FRANCESCO II Borbone, re delle due Sicilie
Nato il 16 gennaio 1836 a Napoli da Ferdinando II e da Maria Cristina di Savoia, morto ad Arco (Trentino) il 28 dicembre 1894. D'indole bonaria e di carattere mite, ricevette un'educazione alquanto limitata, e fu tenuto lontano dalle cure dello stato. A ventitré anni sposò Maria Sofia di Baviera, di lui più giovane di cinque anni, bella, vivace, intelligente, che era in tutto il contrario del marito, serio, taciturno, melanconico, timido, impacciato, eternamente dubbioso di sé e degli altri. Dopo la morte del padre, avvenuta il 22 maggio 1859, salì al trono, e si rivelò subito per quello che fu poi durante il suo breve regno, uomo debole cioè e rassegnato a lasciar andar le cose secondo la volontà altrui, dato che si sentiva incapace di far prevalere la propria. In tale situazione di cose la regina Maria Sofia cercò presto d'imporsi e di prendere la direzione degli affari, tendenza in cui fu vivamente contrastata dalla matrigna del re, la regina vedova Maria Teresa, donna assai diversa da lei per indole e abitudini e amante più dei proprî figli che del figliastro.
Frattanto i tempi si facevano gravi e F. fu chiamato a decidersi tra il progresso e la conservazione, il Piemonte e l'Austria. Optò dapprima per quest'ultima, dichiarando di non conoscere né amare altra indipendenza che quella napoletana. Ma quando Garibaldi, sbarcato in Sicilia, se ne impossessò rapidamente, fece concessioni liberali e sollecitò l'alleanza di Vittorio Emanuele II (giugno-luglio 1860). Il mutamento di rotta non valse a nulla. Abbandonato da coloro che riteneva più fedeli, mentre la rivoluzione in marcia guadagnava rapidamente terreno, minacciando da vicino la capitale, decise di ritirarsi a Gaeta, donde oppose alle truppe garibaldine e poi alle piemontesi la resistenza che altri, tra cui la moglie, gli aveva consigliato invano di opporre in precedenza. Da Gaeta, dopo un assedio virilmente sostenuto per tre mesi, passò per mare a Terracina, donde si recò a Roma ospitato da Pio IX nel Quirinale prima e poi a Palazzo Farnese (febbraio 1861). Vi rimase fino al 1870, coltivando sempre la speranza di risalire sul trono perduto e lasciando, con atteggiamento per lo più passivo, che coloro i quali l'attorniavano alimentassero nell'ex-regno una resistenza armata al governo italiano, degenerata ben presto in brigantaggio. Da Roma si allontanò talora per brevi viaggi in Austria e in Baviera, e quando fu costretto ad abbandonare definitivamente quella città, si stabilì a Parigi. Visse colà privatamente e modestamente senza abbandonare la speranza di tornare a Napoli. In principio abitò in casa d'altri, poi ne acquistò una per suo conto. Da Parigi si allontanava di tanto in tanto per recarsi in Germania presso i parenti di Maria Sofia, o per cure. In uno di questi viaggi, ai bagni di Arco, morì. Fu sepolto ivi stesso nel duomo.
Bibl.: N. Nisco, Francesco II re, Napoli 1877; A. Insogna, Francesco II re di Napoli, Napoli 1898; B. Croce, Gli ultimi borbonici, Napoli 1926, estr. dagli Atti della R. Accademia di scienze mor. e polit.; P. C. Ulloa, Un re in esilio (con prefazione di G. Doria), Bari 1928.