PULLE, Francesco Lorenzo
PULLÉ, Francesco Lorenzo. – Terzo dei nove figli di Carlo Augusto Dionigi e di Virginia Ricci, nacque a Modena il 17 maggio 1850.
Il padre, ufficiale delle guardie del duca Francesco IV e, nondimeno, fautore di ideali risorgimentali, discendeva da una famiglia di antica nobiltà originaria delle Fiandre belghe, dalla quale Francesco Lorenzo derivò il titolo di conte di San Florian.
Influenzato dalle idee paterne, il giovane Pullé si unì appena sedicenne ai garibaldini combattendo nella terza guerra di indipendenza sul lato del Trentino. In seguito, anche nell’età matura, si mostrò sempre fervente di patriottismo risorgimentale tanto che nel 1889, divenuto proprietario di alcuni terreni a Laveno sul Lago Maggiore, paese d’origine della moglie, fece erigere presso il forte del castello un monumento celebrativo e l’ossario per commemorare i Cacciatori delle Alpi ivi caduti nella battaglia del 30-31 maggio 1859.
Tornato dal fronte, compì gli studi universitari a Firenze sotto la guida dell’indianista Angelo De Gubernatis, laureandosi in lettere presso il R. Istituto e pubblicando una Piccola crestomazia sanscrita (Firenze 1873). Vincitore di una borsa di perfezionamento all’estero, fu quindi a Berlino allievo di Albrecht Weber, Theodor Mommsen e Heinrich Kiepert, con i quali poté approfondire lo studio dell’indoeuropeistica, della filologia e della geografia. Completò in tal modo la sua formazione di sanscritista e, fatto ritorno in Italia, diede alle stampe una versione dell’Inno dell’Atharvaveda a Prthivī (Firenze 1875), alla quale fecero seguito la Crestomazia sanscrita e vedica compilata per lo Studio di Padova (Padova 1878) e un manuale di Grammatica sanscrita (Torino 1883). Dopo una breve esperienza come insegnante di lettere nelle scuole superiori, a partire dal dicembre del 1875 intraprese la carriera accademica presso l’Università di Padova, tenendovi da incaricato l’insegnamento di sanscrito e storia comparata delle lingue classiche.
Nel 1883 si unì in matrimonio con la nobildonna Antonina Carcano, dalla quale ebbe due figli: Giorgio Gino, che divenne docente universitario di geografia, e Stephania Beatrice.
In quello stesso anno fu nominato professore straordinario e poi, a partire dal 1886, ordinario. Nel 1890 fu quindi all’Università di Pisa, ove fondò il primo Istituto di glottologia apparso in Europa. Infine, nel 1899, fu chiamato dall’Università di Bologna a occupare la cattedra di filologia indoeuropea, che mantenne sino al 1925, anno del suo ritiro. A Bologna tenne inoltre i corsi di lingue italiche antiche e di dialettologia dell’Italia moderna, e nel 1902 istituì, sul modello di Pisa, il Gabinetto di glottologia sperimentale. Nominato preside della facoltà di lettere nel 1910, inaugurò l’anno accademico nel cinquantenario dell’Unità d’Italia con la prolusione intitolata Le origini dell’Italia contemporanea.
Fondatore e promotore della scuola indianistica bolognese, formò sotto la sua guida valenti sanscritisti della levatura di Ambrogio Ballini e Luigi Suali, i quali fecero onore al maestro assumendo l’incarico di professori in diverse Università italiane, da Roma a Pavia. A questi si aggiunse Ferdinando Belloni Filippi, chiamato nel 1910 come assistente del Gabinetto di glottologia dallo stesso Pullé, che già lo aveva avuto allievo a Pisa.
In tale meritoria e feconda attività di organizzatore degli studi rientra l’avere istituito, nel 1897, una sede prestigiosa per le pubblicazioni di linguisti e indianisti, la rivista Studi italiani di filologia indo-iranica, che faceva stampare a sue spese in Firenze. Mise inoltre a disposizione degli studiosi bolognesi la copiosa collezione di manoscritti e reperti vari confluita nel Museo indiano che, seguendo quanto già aveva fatto De Gubernatis a Firenze, inaugurò presso l’Archiginnasio il 13 giugno 1907. Tale collezione, oggi purtroppo smembrata, era costituita per la maggior parte dal materiale che Pullé in persona aveva riportato dal viaggio in India compiuto a seguito del I Congresso internazionale di studi sull’Estremo Oriente tenutosi a Hanoi nel dicembre del 1902.
Quanto alla produzione scientifica, Pullé si dimostrò studioso dagli interessi molteplici, capace di cimentarsi in diversi ambiti di ricerca. Tra le opere precipuamente indianistiche si ricorda in particolare l’edizione del Ṣaḍḍarśanasamuccaya di Haribhadra (Shaṭdarçanasamuććayasūtram, in Giornale della Società asiatica italiana, 1887, vol. 1, pp. 47-73) e del commento di Guṇaratna (Shaṭdarçanasamuććaya-ṭikā, ibid., 1894, vol. 8, pp. 159-177; 1895-1896, vol. 9, pp. 1-32; 1899, vol. 12, pp. 225-236). Proprio a partire dallo studio dei testi jaina egli maturò anche un interesse di tipo comparativo per la novellistica, quale emerge dai due volumi Della letteratura Ǵaina e di alcune fonti indiane dei novellieri occidentali (Venezia 1884-1885) e da Un progenitore indiano del Bertoldo (Venezia 1888). Frutto delle sue ricerche nell’ambito della dialettologia italiana e dell’antropologia linguistica furono invece i lavori intitolati Testi antichi modenesi dal sec. XIV alla metà del sec. XVII (Bologna 1891) e Dialetti modenesi: Schizzo dei dialetti del Frignano (Rocca S. Casciano 1895), e soprattutto i tre ampi volumi che costituiscono Italia, genti e favelle (Torino 1927). Inoltre, appassionato di cartografia sin dai tempi dell’apprendistato berlinese compiuto sotto la guida di Kiepert, si dedicò indefessamente per l’intero arco della sua vita a La cartografia dell’India antica: pubblicata in tre parti, apparse tutte all’interno di Studi italiani di filologia indo-iranica (rispettivamente nel 1901, nel 1905 e nel 1932), questa insigne e monumentale opera comprendeva anche le circa sessanta carte, dall’antichità all’età moderna, che Pullé presentò con grande plauso della comunità accademica già nel 1899, in occasione del XII Congresso internazionale degli orientalisti svoltosi a Roma.
La sua attività non si limitò tuttavia allo studio e alla ricerca. Le spinte ideali che lo avevano mosso in gioventù lo portarono in seguito a sposare la causa delle classi sociali meno abbienti e a vedere nell’istruzione un mezzo di elevazione del popolo e di unione della nazione. In tale prospettiva, da una parte si adoperò come membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione tra il 1902 e il 1913, dall’altra patrocinò la fondazione e la diffusione delle università popolari, prima fra tutte quella di Bologna intitolata a Giuseppe Garibaldi, che inaugurò l’11 febbraio 1901 (Lo spirito della Università popolare: discorso inaugurale, Mantova 1901) e diresse fino al 1916 curandone la pubblicazione degli Annali. Nel 1906 organizzò il I Congresso internazionale delle opere di educazione popolare, riunendo anche le altre università popolari che si andarono formando in Italia con l’inizio del nuovo secolo. Quindi, durante il secondo congresso tenutosi a Parigi nel 1908, fu nominato presidente della neonata Confederazione internazionale delle Università popolari. Del suo pluridecennale impegno lasciò testimonianza nel discorso pronunciato in occasione dei Venti anni di vita delle Università popolari (Bologna 1921).
Grande estimatore di Carlo Cattaneo, quale si professò nel Proemio agli scritti di Carlo Cattaneo (Firenze 1901) e in una corrispondenza, poi pubblicata, con Graziadio Isaia Ascoli (Carlo Cattaneo negli studi storici, Milano 1901), Pullé si votò in quegli anni alle idee socialiste e partecipò attivamente alla vita politica: iscritto al partito sin dal 1895, più volte consigliere comunale di Bologna a partire dal 1902, fu infine nominato senatore con regio decreto del 24 novembre 1913.
Lo scoppio della Grande Guerra incendiò l’animo dell’anziano Pullé, che in giovane età era stato informato al patriottismo di stampo risorgimentale. Dopo essersi pronunciato in favore dell’intervento, ormai sessantacinquenne partì volontario per il fronte, dove lo seguirono anche i figli, l’uno in veste di tenente e l’altra di crocerossina, e il fratello Felice. Arruolatosi come soldato semplice nel 35° reggimento Fanteria, combatté sul Carso, ove fu ferito, e poi sui fronti francese e inglese. Distintosi in battaglia, al momento del congedo, avvenuto il 25 febbraio 1920, aveva raggiunto il grado di tenente colonnello, ed era stato decorato con la croce di guerra e con una medaglia al valore. L’esperienza della guerra lo indusse tuttavia a modificare la propria posizione politica aderendo fin dalla prima ora al fascismo, sicché già nel 1917 Pullé fu tra i fondatori del fascio parlamentare di difesa nazionale.
Negli ultimi anni gli fu accanto la seconda moglie, marchesa Amelia Dionisy Zeni, alla quale si era legato dopo la morte di Antonina, avvenuta nel 1914.
Morì il 22 agosto 1934 nella villa degli Zeni a Erbusco, in provincia di Brescia.
Fonti e Bibl.: L’intero fascicolo personale di Pullé è disponibile sul sito ufficiale del Senato della Repubblica. I diari di guerra sono stati trascritti dalla nipote Lina Barbara Pullé nella tesi di laurea I diari di guerra del Prof. Francesco Lorenzo Pullé - Conte di San Florian, discussa presso l’Università di Bologna il 22 novembre 1994. Un cospicuo epistolario è conservato in Roma, Biblioteca dell’Accademia nazionale dei Lincei, Archivio Graziadio Isaia Ascoli.
P. F.L., in A. De Gubernatis, Dizionario biografico degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 840 s.; P., VI. Lingue dell’India, in Rivista degli studi orientali, 1913, vol. 5, 1-2, pp. 259-262; O. Assirelli, F.L. P. nei ricordi di uno scolaro, in L’Università italiana, XXXI (1935), pp. 1-7; A. Ballini, F.L. P. (Necr.), in Rivista degli studi orientali, 1935, vol. 16, 1, pp. 155-158; P.G. Goidànich, F.L. P. (1950-1934), in Annuario della R. Università degli studi di Bologna, 1935-1936, pp. 578 s.; Cenni storici della famiglia Pullé, a cura di F. Pullé - F. Pullé, Riccione 1937; P. F.L., in F. Andreucci - T. Detti, Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico. 1853-1943, IV, Roma 1978, pp. 245 s.; G. Verardi, F.L. P. e il Museo indiano, in I luoghi del conoscere. I laboratori storici e i musei dell’Università di Bologna, Bologna 1988, pp. 241-249; S. D’Onofrio, Il fondo P. della Biblioteca dell’Archiginnasio, in L’Archiginnasio, CII (2007), pp. 473-488; G. Armocida - G.S. Rigo, F. P., custode delle memorie garibaldine a Laveno, in Il Lago Maggiore e Garibaldi. Atti del convegno nel secondo centenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, a cura di G. Margarini - G. Musumeci - M. Tamborini, Laveno Mombello 2009, pp. 81-96.