INFANTELLINA, Francesco
Nato a Palermo il 18 apr. 1916 da Simone e Rosa Lo Manto, si iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia della sua città. Nell'Università palermitana iniziò sin dai primi anni a frequentare l'istituto di fisiologia umana diretto da C. Artom, nel quale prestò poi servizio con la qualifica di "tecnico giornaliero" e - dopo la laurea conseguita il 19 giugno 1941 sotto la guida di V. Zagami - come assistente volontario fino al 1944. Assistente di ruolo presso l'istituto di farmacognosia e farmacologia nei successivi due anni, nel 1946 fece ritorno all'istituto di fisiologia umana di Palermo ove rimase fino al 1950, quando fu chiamato presso quello dell'Università di Bologna dal direttore G.C. Pupilli. Nel 1949-50 frequentò la stazione zoologica di Napoli diretta da A. Monroy e nel 1951-52 l'istituto di fisiologia dell'Università di Losanna diretto da A. Fleisch.
Nel 1952, conseguita la libera docenza in fisiologia, fu chiamato come professore incaricato a insegnare scienza dell'alimentazione nell'Università di Bologna, ove rimase fino al 1958 quando, vinto il relativo concorso, divenne professore straordinario di fisiologia umana presso l'Università di Catania. Nel 1963 l'Università di Bologna lo chiamò a succedere a Pupilli nella direzione della cattedra di fisiologia umana, che resse per dieci anni. Tornato nell'Università palermitana nel 1973 a dirigervi l'istituto di fisiologia, qui concluse la sua carriera universitaria.
Nel periodo iniziale della sua attività scientifica, l'I., seguendo l'indirizzo di ricerca all'epoca prevalente nell'istituto palermitano, condusse una serie di indagini di carattere biochimico.
In collaborazione con G. La Grutta studiò la presenza del glutatione nelle uova e nei nemaspermi del riccio di mare (Contenuto in glutatione delle uova di paracentrotus lividus LK e sue variazioni nelle prime fasi dello sviluppo, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXIII [1947], pp. 492-494; Contenuto di glutatione nei nemaspermi di paracentrotus lividus LK, ibid., pp. 871-873; Contenuto in glutatione nelle uova di paracentrotus lividus LK e sue variazioni nelle varie fasi di sviluppo, in Arch. di scienze biologiche, XXXII [1948], pp. 85-106); studiò il metabolismo dei glicidi in condizioni normali e patologiche, in modo particolare nei colombi (Vago e metabolismo dei glicidi, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXII [1946], pp. 198-201, 383-387, 882-884; Comportamento della curva da carico di glicosio in colombi normali e vagotomizzati, ibid., XXVII [1951], pp. 139-141, in collab. con F. Cacioppo; La regolamentazione del tasso glicemico nei colombi normali o spancreati sottoposti a carico di glucosio o a somministrazione di insulina, ibid., XXVIII [1952], pp. 1620-1622; Utilizzazione del glucosio e sensibilità all'insulina nei colombi sottoposti ad asportazione completa del pancreas, in Arch. di scienze biologiche, XXXVII [1953], pp. 237-246); in collaborazione con A. Tesoriere condusse osservazioni sui caratteri del liquido seminale in condizioni normali e patologiche, interessanti anche per le possibili ricadute pratiche, in quanto consentirono di dimostrare la diminuzione del volume del liquido stesso e degli spermatozoi in esso contenuti per effetto di varie condizioni morbose o come conseguenza di interventi chirurgici, che gli consentirono inoltre di confermare i rilievi già effettuati da altri autori sulla possibilità dell'origine, in zone malate di un testicolo, di impulsi in grado di esercitare un'azione inibitoria sul testicolo sano (Su alcuni caratteri morfologici e biochimici del liquido seminale di soggetti umani normali, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXII [1946], pp. 865-867; L'esame del liquido seminale nel campo chirurgico. Nota I - Su alcuni caratteri morfologici e biochimici del liquido seminale in soggetti umani normali, in Rass. di biologia umana, I [1946], pp. 175-181; Nota II - Su alcuni caratteri morfologici e biochimici del liquido seminale di soggetti umani con alterazioni del didimo ed annessi per affezioni o interventi chirurgici locali, ibid., II [1947], pp. 72-78; e in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXII [1946], pp. 868-871).
Approdato alla scuola di Pupilli, attivo centro di studi e di ricerche nel settore della neurofisiologia, l'I. cominciò a orientare decisamente i propri interessi scientifici in questo campo. Affrontati alcuni grandi temi di indagine - la fisiologia della deambulazione, l'attività dei neuroni corticocerebrali e di quelli corticocerebellari, l'elettrofisiologia del claustro, i rapporti di tale formazione con le altre strutture cerebrali - pervenne a conclusioni originali che furono riconosciute e apprezzate in Italia e all'estero.
Con osservazioni condotte su un originale preparato di cavia decerebrata secondo un piano passante dorsalmente immediatamente al davanti dei corpi quadrigemelli anteriori e ventralmente al di dietro del corpo mammillare, che mostrava la persistenza per diverse ore di un'attività deambulatoria spontanea senza modificazioni del ritmo e dell'ampiezza dei movimenti degli arti in assenza di stimolazione esterocettiva, tranne quella derivata dal contatto del corpo dell'animale col piano di appoggio (Un preparato per lo studio del meccanismo nervoso dei movimenti deambulatori, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXX [1954], pp. 477-479, in collab. con P. Crepax - G.C. Pupilli) e su altri animali da esperimento, poté fornire importanti dimostrazioni: l'esistenza, nel tronco dell'encefalo, di zone alla cui stimolazione conseguono accelerazione del ritmo e aumento dell'ampiezza dei movimenti deambulatori, e di zone che stimolate congiuntamente ad aree corticocerebellari sono in grado di inibire i movimenti stessi; e l'azione di controllo sui moti deambulatori esercitata dalla formazione reticolare (L'attività riflessa dei muscoli simmetrici pelvici degli arti pelvici nella rana spinale e nella rana bulbare, ibid., pp. 1244-1246, in collab. con G. La Grutta; Azione del proencefalo e del mesencefalo sull'attività riflessa dei muscoli simmetrici della rana, ibid., pp. 1246 s., in collab. con G. La Grutta; Caratteri dell'attività deambulatoria nella cavia decerebrata a diversi livelli, in Rend. dell'Acc. nazionale dei Lincei, cl. di scienze fisiche, mat. e nat., s. 8, XXVI [1959], pp. 400-403, in collab. con P. Crepax; Formazione reticolare, in Enc. medica italiana, Aggiornamento, Venezia-Roma 1961, I, coll. 1413-1430).
Per lo studio dell'attività dei neuroni corticocerebrali e corticocerebellari, l'I. si servì di "lembi" di corteccia cerebrale e cerebellare privi di connessioni neuroniche con le parti circostanti e la cui nutrizione era assicurata da vasi della pia madre lasciati indenni. Per quanto riguarda i neuroni della corteccia cerebrale mise in evidenza l'azione inibitoria esercitata da quelli più superficiali sui profondi, e confermò che già al loro livello la morfina esercita l'azione predisponente alla epilessia riflessa (Attività elettrica del lembo di corteccia cerebrale in cani predisposti e in quelli non predisposti all'epilessia riflessa, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XXXI [1955], pp. 1228 s., in collab. con P. Crepax; Effetti della morfina sulla risposta del lembo isolato di corteccia cerebrale allo stimolo singolo, ibid., pp. 1569-1571, in collab. con P. Crepax; I fenomeni elettrici della corteccia cerebrale isolata, in Aggiornamenti di fisiologia, V [1960], pp. 97-147). Lo studio di un lembo cerebellare comprendente la porzione vermiana delle lamelle posteriori del lobus anterior (Il preparato di lembo isolato di corteccia cerebellare di gatto, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, XLI [1957], pp. 57-73, in collab. con P. Crepax) gli consentì di recare importanti contributi sperimentali sulle connessioni intrinseche ed estrinseche della corteccia cerebellare: in particolare la dimostrazione che il paraflocculo cerebellare proietta sulla corteccia cerebrale in un'area comprendente la parte anteriore della circonvoluzione ectosilviana media, la circonvoluzione ectosilviana anteriore e quella silviana di entrambi gli emisferi, e sulle circonvoluzioni ectosilviana posteriore, soprasilviana anteriore e coronale controlaterali (Cerebello-cerebral relationships: projection of cerebellar paraflocculus on the cerebral cortex in the cat, in Arch. di scienze biologiche, IL [1965], pp. 97-122, in collab. con E. Riva di Sanseverino - L. Sperti).
Per quanto riguarda il claustro, infine, ne ipotizzò l'intervento nel controllo a feed-back dei movimenti visualmente generati per la concomitante, dimostrata presenza di proiezioni cortico-claustrali e di sistemi di fibre diretti dal claustro prevalentemente alle aree motorie e visive della corteccia cerebrale, e per l'effetto inibitorio sui neuroni cerebrali determinato dall'attivazione claustrale (Aspetti funzionali delle relazioni tra claustro e corteccia motoria nel gatto, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, LX [1984], pp. 1233-1238, in collab. con G. Crescimanno et al.).
Dell'I. deve essere ricordato il noto e apprezzato Trattato di fisiologia, in 3 volumi editi a Milano tra il 1981 e il 1988, redatto in collaborazione con E. Riva di Sanseverino.
Socio di numerose accademie e società scientifiche, eletto più volte nel Comitato per la biologia e la medicina del Consiglio nazionale delle ricerche, l'I. nell'Università di Palermo promosse l'istituzione della scuola di specializzazione in medicina dello sport e del dottorato di ricerca in fisiopatologia neurosensoriale.
Sofferente per una forma di retinite pigmentosa che lo aveva quasi reso cieco, e colpito da una neoplasia, l'I. morì a Palermo nella notte tra il 25 e il 26 ag. 1991.
Fonti e Bibl.: Necr. in Sicilia sanitaria, XXXVIII (1991), pp. 25 s.; Bologna, Arch. stor. dell'Università, f. personale; G. La Grutta, F. I. (1916-1991), Palermo 1992 (contiene l'elenco dei lavori dell'I.).