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FRANCESCO I d'Este, duca di Modena e Reggio

di Luigi Simeoni - Enciclopedia Italiana (1932)
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FRANCESCO I d'Este, duca di Modena e Reggio

Luigi Simeoni

Nato a Modena il 5 settembre 1610 da Alfonso, primogenito del duca Cesare, e da Isabella, figlia di Carlo Emanuele I di Savoia, fu il principe più audace e fiero della nuova linea estense, e si distingue fra i principi italiani del suo tempo per una politica ambiziosa e irrequieta che imita quella del nonno sabaudo, senza risultati però ed efficacia sull'indirizzo successivo della sua casa. Appena salito al trono il 25 luglio 1629 per l'abdicazione del padre, dovette proteggere il suo stato contro le incursioni delle truppe tedesche che assediavano Mantova; e, appunto in vista di pericoli futuri, nel 1631 fabbricò la cittadella di Modena durata sino a pochi anni fa. Scoppiata nel 1635 la guerra in Italia tra Francia e Spagna con la partecipazione del Piemonte e di Parma, rifiutò di allearsi con la Francia e respinse un'invasione di truppe piemontesi; in compenso ebbe dall'Impero e dalla Spagna il principato di Correggio, rimborsando però a quest'ultima i 230.000 fiorini, che essa avea pagato all'Impero. Il duca ambiva esercitare una parte importante, che soprattutto gli servisse a riavere Ferrara; perciò nel 1638 si recò in Spagna, dove l'avea preceduto il suo segretario Fulvio Testi, ma non vi ottenne che titoli sonori con pensioni nominali. Mirando sempre a Ferrara, scoppiato il conflitto tra il Farnese e Urbano VIII per Castro, egli si unì a Venezia e Toscana per impedire la detronizzazione del Farnese, con la speranza di poter attaccare Ferrara; ma la gelosia delle due alleate glielo impedì. La mediazione della Francia per la pace lo riavvicinò a questa potenza, mentre si raffreddava con la Spagna, da cui vedeva non poter sperare alcun ingrandimento. Così suo fratello il cardinale Rinaldo otteneva nel 1646 la protezione di Francia e s'iniziavano trattative per un'alleanza con questa, trascinatesi fino all'agosto del 1647, per la scarsa volontà e possibilità del Mazzarino d'impegnarsi a fondo in Italia, e la poca sincerità del duca che trattava contemporaneamente con la Spagna. Con queste schermaglie, quando l'alleanza fu conclusa, il momento favorevole era passato, l'attacco a Cremona tentato per due anni non riuscì, e il Mazzarino, paralizzato dalla Fronda, dovette consigliare al duca, che egli non poteva più soccorrere, di accordarsi con gli Spagnoli (27 febbraio 1649). Nonostante l'insuccesso, Francesco non rinunciò alle sue mire ambiziose, offrendo invano alla Spagna l'opera sua, poi progettando una lega italiana per Candia, e infine, tornato al potere il Mazzarino, riprendendo con lui le trattative, chiedendo una sua nipote, Laura Martinozzi, per suo figlio Alfonso con la vana speranza di poter poi dare al re Luigi XIV una principessa estense; il matrimonio fu celebrato il 3 maggio 1655, ma già alla fine di marzo gli Spagnoli aveano tentato di sorprendere Reggio, giustamente insospettiti di queste trattative. Così di nuovo il duca si trovava in guerra con la Spagna, ma il comando supremo spettava al principe Tommaso di Savoia già alleato di Francia, che volle assediare Pavia senza successo. Essendo morto nell'anno Tommaso, il duca, come nuovo generalissimo, si recò nell'inverno a Parigi a combinare la nuova campagna, che riuscì brillantemente con la presa di Valenza, mentre nel 1657 non si poté prendere Alessandria, e l'anno dopo, appena conquistate Torino e Mortara, Francesco moriva di febbri a Santhià (14 ottobre 1658).

V. tav. CLXXVIII.

F. iniziò la costruzione del palazzo ducale, eresse il palazzo di Sassuolo, si fece ritrarre dal Velázquez, e in marmo dal Bernini, opere ora nella pinacoteca di Modena. Si sposò tre volte; con le due sorelle Farnese, Maria e Vittoria, poi con Lucrezia Barberini; dalla prima ebbe Alfonso che gli successe, dalla terza Rinaldo, che rinunciò nel 1694 al cardinalato per succedere al nipote Francesco II, morto senza eredi.

Bibl.: Muratori, Ant. Estensi, II; Litta, Famiglie ital., III, p. 45; E. Grandi, Armi e nozze alla corte di Francesco I d'Este, Alessandria 1907; L. Simeoni, Francesco I d'Este e la politica italiana del Mazarino, Bologna 1922.

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