Figlio (Borsi 1676 - Rodosto, od. Tekırdağ, 1735) di Francesco I e di Elena Zrinyi; per i contatti avuti (1700-01) con Luigi XIV alla vigilia della guerra di successione di Spagna, fu arrestato e condannato a morte, ma riuscì a fuggire in Polonia. Fu a capo dell'insurrezione, scoppiata in Ungheria nel 1703 contro l'assolutismo di Leopoldo I, che si protrasse per otto anni. Nel 1704 venne eletto principe di Transilvania. Dopo la sconfitta di Trecsén (1708) lasciò il paese e non accettò mai la pace di Szatmár conclusa (1711) con gli imperiali dal suo sostituto S. Károlyi, ma preferì rimanere in esilio prima in Polonia, poi in Inghilterra, Francia e Turchia. Si ritirò infine a Rodosto (1720), dove morì. Per le sue gesta divenne un eroe nazionale magiaro, e al suo nome è intitolato un popolare inno ungherese, detto La marcia di R., di origine incerta, poi ripreso da Berlioz e da Liszt.