel 1935-37 partecipò alla campagna d'Etiopia e alle successive operazioni di "grande polizia", come capitano comandante il 30 battaglione arabosomalo (dubat). Il 3 marzo 1937, a Uara Combo, fu gravemente ferito (perse un occhio) in un'azione di rastrellamento di bande "ribelli": per il valoroso comportamento in questo scontro fu insignito di medaglia d'oro al valore militare.
Tornato in patria, svolse una certa attività giomalistica, occupandosi soprattutto di questioni coloniali; tra l'altro collaborò a Espansione imperiale (cfr. 1939, pp. 162-65, 362-67: Genesi e sviluppo del problema coloniale tedesco in Africa)e ad Africa italiana (cfr. 1940, pp.21-24: Cenni storici sulla Somalia ex-britannica).Nel 1941-42 fu segretario federale di Bengasi (Cirenaica) e successivamente di Catanzaro.
La vera carriera politica del B. ebbe inizio dopo l'8 sett. 1943. Liberato Mussolini dai Tedeschi, fu tra coloro che a Roma più si adoperarono per dar vita al nuovo governo repubblicano; tra l'altro, ebbe parte notevole nel convincere il maresciallo R. Graziani ad assumere il ministero della Difesa nazionale. Un po' per questo successo, un po' per la sua qualità di medaglia d'oro e di mutilato di guerra, il 23 sett. 1943 fu nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri della Repubblica sociale italiana. In tale veste ebbe parte notevole nel trasferimento da Roma al Nord dei funzionari dei ministeri e nella riorganizzazione dell'amministrazione repubblicana (cfr. in La vita italiana,sett. 1944, pp. 45-50, l'articolo Quadri amministrativi della Repubblica Sociale Italiana). Il B. avrebbe voluto altresì organizzare una legione sarda per combattere gli Alleati; fallito questo progetto e occupata la Sardegna dagli Anglo-Americani, continuò a incitare i suoi compaesani alla lotta (Frades de sa terra mia,Venezia 1944).
A Bogliaco, la sede della presidenza, fu tra gli stretti collaboratori di Mussolini, senza per altro riuscire, d〈nta la sua modesta levatura, ad affermarsi. Anche politicamente ebbe una posizione un po, a sé. Tra la fine del '43 e i primi del '44 si avvicinò per un momento alle posizioni degli "oppositori interni", attaccando, in occasione della prima riunione del direttorio nazionale del Partito fascista repubblicano, il segretario del partito A. Pavolini e il ministro dell'Intemo G. Buffarini-Guidi e sostenendo la sostituzione del primo dei due con F. Balisti. Dopo il fallimento del tentativo (noto come "congiura dei tre B.": Balisti, C. Borsari e Barracu), si spostò però su posizioni sempre più estremiste (tra l'altro sostenne la tesi della difesa a oltranza di Milano, così da farne "l'Alcazar del fascismo"). Fu, però, a sua volta, avversato da G. Preziosi, che lo accusava di essere massone.
Il 25 apr. 1945 intervenne nella sede dell'arcivescovado di Milano alle fallite trattative tra Mussolini e i capi del Comitato di liberazione nazionale alta Italia e seguì quindi Mussolini nella sua fuga verso il lago di Como. Catturato a Dongo dai partigiani, fu giustiziato, con gli altri maggiori esponenti fascisti, il 28 aprile, in base alle disposizioni emanate il 25 dal Comitato liberazione nazionale alta Italia. La sua salma, trasportata a Milano, fu esposta a piazzale Loreto.
Bibl.: Dal * dossier" segreto Barracu, in Corriere d'informazione,14-15, 25-26 maggio 1946; E. Amicucci, I 600 giorni di Mussolini, Roma 1948, pp. 123 s.; E. F. Moellhausen, La carta perdente,Roma 1948, pp. 202 s.; G. Dolfln, Con Mussolini nella tragedia, Milano 1949, passim; R. Graziani, Ho difeso la Patria,Milano 1950, pp. 377-82; A. Tamaro, Due anni di storia,Roma 1950, II, p. 6; III, passim; F. Bandini, Le ultime ore di Mussolini, Milano 1959, pp. 11, 19-33, 345-49; R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo,Torino 1961, pp. 504 s.; Min. d. Affari Esteri, L'Italia in Africa,serie storicomilitare, V, Le medaglie d'oro d'Africa, Roma 1961, p. 22; F. W. Deakin, Storia della Repubblica di Salò,Torino 1963, passim.