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LA GRASSA, Francesco

di Luca Scalvedi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 63 (2004)
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LA GRASSA, Francesco

Luca Scalvedi

Nipote di Francesco e figlio di Pietro, entrambi costruttori di strumenti musicali a uso liturgico, e di Giuseppa Patti, insegnante e scrittrice, nacque a Trapani il 20 nov. 1876. Dotato di talento nel disegno, studiò a Palermo presso la Scuola di applicazione. Nel 1905 si laureò in ingegneria e conseguì il diploma in architettura. Vincitore di un concorso per ingegneri bandito dal Comune di Roma, dal 1906 si stabilì nella capitale.

Nell'Ufficio tecnico capitolino lavorò fino al 1923, esordendo con il cavalcavia che unisce villa Borghese al Pincio (1907). Si occupò della progettazione e della costruzione dei mercati generali all'Ostiense (1908-16) e, durante la stesura del nuovo piano regolatore di Roma (1907-09), fu impegnato nel disegno dei quartieri Flavio e Flaminio affinandosi anche in materia urbanistica.

Ma il L. si dedicò in maggior misura all'attività professionale, svolta instancabilmente fra Roma e la Sicilia. Frequentatore dell'Associazione artistica tra i cultori di architettura e degli artisti siciliani convenuti nella capitale (E. Basile, F. Fichera, P. Bevilacqua), collaborò con lo scultore E. Ximenes, per il quale disegnò dal 1910 le parti architettoniche dei suoi monumenti.

Fra le opere romane più significative si ricordano il piano di Ostia Nuova (1910: incarico del comitato Pro Roma marittima) e diversi progetti di abitazioni: dal villino Simoni in via di Villa Patrizi (1909), ancora di gusto liberty, ai villini Mucchi e Borgese e alle case per i dipendenti dello Stato in via Statilia (1910), nei quali diviene preponderante la ricerca di un ordine moderno. Del 1912 è il progetto per il classicheggiante villino Cirincione, cui seguirono i disegni per villa Migliore in via Aurelia (1920), il villino Artale e nel 1925 la costruzione di un edificio d'abitazione in via Pavia.

Più sciolta e originale appare l'attività edilizia nel Trapanese. Ancora studente debuttò con casa La Barbera (1904), ispirata al lessico basiliano. Dopo il progetto per un politeama (1905), seguirono la vivace adesione al modernismo europeo con casa Ferrante (1908) e la più articolata residenza suburbana di villa Laura D'Alì (1909). Fra il 1919 e il 1926 il L. realizzò a Trapani le principali opere della sua carriera.

Alle falde di Erice, flessibilità volumetrica e integrazione paesistica caratterizzano il villino Ricevuto (1919), libero gioco di masse che esaltano un grande arco tripartito. Nella casina delle Palme (1920), fra influssi orientalisti e polimatericità, il L. codificava, invece, un nuovo indirizzo nelle relazioni fra struttura e ornamento, rispettivamente impostate su enfasi del sistema trilitico e aggiornamento dei repertori decorativi a vocazione simbolista. Sempre a Trapani palazzo Montalto (1927) segna il passaggio fra art nouveau e una fase riduzionista più matura.

Nominato dal ministero dei Lavori pubblici progettista di edifici per lo Stato, fra il 1921 e il 1926 realizzò a Trapani il palazzo delle Poste, con esiti originali negli apparati decorativi e nell'uso dei materiali, tanto da essere premiato alla Mostra internazionale di architettura di Torino (1926).

Il L. fu molto attivo anche nell'architettura religiosa e commemorativa.

Il tempio del Sacro Cuore di Gesù in via Fardella (1921), di cui fu costruita la sola cripta, mediò i caratteri stilistici del patrimonio storico siciliano con una koinè più vasta. La cupola doveva elevarsi per 60 m con costolature estradossate che ritmavano un percorso terrazzato a spirale. Nelle cappelle mortuarie e nei monumenti riuscì a lavorare con più libertà alle relazioni fra simbolismo e architettura. Fra le principali: Lombardo, Adragna, Lo Nero, Nasi, Burgarella nel cimitero di Trapani; Romano in quello di Noto; Bissolati, Ximenes, Cirincione nel Verano di Roma.

Come urbanista dal 1920 al 1934 elaborò in Sicilia diversi piani regolatori nei quali la trasformazione della città era strettamente legata al progetto di architettura. Su incarico del Comune di Trapani, nel 1920 diede avvio a una serie di piani culminanti con l'originale proposta di recupero della Marina, che prevedeva il progetto di avanzamento dei fabbricati su viale Regina Elena.

Dal 1929 il L. fu attivo nella Sicilia sudorientale, dove si consumarono negli anni Trenta le vicende edilizie legate al risanamento di Ragusa e Noto.

Il piano regolatore di Ragusa (1929) coniugava la tecnica giovannoniana del "diradamento" con indirizzi più razionali e avviava una fase di sperimentalismo architettonico che avrebbe determinato il volto moderno della nuova provincia siciliana con l'apporto di architetti e artisti di fama nazionale (A. Mazzoni, F. Fichera, E.B. La Padula, D. Cambellotti e P. Rizzo). Sebbene molti interventi fossero destinati a rimanere sulla carta, pure interessante fu il piano per Noto del 1930: fra le opere realizzate dal L. il nuovo allestimento di palazzo Ducezio (1933), con i grandi saloni decorati da S. Gregorietti, la sua discussa sopraelevazione, conclusasi intorno al 1950, e l'adattamento del convento di S. Domenico in scuola superiore (1938). Il piano regolatore fu poi esteso al territorio netino, da San Corrado di Fuori a Noto Marina, dove il L. realizzò nel 1934 lo chalet Miramare, una colonia e un albergo non completato.

Altra importante opera è villa Maciocia in Civita d'Antino (1935-42), in Abruzzo.

Partecipò a molti concorsi di architettura fra cui quelli per il palazzo di Giustizia di Atene (1910: secondo premio), per l'ospizio marino di Trapani (1911: secondo premio), per l'ospedale civile di Udine (1923: terzo premio), per il piano regolatore di Ragusa (1929: primo classificato), per la casa del fascio di Siracusa (1934: terzo premio), per la stazione di Venezia (1935), per il piano regolatore di Savona (1935) e per quello di Alessandria (1939). Ottenne importanti riconoscimenti alle esposizioni internazionali di Milano (1906), Cettigne (1910) e Roma (1911-12) e alla Prima Biennale romana d'arte (1921). Nel 1936 fu nominato commendatore per la rilevanza delle opere professionali eseguite.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita producendo brevetti e studiando i metodi alternativi per la rappresentazione prospettica dei corpi nello spazio, ideandone un nuovo tipo denominato "prospettottica".

Il L. morì a Roma il 20 dic. 1952.

Fonti e Bibl.: Articoli e recensioni sulla figura e l'opera del L., apparsi fra il 1904 e il 1952 in quotidiani e settimanali locali e nazionali, disegni, documenti vari e fotografie d'epoca sono riuniti nel fondo Carte La Grassa conservato a Roma nell'archivio di L. Scalvedi. Si veda inoltre: E. Saffi, Il nuovo mercato generale di Roma, in Annali della Soc. degli ingegneri e degli architetti, XXIX (1914), 12, pp. 273-278; La via Ostiense. I nuovi mercati generali. La Roma - Ostia-Mare, in La Vita artistica, 4 nov. 1916; O. Gurrieri, La nuova Ragusa e le opere del regime nella provincia, s.l. 1932; Nuovo fabbricato viaggiatori: stazione Venezia. Soluzione dell'architetto ingegnere F. L., in La Tribuna, 17 luglio 1935; L. Novara - M.A. Spadaro, Il liberty a Trapani, Trapani 1990, ad indicem; U. Di Cristina - G. Trombino, in Diz. degli artisti siciliani, I, Palermo 1993, pp. 172, 245s.; E. Sessa, Le variabili dell'orientalismo nella cultura architettonica della società siciliana fra eclettismo e déco, in L'orientalismo nell'architettura italiana dell'Ottocento e del Novecento. Atti del Convegno, Viareggio-Firenze… 1997, a cura di M.A. Giusti - E. Godoli, Firenze 1999, pp. 163-176; P.L. Cervellati - E. Costa - L. Urbani, Quadro di riferimento progettuale per il piano regolatore generale. Relazione generale, Ragusa 1998; P.L. Cervellati, In forma piscis. Relazione al piano particolareggiato, Ragusa s.d.; L. Scalvedi, F.L. Architettura e urbanistica fra Roma e la Sicilia nella prima metà del Novecento, Roma 2005; Id., Architettura e urbanistica negli anni trenta a Noto, in F. Balsamo, V. La Rosa, R. Mangiameli (a cura di), Noto nel XX secolo. Politica, società e cultura, Rosolini 2007, pp. 69-104; Id., La casa delle quattro torri e l’albero della vita. Architettura e simbolismo a Roma agli inizi del Novecento, in AA.VV, Arte e architettura liberty in Sicilia, Palermo 2010.

Vedi anche
art nouveau Movimento artistico che, con declinazioni diverse, si diffuse in Europa e negli Stati Uniti tra il 1890 e il 1910, e che interessò in particolare le arti applicate e l’architettura. L’art nouveau si inserisce nella più ampia corrente del modernismo per gli obiettivi che si pose nell’elaborazione di uno ... Palermo Comune della Sicilia (158,9 km2 con 663.173 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione, situato sulla costa nord-occidentale dell’isola, all’interno dell’omonimo golfo; si estende nella breve pianura detta Conca d’Oro, dominata a N dal Monte Pellegrino. ● Il nucleo originario di Palermo sorse ... Trinacria Antico nome della Sicilia presso i Greci (comp. di τρεῖς «tre» e ἄκρα «promontorio»). Gli antichi ritenevano che fosse l’isola chiamata da Omero Θρινακίη; più tardi se ne inventò un eponimo in Trinaco, eroe leggendario o primo re dell’isola. ● Recava sul rovescio la figurazione simbolica della Trinacria ... Torino Comune del Piemonte (130,2 km2 con 908.263 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e di regione. Sorge alla confluenza della Dora Riparia con il Po, in un’area alluvionale (239 m s.l.m.) compresa fra l’anfiteatro morenico di Rivoli e una serie di colline situate a oriente (fra cui, la collina di Superga). ...
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s, S (èsse) s. f. o m. – Diciottesima lettera dell’alfabeto latino; della sua forma originaria nella scrittura si hanno scarse notizie per la fase anteriore al greco, non sapendosi con certezza quale delle sibilanti fenicie i Greci prendessero...
grasso
grasso agg. e s. m. [lat. crassus, grassus]. – 1. agg. a. Di persona o animale che, per effetto di una troppo ricca alimentazione, o talora per qualche disfunzione organica, ha il tessuto adiposo abbondante; di persona: un giovanotto g....
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