DREI, Francesco Luigi
Nacque a Siena il 1° sett. 1738 da Pietro di Giov. Francesco e da Matilde di Feliciano Filippi; questi dati, desunti dal Registro battezzati dell'Archivio di Stato di Siena (Arch. della Biccherna, reg. 1153, c. 128), smentiscono la notizia riportata dal Fétis (1862) e dal Morrocchi (1886) secondo la quale il D. sarebbe nato invece nel 1737.
Iniziò lo studio del violino a Siena, probabilmente sotto la guida di P. Sallusini, insegnante di violino, flauto e contrappunto presso il convitto "Tolomei". In seguito fu allievo del celebre P. Nardini dal quale, stando al Morrocchi (1886), apprese una particolare maestria nel suonare gli adagio. Tranne qualche spostamento a Livorno e forse a Lucca, il D. operò prevalentemente a Siena. Le prime tracce della sua attività risalgono al 1773-74 quando ottenne un incarico come insegnante di violino presso il collegio "Tolomei"; a questo ufficio, che costituirà la sua principale fonte di sussistenza, resterà legato per tutta la vita.
I documenti dell'Archivio Tolomei (Arch. di Stato di Siena, Collegio Tolomei, regg. 1-840), pur se incompleti, consentono di ricostruire nei tratti fondamentali l'attività artistico-didattica che il D. svolse nell'ambito di questo prestigioso istituto. R necessario premettere che tra gli insegnamenti impartiti nel collegio l'apprendimento della musica occupava un posto di rilievo: il "Tolomei" disponeva, infatti, di un vero e proprio conservatorio all'interno del quale operavano quattro insegnanti di violino, uno di violoncello, uno di cembalo e uno di contrappunto, quest'ultimo con funzioni di maestro di cappella. Il D., come ci informa il ruolo degli insegnanti in forza al convitto nell'anno 1795 (Ibid., reg. 830, c. 110), era "primo maestro di violino" con onorario mensile di L. 63: una cifra quasi doppia di quella percepita dagli altri maestri. Le sue mansioni non si esaurivano nell'insegnamento della tecnica strumentale; oltre a curare la messa a punto dei "privati concerti" (esercitazioni di musica d'insieme di cui erano protagonisti gli allievi) egli interveniva pure, come esecutore, nelle pubbliche "accademie di suono" che si tenevano periodicamente nel teatro del convitto (Ibid., reg. 739, cc. 28, 69, 97; reg. 734, c. 32). Infine, incombenza minore ma non trascurabile, il D. provvedeva anche a rifornire i convittori dei necessari articoli musicali: violini, archetti, corde, "setole d'arco" e "copiature di suonate".
Nel 1797 fu costretto, probabilmente per motivi di salute, a ridurre drasticamente il suo impegno nel collegio. Alla fine dell'anno successivo, quando ormai la sua attività si era ristretta a poche ore di lezione, lasciò definitivamente l'incarico. Ciò nonostante, ancora per tutto il corso del biennio 1799-1800 continuò ad assistere i suoi allievi, provvedendo alle loro esercitazioni d'insieme con sempre nuove composizioni.
Collateralmente al suo incarico nel "Tolomei" il D. operò anche con successo nell'orchestra dell'Opera dei duomo. Benché la sua presenza in questa formazione sia documentabile soltanto a partire dal 1783, l'esordio risale sicuramente ad alcuni anni prima; verosimilmente al 1775-76, periodo in cui l'anziano violinista A. Savelli, di cui il D. prese il posto, venne collocato a riposo. Entrato come violino di fila, il D. assunse ben presto un ruolo di primo piano: nel 1785, infatti, fu prescelto come violino principale, nomina che gli valse tra l'altro un congruo aumento di stipendio (da L. 120 a L. 155 annue). Fu probabilmente in virtù del prestigio acquisito in cappella che l'anno seguente venne incaricato dalla Comunità israelitica senese di scrivere le musiche per l'inaugurazione della sinagoga (Adler, 1966). Nel gennaio 1790, a conferma delle sue qualità di esecutore, ottenne dal rettore del duomo una nuova gratificazione salariale (Siena, Arch. dell'Op. del duomo, reg. 5, c. 15).
Dopo queste notizie i registri dell'Archivio del duomo non ce ne forniscono altre sul D. ad eccezione di quella della sua morte, avvenuta a Siena il 1° gennaio 1801.
Violinista di talento e buon didatta, il D. contribuì a diffondere in Siena le innovazioni tecniche e stilistiche del violinismo del Nardini. Da una nota del Morrocchi (1886) apprendiamo che possedeva "intonazione vigorosa, bella cavata ed un trillo finissimo", qualità che trovano indubbio riscontro negli incarichi di prestigio che ricoprì. Tra i suoi allievi, oltre ad alcuni illustri convittori del "Tolomei" come G. Rospigliosi e L. Aldobrandini, vanno menzionati i fratelli Romagnoli e soprattutto L. Frosini, che raccoglierà l'eredità del maestro divenendo a sua volta pedagogo ed esecutore esperto. Per quel che riguarda invece l'attività di compositore del D. va osservato che quantunque il Fétis e il Morrocchi gli attribuiscano diverse opere di musica da camera (alcune sonate per violino e vari quartetti editi nel 1785 e dedicati al marchese Raffaele Manzi di Lucca) le uniche composizioni pervenuteci sono le succitate musiche per l'inaugurazione del tempio israelitico. Queste ultime, per la descrizione delle quali si rimanda a I. Adler, consistono in una serie di brevi arie di fattura semplice ed alquanto ordinaria.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Siena, Arch. della Biccherna, Battezzati (1728-40), reg. 1153, c. 178; Ibid., Collegio Tolomei, Entrate e uscite (1786), reg. 143, c. 21; (1799-1802), reg. 152, cc. 5, 52, 80; Ibid., Memorie sul teatro del collegio (1722-1804), reg. 3, c. 51; Ibid., Documenti e lettere (1753-1790), reg. 5, c. 44; Ibid., Registri e varie carte di amministrazione (1700-1878), reg. 734, c. 32; Ibid., Esito spese (1787-1796), reg. 739, cc. 28, 45, 46, 69, 97; Ibid., Uscite diverse (1768-1774), reg. 740, cc. 42, 43, 46, 58v; Ibid., Ruoli di pagamento del personale (1791-1810), reg. 830, cc. 110, 125, 137, 497; Ibid., Archivio dell'Opera del Duomo, Portate dei salariati dell'Opera metropolitana (1783), reg. 810, cc. 37, 41, 42; Ibid., Ordini e rescritti (1789-1797), reg. 5, filza 3-4, c. 15; (1798-1816), reg. 6, filza 5, c. 23; R. Morrocchi La musica in Siena, Siena 1886, pp. 118 s.; S. Luciani, La musica in Siena, Siena 1942, p. 30; I. Adler, La pratique musicale savante dans quelques communautis juives en Europe aux XVII et XVIII siicles, II, Tel Aviv 1966, pp. 73 ss.; The catalogue of printed music in the British Library to 1980, XVIII, p. 2; XXII, p. 323; F. J. Fétis, Biogr. Univ. des musiciens, III, p. 56; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, p. 250; C. Schmidl, Le Diz. univ. dei musicisti, I, p. 463.