Cavalcanti, Francesco Guercio
Nobile fiorentino, incontrato da D. nella bolgia dei ladri (If XXV 79 ss.) trasformato in un serpentello acceso / livido e nero come gran di pepe, che fa scempio e ruba la figura umana di Buoso.
Tutti i commentatori sono concordi nell'identificazione del personaggio e nel fornire sue notizie biografiche; solo il Bambaglioli interpreta quel che tu, Gaville, piagni (v. 151) " quidam de Gavillis, de civitate Florentiae, valde dilectus ab hominibus de Gavillo ", essendo quindi in grave contrasto con tutti gli altri interpreti che ritengono il ‛ piangere ' dei Gavillesi dovuto alla crudele vendetta dei C. sulla città per l'uccisione del loro congiunto.
Non abbiamo alcuna notizia sulle vicende che portarono all'assassinio del C. da parte degli abitanti di Gaville, e tanto meno sulla sua importanza nella vita del tempo (neppure il Davidsohn, che pure ha raccolto gran copia di notizie di storia locale toscana, ne fa cenno). Dalla sarcastica invettiva dantesca si può supporre che avesse un certo rilievo sociale: ma le fonti e gli storici tacciono. Anche sul nome c'è del contrasto: alcuni commentatori infatti lo chiamano semplicemente " Guercio " (Iacopo, Benvenuto, Pietro; l'autore delle Chiose Marciane lo chiama " Guccio ", ma è probabile errore per ‛ Guercio ', altri " Francesco " (Lana, Guido da Pisa, Buti, Anonimo), ma potrebbe trattarsi nel primo caso del soprannome, nell'altro del nome; da tutti si distacca infine l'Ottimo, che gli dà il nome " Guelfo ".
Due personaggi così chiamati ricorda il Davidsohn nella Firenze del secolo XIII: l'uno fu cavaliere e zio di Tegghiaio C., l'altro capitano dei trecento cavalieri fiorentini mandati in aiuto a Nino Visconti in una fase della guerra da lui mossa contro Pisa (1288), e fu inoltre podestà di Bologna (1301). A parte la difficoltà che può sorgere dal nome del personaggio (infatti bisognerebbe accettare come unica valida la testimonianza dell'Ottimo oppure supporre che " Guercio " sia corruzione di " Guelfo " e trascurare del tutto il nome " Francesco ") nessuno dei due C. in questione può essere quello cui allude D., in quanto ancora vivi al tempo del suo viaggio.