GUARDABASSI, Francesco
Nato a Perugia il 24 ottobre 1793 da Mariano, che per le sue idee liberali era stato perseguitato e morì in esilio a Pisa nel 1800. Volontario nelle milizie napoleoniche, vi prestò breve servizio col grado di tenente dei corazzieri. Dopo la restaurazione, rifiutata la pensione pontificia offertagli, emigrò a Firenze e, fallitogli il tentativo di partecipare alla sfortunata rivoluzione napoletana, vi rimase qualche anno per sottrarsi alle vendette della polizia pontificia. Restituitosi a Perugia, si dedicò alla propaganda liberale tra il popolo che lo riconobbe subito come suo capo, chiamandolo affettuosamente "il babbo". Nei moti del febbraio 1831 organizzò e comandò la milizia cittadina e, dopo l'infausta giornata di Rimini, riuscì col sacrificio di quasi tutto il suo patrimonio a salvar Perugia dall'invasione dei volontarî romagnoli e poi dei Tedeschi. Riparato in Toscana, vi subì lunga prigionia nella "Galeotta" di Livorno, ottenendo poi di poter esulare a Marsiglia. Tornato nel 1832 a Perugia, si segnalò subito nell'opera di soccorso ai danneggiati dal terremoto di Foligno; e l'anno appresso sotto la falsa imputazione d'aver partecipato al moto perugino dell'8 maggio 1833 fu arrestato e proposto per la pena capitale. Dopo una lunga e atroce prigionia a Civita Castellana e nella "Cagliostra" di Castel S. Angelo, e dopo un mostruoso e clamoroso processo fu liberato, ma sempre sotto la più stretta sorveglianza poliziesca. Nel breve periodo della Repubblica Romana riprese a Perugia le sue funzioni di colonnello della Guardia Nazionale, e poi tornò a cospirare rannodando le fila della "Giovine Italia" nell'Umbria. Nella rivolta del 14 giugno I859 si mise arditamente a capo del Governo Provvisorio di Perugia restandovi sino all'ingresso delle milizie svizzere del pontefice. Esulato di nuovo a Firenze, vi ebbe parte importantissima nella "Commissione Direttiva per le Provincie Romane soggette"; poi, eletto deputato per il collegio di Castiglion Fiorentino, ebbe l'onore di presentare al re e al Cavour i deputati delle Marche e dell'Umbria imploranti la liberazione. Nel settembre 1860 riassunse in Perugia il comando della Guardia Nazionale. Fu nominato senatore il 21 gennaio 1861; morì il 28 agosto 1871.
Bibl.: C. Bruschi, In morte di F. G., 1871; G. Pennacchi, F. G. di Perugia, 1871; G. Cocchi, F. G., 1877; L. Bonazzi, Storia di Perugia, II, p. 576 segg.; Archivio storico del Risorgimento Umbro, IV, pagine 96 segg.